.10. Skirmishes

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La mattina della partenza Magnus Leroy era invero piuttosto agitato

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La mattina della partenza Magnus Leroy era invero piuttosto agitato. Davanti alla carrozza che George Patroll avrebbe guidato si estendeva un bianco manto di neve, i cavalli ogni tanto scalciavano sul viottolo, in attesa di potersi muovere liberamente.
Quella precisa mattina, Magnus, era rimasto incantato a guardare la terra scura sotto la neve mischiarsi e creare una disgustosa poltiglia marrone. Fu allora che sentì i passi di sua moglie, Lisa si attaccò al suo braccio, Lisette gli strizzò invece l'occhio dalla parte anteriore della carrozza, indossava pesanti abiti invernali, glieli aveva fatti avere lui per rendere il suo freddo viaggio un pochino più confortevole. Osservò distrattamente il bianco manicotto di pelliccia con cui Lisa coprì le sue mani quando finalmente lasciò il suo braccio. Doveva aver intuito che Magnus Leroy non fosse nel suo umore più favorevole.

La contessa di Winthorpe era rimasta presso di loro tutto il tempo a causa dell'invito di Lady Sanders, era più comodo non tornare a Londra per poi dover ritornare di nuovo in campagna, specialmente con quel tempo infernale. Il duca si era mostrato subito d'accordo a proposito di quella decisione che gli appariva sensata e razionale.

Dopo l'ultimo ballo, Magnus, aveva notato che una strana inquietudine aveva colpito la coppia. La contessa aveva addirittura smesso di essere insinuante con lui e il duca, invece, era stato così pallidamente assorto nei suoi pensieri da confondersi spesso con gli arazzi e i bei tappeti di Magnus.

In quel momento, mentre discendevano il viottolo bianco lasciando le loro impronte melmose, non gli sfuggì che sembrassero piuttosto nervosi, Magnus fu abbastanza certo di udire la voce acuta del duca e quella più bassa della contessa mentre si scambiavano parole piene di veleno.

Il viaggio fu breve e piacevole, il panorama bianco dava a Magnus un senso infinito di pace, sua moglie fu di nuovo taciturna, guardava fuori dal finestrino come se il paesaggio che attraversavano potesse darle delle risposte.
Fu quando la carrozza si fermò a Pitchford Hall, che cuore di Magnus prese, senza spiegazioni, a battere furioso. Appena scese avvertì che la temperatura era ancora più bassa che a Gremorne Hall, il suo fiato, mentre dava ordini a George, creava una condensa per lo sbalzo di temperatura. La dimora di Lady Sanders era incredibile, la prima cosa che vide fu la grande cupola verde della serra dietro la casa e le enormi finestre. Ripensò a quello che la donna gli aveva detto a proposito dei fiori. Poi la sua attenzione fu di nuovo calamitata dalle finestre a ogiva, dietro una di quelle gli parve di distinguere perfettamente i contorni della duchessa di Raven ma quando abbassò gli occhi per dare le ultime istruzioni a George e li rialzò, notò che la donna che pensava fosse Ginevra, era sparita. Ebbe l'insano terrore che se ne andasse prima che lui la raggiungesse. Strinse i pugni nel tentativo di non indugiare troppo sull'ala della casa da cui gli sembrava di averla brevemente scorsa.

Lady Sanders l'aspettava sull'uscio, Magnus si avvicinò con Lisa Leroy dietro di lui, al seguito dalla contessa di Winthorpe e dal duca di Raven, che arrancava sulla neve con la grazia della cameriera che era stata.
L'unica cosa che accomunava i due uomini era quel nervosismo che faceva serrare al duca la bocca in una smorfia e a Magnus faceva stringere i pugni.

LA DUCHESSA DI RAVENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora