capitolo 34

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Camminiamo in silenzio da piu di 20 minuti. Mi sto veramente stancando e penso che lui sappia che io e lo sport viviamo su mondi diversi. Inoltre io detesto camminare, ma credo si sia notato durante le lezioni di educazione fisica, meglio conosciute come tortura.
Sbuffo ogni volta che sto per cadere e ciò succede continuamente.
"Siamo arrivati?"domando per l'ennesima volta.
"Sei così impaziente, ancora un attimo"dice sorridendo e continuando a camminare.
Mi immergo nei miei pensieri e comincio a riflettere su dove stiamo andando. È quasi l'ora di pranzo e io vorrei andare a pranzare ma Cameron ha deciso di fare l'escursionista psicopatico e dubito fermamente che dove siamo diretti ci sia del cibo.
Senza preavviso Cam si ferma e io, sorpresa ma non avvisata, gli finisco addosso e sbatto il naso sulla sua spalla dura facendomi male al viso.
Sono sul punto di riprenderlo ma lui mi precede tirando fuori una benda rossa dalla tasca e porgendomela mentre lo guardo stranita.
"Siamo quasi arrivati, metti subito la benda. Voglio che sia una sorpresa"mi avvisa. Alzo un sopracciglio. Mi sta dando un ordine?
"No, se non me lo chiedi, aggiungendo un per favore, scordatelo"rispondo convinta.
Lui sbuffa sonoramente e poi si passa una mano sul collo pensandoci. Alla fine parla.
"Mi potrebbe fare il grande onore, signorina Stephanie la rompiscatole, di indossare questa fottuta benda e seguirmi?"domanda chinandosi teatralmente. Rido divertita per l'ultima parte della frase ma acconsento mettendo la benda davanti agli occhi che nasconde la mia visuale.
Le sue mani si posano sui miei fianchi e io subito le sposto prendendole e poggiandole sulle spalle. Rido con me stessa perché sono sicura che stia ridendo anche lui.

"Ti assicuro Cameron, che se mi fai cadere, ti farò male in un modo che non è ancora stato inventato"lo avviso alzando l'indice davanti a me anche se so che lui non è lì. Lo sento ridere divertito e il sorriso comincia a sbucare anche sul mio viso.
"Non succederà, non preoccuparti. Non lo farò perché se tu cadessi non resisterei alla voglia di saltarti addosso. Ma a quel punto mi ringrazieresti perché ti..."lo interrompo con una gomitata tra le costole e si zittisce subito. Borbotta scocciato mentre mi spinge leggermente nella direzione da prendere e, dato che non posso usare la vista, provo a utilizzare gli altri sensi.
Sento il cinguettio di alcuni uccellini attorno a noi, uno sgorgare di acqua non poco lontano, i nostro passi pesanti e poi i nostri respiri coordinati.
Passo poi all'olfatto e il profumo che sento mi colpisce in pieno. È un profumo dolce e intenso, quasi stucchevole.
Le mani si fermano come i mostri passi. Cameron traffica un po con la mia benda e poi mi libera da quella barriera che mi nascondeva il mondo.
Strofino un po gli occhi e cerco di adattarmi alla nuova luce che è molto più forte di prima ma quando i miei occhi sono a posto, il panorama davanti a me mi lascia a bocca aperta.
Ci troviamo su di una collinetta non troppo alta e davanti a noi si estende una vasta distesa viola piena di lavande che rilasciano il loro profumo intenso. A lato del campo passa un ruscello largo qualche metro sul quale si ergono alcuni vecchi ponti.

La visione mi lascia spaesata. Le mani iniziano a tremare e sono talmente strette a pugno che le nocche bianche compaiono sotto la pelle. La mia posizione è rigida: braccia lungo il corpo, testa dritta, gambe leggermente divaricate per potermi reggere in piedi. Sono sicura di avere gli occhi dilatati e la mandibola serrata per combattere il terrore che mi si può leggere a chilometri di distanza.
Il respiro è affannato e sto provando con tutta me stessa a non avere una crisi in questo momento. Non di nuovo.
"Steph, che hai?"domanda una voce familiare dietro di me. Nonostante voglia gridargli di portarmi via, dalla mia bocca non esce nessun suono.
Resto paralizzata a guardare quel luogo tanto bello per qualsiasi altra persona ma spaventoso per me.
Cameron si para davanti alla mia visuale e lo ringrazio mentalmente. I suoi occhi preoccupati mi fissano con angoscia.
"Cosa succede?"chiede ancora. Con tutta la forza che trovo riesco a sussurrare un risposta.
"Andiamo via". A questa proposta Cameron si muove velocemente e mi trascina con sé nel folto della boscaglia. Lo seguo mentre la sua mano stringe la mia. I brividi non mi abbandonano ma preferisco pensare che siano a causa della mia paura, e non per il contatto con Cameron.

Praticamente corriamo per alcuni minuti allontanandoci da quello spiazzo viola e quando troviamo un albero a terra ci sediamo per prendere una pausa. Le nostre mani sono tuttora intrecciate ma per ora provo a non farci caso.
Lui non parla e io nemmeno, non so cosa dire. Mi sento a disagio per la scena di poco fa.
"Stephanie, cosa è appena successo?"domanda e posso scorgere un pizzico di frustrazione nella sua voce.
Sono in imbarazzo totale. Che figura.
"Ecco...ehm, soffro di agorafobia"confesso con lo sguardo basso. Lui non risponde, chissà a cosa pensa. Sollevo gli occhi per trovare i suoi che mi osservano curiosi. Un pensiero mi attraversa: scommetto che non sa nemmeno cosa sia.
"È la fobia degli spazi aperti"spiego infine e posso notare che grazie alle mie parole, compare una leggera traccia di sollievo sul suo volto causata probabilmente dal fatto di aver capito.
I suoi occhi si spostano sulle nostre mani legate ed io provo subito ad allontanare la mia ma lui la tiene serrata. Rinuncio all'impresa così Cameron inizia a imprimere leggeri disegni immaginari con il pollice sul dorso della mano.
"Avresti dovuto dirmelo"dice infine ed io sorrido divertita della sua affermazione
"Come avrei potuto, mi hai per caso detto che mi avresti portato al mio inferno personale?"gli rispondo io irritata ma anche leggermente divertita.
Corruga la fronte alla mia risposta e lo vedo annuire, probabilmente perché ha capito che ho ragione.
"È perché questa fobia?"domanda infine.
"Non lo so, solo è così"dico fredda. Non mi piace parlare di ciò ma a quanto pare lui non capisce visto che continua a fare domande su domande.
"È successo tante volte?"
Annuisco solamente
"Cos'hai provato la prima volta?"sussurra infine ed io resto in silenzio ragionando attentamente per trovare una risposta.

Nota dell'autrice
Carissimi ragazzi, eccoci al capitolo 34. Sorprese e ancora sorprese. Ve la aspettavate la reazione di Steph? Credo di no.

Aspetto stelline e commenti a volontà. Non abbiate timore di parlare, accetto i consigli.
Hugs & kisses

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora