Magnus si riscosse e si liberò presto dalla stretta di Lisa.
Andò verso la stalla e vi trovò Roland che già conduceva due cavalli verso la carrozza, le gambe gli tremavano e non riusciva a capire il perché. Era per via dello stato di Ginevra? Per le sue ferite? Per il pube nerissimo e quella sessualità sfacciata che esibiva come una colpa e che era stato lui a rendere peccaminosa? O erano gli occhi verdi poco luminosi in quel corpo disfatto? Tornò con Roland tenendo un cavallo per una briglia, lo legò alla carrozza, "è il mio ultimo viaggio, questo" immaginò, e non aveva paura, voleva correre incontro alla morte con una disperata rincorsa, buttarvisi in mezzo, uscire da quello strano stato di cose che lo faceva sentire atterrito, non era abituato a provare sensazioni così estremamente dolorose. Sguazzava in mezzo al suo dolore con pesantezza, senza ribellione, come se già avesse rinunciato a combattere.
<<Non ho trovato Billy Round.>>
Disse Roland durante il tragitto.
<<Meglio per lui che non debba vederla conciata così. >>
Ribatté infine Roland, con un'amarezza che Magnus, per il breve tempo in cui l'aveva conosciuto, non gli aveva mai sentito.
Attaccarono al morso i cavalli in silenzio, con la testa bassa.
Infine Magnus rimase rigido davanti alla porta, i capelli gli erano ricaduti sul viso, teneva la portiera aperta. Il duca fece scricchiolare la rena, la calpestò con violenza, vi fece strisciare sopra i piedi nudi della moglie come se anche lei avesse rinunciato a rendere pesante quel corpo che non opponeva, infatti, alcuna resistenza. Magnus fece l'errore di lasciarsi trasportare lontano da quei boccoli disfatti, quei capelli marroni gonfi e lunghi. La vide sotto di sé, lui stringeva la seta color vinaccia del suo vestito, la stritolava tra le dita e la duchessa faceva lo stesso con le ruvide lenzuola di lino e poi coi suoi glutei. Batté le palpebre una volta tentando di riscuotersi, la cosa peggiore era non usare la forza che sentiva di possedere per ucciderlo, non scagliarsi contro il duca e prendere la duchessa tra le braccia.
Lisa era rimasta accanto agli altri domestici davanti all'entrata, teneva la borsetta tra le mani, si diresse lentamente verso di lui.
Salì compostamente davanti, Lisa era un elemento che a Magnus sembrò subito di troppo.
Osservò la duchessa che si aggrappava alla portiera per sollevarsi, il duca non l'aiutò, aspettò sbuffando, poi entrò e si richiuse la portiera alle spalle con un gesto secco. Magnus prese posto davanti tremando un po'. La giornata era tiepida e ogni tanto un po' d'aria calda gli arrivava addosso, superò il vecchio ponte di Londra rimanendo per un po' concentrato sull'acqua piatta che scorreva sotto di lui.
<<Come sarà Brighton? Dev'essere bellissimo.>>
Esordì Lisa.
<<Sono così contenta.>>
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LA DUCHESSA DI RAVEN
Исторические романыMagnus Leroy ama aggiustare le cose, é affascinante, sicuro di sé, ostinato e segue una regola: non vedere la stessa donna per più di due volte, mai. La duchessa di Raven è in grado di distruggere tutto quello che gli capiti a tiro, se disturba...