.9. Stand at Attention

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Vide la contessa di Winthorpe avvicinarsi per osservare meglio Magnus fino quasi a deformare i suoi graziosi lineamenti contro la finestra

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Vide la contessa di Winthorpe avvicinarsi per osservare meglio Magnus fino quasi a deformare i suoi graziosi lineamenti contro la finestra.

<<Allora? Mi dite chi è o devo chiederglielo io stessa? Perché vi sta fissando?>>

Magnus non si muoveva da là fuori. La duchessa pensò che avrebbe dovuto cacciarlo, era solo un problema che si aggiungeva ad un'infinità di altre rogne, e lei non aveva certo tempo da perdere.

<<Lasciate stare, niente di cui valga la pena preoccuparsi.>>

L'altra donna si girò e tentò di studiarla con i suoi occhi scuri. La duchessa pensò che era stata crudele a riferirle quello che gli altri dicevano di lei, ma sapeva anche che il tempo stringeva e che i pettegolezzi sarebbero raddoppiati, erano tutti in attesa di vedere chi avrebbe ereditato Bucklersbury House. Aveva promesso a suo marito che avrebbe fatto quello che era necessario per avere figli, se lui avesse mantenuto la sua parola di trovarle una cameriera francese. Finora si era sempre rifiutata, la sola idea la disgustava e suo marito la temeva troppo per avere da obiettare, ma non avrebbe potuto tirarsi indietro per sempre, il tempo e i giudizi altrui le remavano contro. Non era più tanto giovane.

Com'è che aveva detto Magnus a proposito della sua bellezza sfiorita?

<<Non riesco a capire. Lo conosco? È vestito come un valletto, ma ha ...non so, il portamento di un gentiluomo, è così... maestoso!>>

La contessa di Winthorpe rivolgeva ora all'uno, ora all'altra, la sua attenzione, ruotando la testa come una civetta. In quel salotto faceva insopportabilmente caldo. Si allentò il bottone del vestito accollato e si sventolò con la mano destra.

<<Si, è solo un valletto.>>

Confessò. Lo rivide con la camiciola sporca di sangue, lo sguardo orgoglioso nel suo. Non aveva chiuso gli occhi nemmeno una volta quando il bastone era penetrato nella sua pelle.

<<Il vostro?>>

<<Cosa?>>

La duchessa di Raven si era distratta pensando alla mattina appena trascorsa. Ma si riscosse subito.

<<Si, è mio. >>

Lo disse senza pensare. Ma non abbastanza ingenuamente quanto avrebbe voluto, a quanto pareva.

<< Vi propongo una cosa.>>

Disse lentamente continuando a guardare fuori.

<<La mia cameriera francese per il vostro valletto.>>

Riconobbe il capriccio della contessa di Winthorpe nella voce. Quel broncio che metteva su, indifferentemente che si trattasse di un'oggetto o di qualcos'altro che voleva ottenere dalle persone. Da quanto la conosceva? Almeno da sei anni, da quando si era sposata, rifletté, e non poté non ignorare quanto fossero simili.

<<Suvvia, lo sapete bene anche voi che non vi conviene. Cosa potreste farvene di un valletto come tanti? Di cameriere francesi invece ce ne sono poche. Anzi, è possibile che voi, vi siate accaparrata l'unica presente in Inghilterra. Vi ho raccontato che l'ultima che si è presentata, era un'attrice che si esibiva a Whitechapel?>>

Sperò di cambiare argomento, di dissuaderla dall'insistere. Nel frattempo evitava di guardare Magnus e lo malediceva dentro di sé. L'avrebbe resa ridicola in questa maniera. Per un attimo, pensò persino di accettare l'offerta della contessa di Winthorpe. Avrebbe risolto due problemi in un colpo solo. Però, non riusciva a spiegarsi il perché la contessa volesse proprio Magnus come valletto, con tanti che poteva avere.

Era una libertina.

Da chi lo aveva sentito dire? Non lo ricordava con precisione, questo genere di giudizi pendeva sulle loro teste come i bei lampadari di cristallo nei loro salotti. Le voci arrivavano all'improvviso e ti marchiavano. Era pericoloso quando accadeva, specialmente quando si trattava di loro, delle donne. Era vero che la contessa tra tanti argomenti disponibili spesso preferiva quelli scabrosi, le piaceva riempirsi la bocca di avventure che immaginava popolare le vite dei nobili che conosceva. Si basava sulle azioni che gli vedeva compiere quando era in società. Adorava osservare gli altri, ma questo di certo non la rendeva empatica. Aveva solo altri interessi rispetto ai suoi. La duchessa amava cavalcare Molly, e la contessa invece preferiva immaginare situazioni al limite del socialmente consentito tra gli uomini e le donne. Era già vedova, non c'era niente di male. Nessuno per questo passatempo l'avrebbe giudicata troppo severamente. E essere libertina era più di moda che essere sterile.

Essere sterile era una colpa terribile.

Aveva parlato in fretta per distrarla. Ma la contessa di Winthorpe continuava a guardare fuori, verso Magnus.

<<Mi avete sentita?>
Domandò la duchessa.

<<Si. Conoscevo la storia dell'attrice, dev'essere stato molto divertente. Diciamo che sono pronta a rinunciare alla mia. Lo faccio anche per amicizia, naturalmente.>>

<<Che ve ne volete fare di lui? Non è neppure bravo nel suo lavoro, né ubbidiente.>>

<<Avrà sicuramente altre doti.>>

Rispose in tono strano la contessa.

<<Allora? Si o no?>>

Insistette.

La duchessa di Raven si alzò e la raggiunse alla finestra, fissò Magnus Leroy. La camicia bianca completamente bagnata lasciava perfettamente intravedere i muscoli del petto in trasparenza e non solo. Si intuivano bene delle fasciature macchiate di porpora. I capelli scendevano in ricci scomposti e lo sguardo era serissimo.

"No"

Le aveva mimato con la bocca poco prima sulla carrozza.

Non mi farete più niente del genere. Non mi tratterete più come un animale.

<<Si.>>

Rispose invece la duchessa di Raven.

<<Si.>>

Ripeté.

<<È tutto vostro.>>

LA DUCHESSA DI RAVENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora