capitolo 36

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"Dove stai andando?"domanda con serietà
"Hai qualche problema per caso? Stavo andando verso l'auto idiota"gli rispondo palesemente arrabbiata. Chi capisce questo ragazzo è bravo.
I suoi occhi da duri si addolciscono ed allora emette un leggero sospiro prima di passarsi le mani tra i capelli. Resto a guardarlo imbambolata mentre fa quel gesto che mi incanta.
"Scusa, non volevo essere così brusco" dice.
Sbuffo alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia al petto.
"Va bene, cosa vuoi fare allora visto che non mi posso avvicinare all'auto?"domando scocciata.
Invece di rispondermi male, cosa che mi sarei aspettata, sorride divertito.
"È ora di pranzo quindi andremo al ristorante qui accanto a mangiare qualcosa"parla convinto.
"E se io volessi tornare a casa?"dico sfidandolo.
"Allora dovrai usare i piedi"risponde con sguardo furbo.
"Bene. Mi farò dare un passaggio fino a casa da qualcuno"concludo per poi voltarmi per incamminarmi verso la strada.
Cameron mi afferra subito il braccio strattonandomi e facendomi finire contro il suo petto.
"Cameron, cosa stai facendo?"chiedo in un sussurro. La mia voce sta mancando ed essere contro il suo corpo è tremendamente strano. Sento un'infinità di sensazioni diverse ma non ho il tempo di rifletterci che le sue dita sollevano il mio mento per farsi guardare.
Appena incontro i suoi occhi percepisco di essere diventata rossa per la troppa vicinanza.
"Non puoi"dice solamente.

La sua mano stringe la mia mentre mi tira per seguirlo e non riesco a trovare la forza per non assecondarlo. Credo di avere uno stupido sorriso stampato sulla mia stupida faccia.
Ci fermiamo davanti al bancone per prenotare un tavolo ma l'addetta alle prenotazioni è occupata a parlare al telefono e ci fa segno di aspettare senza nemmeno degnarci di uno sguardo.
Recupero la ragione e mi volto a guardare Cameron che mi osserva da un po.
"Cameron, che cosa ti è preso?"gli domando a bassa voce avvicinandomi e facendo in modo che solo lui senta.
Fa una faccia strana e poi indica l'orecchio spostando la testa a destra e a sinistra, segno che non ha capito niente così mi avvicino di più.
"Cameron, cosa ci facciamo qui?"cambio domanda. Ora le nostre facce sono vicinissime e posso sentire il suo profumo di miele che investe i miei sensi inebriati.
Chiudo leggermente gli occhi assaporando quel profumo e quando li riapro trovo il sorriso di Cameron ad accogliermi.
Mi allontano bruscamente andando a sbattere contro un cameriere che quasi non rovescia il vassoio, pieno di piatti sporchi, a terra.
"Accidenti, scusa"dico nervosa. Il ragazzo è sul punto di replicare ma non lo fa appena mi guarda disperata.
"Fa niente, non preoccuparti. Mi sono caduti tante volte anche senza il bisogno di qualcuno che mi urtasse"spiega allargando il sorriso. Sorrido anche io fino a quando qualcuno tossisce dietro di me e quando mi volto noto Cameron che mi fissa arrabbiato. In realtà il suo sguardo non è puntato su di me ma sul ragazzo a cui ho quasi fatto cadere il vassoio.
Lo ignoro e saluto il cameriere che si allontana 
"Quel ragazzo ci stava provando con te."sputa fuori Cameron mentre lo guardo accigliata.
"Non è vero ma anche fosse? Non ti riguarda"rispondo guardandolo negli occhi. Lui esita e poi ribatte
"Per me puoi anche farti tutti quelli che passano di qui ma lo dico per il tuo fidanzato Michael... Nicol...o come cavolo si chiama". A quella giustificazione, quasi la mia mascella non tocca terra dalla sorpresa. Cosa mi dovrei aspettare da uno come lui? Non fa altro che dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato.

"Buon giorno e benvenuti al ristorante "De Santis". Seguitemi che vi accompagno ad un tavolo libero" ci informa la donna che fino ad allora era stata attaccata al telefono. In realtà sta informando solo Cameron dato che a me non ha rivolto nemmeno uno sguardo.

La donna ci precede e Cameron la segue immediatamente. Io sono tentata di uscire e scappare lontano da qui perché non sono sicura che riuscirò a sopravvivere durante tutto il pranzo.
Il ragazzo con me però mi lancia un'occhiataccia da dietro le spalle che non permette obiezioni e io lo seguo sbuffando.
La donna ci porta ad un tavolo leggermente isolato dagli altri e ci fa accomodare dopo aver guardato per tutto il tempo Cameron. Lui sembrava non farci caso ma non ne sono così convinta.
Mi siedo e tiro fuori il telefono per vedere se ci sono messaggi.
La malinconia è ritornata dopo le parole di Cameron: mi ha ricordato Nicholas e perciò anche Ellie.
Metto il cellulare sul tavolo e mi poggio sulla sedia alzando la testa verso il soffitto e chiudendo gli occhi.

Sono riuscita a dimenticare per un paio d'ore ma adesso i ricordi tornano a galla e il dolore del tradimento e talmente forte da farmi venire un groppo in gola.

"Stephanie?"domanda una voce accanto a me. La ignoro e non mi prendo nemmeno la briga di aprire gli occhi.
"Hai intenzione di ignorarmi?"domanda ancora ma questa volta posso notare una nota di fastidio nella sua voce.
Non rispondo ma mi sollevo e riapro gli occhi incontrando i suoi.
Ci guardiamo, persi l'uno nello sguardo dell'altra, senza alcun movimento, senza alcun pensiero, per interminabili istanti finché una voce femminile non interrompe il nostro contatto.
"Buon giorno, oggi sarò io a servirvi. Cosa volete ordinare?"domanda con vice stridula mangiandosi con gli occhi il ragazzo davanti a me.
"Ehm...Steph, tu cosa prendi?"domanda lui porgendomi il menù.
Lo osservo per un attimo e alla fine prendo il primo piatto della lista.
La ragazza segna il mio ordine senza nemmeno guardarmi essendo troppo concentrata su Cameron. Lui ordina un piatto di non so ché che la ragazza nota immediatamente.
"Tra poco i vostri ordini saranno pronti"ci avvisa la cameriera. Dopodiché si gira e se ne va via sculettando amabilmente.
Alzo gli occhi al cielo sbuffando per il suo atteggiamento poco consono e ricavo solamente una risata da Cameron.

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora