capitolo 2

418 23 0
                                    

Scendiamo dall'auto e ci dirigiamo verso gli ingressi: la gente trascina di qua e di là le loro valige, i loro borsoni mentre io penso a quanto detesti portarmi dietro grossi bagagli durante i viaggi.
Dietro le porte scorrevoli, la calca di gente è ancora maggiore. Ci cerchiamo un posto per sederci e fortunatamente troviamo un paio di sedili sgombri. Li occupiamo subito e aspettiamo che i suoi amici escano. 
Mentre ci guardiamo attorno, noto questa signora con una valigia molto particolare; è tutta rosa con dei fiori bianchi e gialli stampati sugli spigoli e nella mia testa mi chiedo cosa abbia convinto la donna a comprarla. 
Gli aeroporti sono posti che mi hanno sempre incuriosita. Mi piacerebbe tanto intendermene di fisica e tutto il resto per capire come far volare un aereo ma quello che vorrei davvero più di tutto è farmi un giro sul nastro trasportatore. Da quando ero piccola, dalla prima volta che ho volato, che desidero salirci e vedere cosa c'è dietro i pannelli. Sogno ad occhi aperti perché so che non succederà mai con Matt qui vicino... 
Al contrario di me, a Matt interessa il parere degli altri e si fa molti problemi per accontentare la gente. Mi ucciderebbe anche se solo provassi a mettere un dito su quella rampa e io sinceramente sono troppo giovane per morire. Ma una volta nella vita devo farlo... magari senza mio fratello a spezzarmi l'osso del collo se mi scopre.
Matt decide di farsi un giro per vedere se forse sono arrivati e non ci individuano così, rimasta sola, metto su un po di musica. Fortuna che ho sempre le cuffiette nella tasca della zaino. Mentre mi immergo nella melodia inizio a riflettere ai sogni che mi tengono sveglia ultimamente. L'immagine della mamma è ricorrente, quasi come quella di una figura scura senza volto; non ho bisogno di un terapista per capire a cosa tutto sia collegato. Mi balena in testa anche l'espressione di Matt quando aveva scoperto la verità e io rilascio uno sbuffo. Non voglio dare importanza a qualcosa che non ne ha.

Il turbine dei miei pensieri viene interrotto all'improvviso da una mano che mi stringe piano la spalle. Apro immediatamente gli occhi, non ricordando di averli chiusi, sapendo subito di non avere accanto Matt.
Quando mi volto, due occhi color nocciola mi osservano da vicino. I capelli scuri, la pelle ambrata e un sorriso incorniciato da due labbra carnose sono le prima cose che noto del ragazzo davanti a me. Sembra guardarmi con un'espressione strana, come fosse in cerca di qualcosa e io ci metto in attimo a ricompormi accorgendomi di essere rimasta imbambolata dal suo viso. Solo quando muove le labbra capisco che mi sta parlando e accorgo tardi di avere ancora le cuffie nelle orecchie. Le tolgo lentamente e ascolto ciò che il ragazzo ha da dirmi.
"Tu devi essere Stephanie giusto?" Mi chiede sorridendo. Mi riprendo definitivamente dalla botta di feromoni e lo guardo in modo strano
"Chi vuole saperlo?" domando con lo sguardo circospetto
"Io sono Cameron, un amico di Matt. Mi ha mandato a cercarti per tornare a casa" mi dice guardandomi dritta negli occhi. Annuisco capendo e mi alzo dalla sedia in un cui ero rannicchiata
"Come mi hai trovata?" Gli chiedo precedendolo.
"Tuo fratello mi ha detto che avrei dovuto cercare una bella ragazza e io ti ho trovata" risponde facendomi l'occhiolino. Sorrido mentre sollevo lo sguardo al cielo e già inizio a farmi un'idea del tipo di persona che ho davanti
"Comunque puoi chiamarmi Steph" dico senza voltarmi e uscendo all'edificio.  
"E tu chiamami Cam" dice dietro di me e lo sento ridacchiare. Che ha da sorridere tanto?
Ci dirigiamo verso la macchina in silenzio e appena arriviamo vedo altri due ragazzi accanto a mio fratello. Vedo che Matt non si è scomodato tanto a cercarmi. E se questo Cameron fosse stato una testa di rapa e non mi avesse trovata? Okay, forse sta facendo una mini scenata perché avrei avuto il mio telefono in caso di emergenza, ma su... forse sono attorno a quei giorni del mese.

Quando mi avvicino entrambi mi sorridono... e che sorrisi. Non credevo che New York avesse tanti bei ragazzi
"Eccola, lei è la mia sorella 18enne Steph"dice Matt indicandomi e sollevo per l'ennesima volta gli occhi al cielo quando mi accorgo che ha dovuto specificare anche l'età. Grazie fratello.
Uno dei ragazzi si avvicina e si presenta. "Io sono Nash" dice porgendomi la mano ed io la afferro prima di guardarlo negli occhi blu. Wow, sono talmente blu che ci si potrebbe perdere ad osservarli. Sono incastonati in un viso tondo incorniciato da capelli lunghi fino alle spalle e il sorriso che mi rivolge me lo fa trovare subito simpatico
Quando si allontana, l'altro si fa avanti. Lui ha i capelli biondi e gli occhi chiari anche se non come del suo amico. È molto alto, più di mio fratello e di me messi insieme, e si vede molto bene il suo fisico palestrato. Mi sorride e si presenta.
"Io sono Austin. Piacere"dice squadrandomi mentre mi fa un semplice cenno con la mano. Gli rispondo con un sorriso e finalmente, dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, entriamo tutti in auto.

Ovviamente Matt mi ha piazzata dietro con Austin e il primo ragazzo che ho conosciuto, Cameron, che non fa altro che lanciarmi sguardi e occhiate. Ha qualcosa che non va? Il sedile del passeggero è occupato da Nash e sono contenta di vedere mio fratello ridere insieme ai suoi amici.

Arrivati vicini al parco Matt si ricorda di fermarsi 
"Ci vediamo dopo, è stato un piacere" dico prima di saltare giù dall'auto e correre via 
"C'è un parco di skate qui? Ci verrò anche io" dice qualcuno dietro di me e, stranamente, riconosco subito la sua voce. Sì, forse un'altra volta ci potremmo venire insieme ma sinceramente gli sguardi di Cam mi hanno dato fastidio durante tutto il viaggio.

Lascio perdere questi pensieri e mi dirigo dove mi aspettano i miei amici e dove troverò le persone che mi apprezzano di più dopo la mia famiglia.

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora