"La signora delle camelie è una delle opere più importanti della letteratura inglese. Vi è descritto il dolore e la tristezza dell'amante verso la donna amata ormai morta. Inoltre il fatto che sia raccontato per la maggior parte in ellissi è ancora più coinvolgente"ci informa l'insegnante. Chi l'avrebbe mai detto che un romanzo come questo potesse coinvolgermi più di qualsiasi altro?
La mia concentrazione termina quando una pallina di carta mi viene lanciata e, chiedendomi da dove provenga, mi volto e trovo ad accogliermi il sorriso sincero di Austin.
Oggi è martedì e abbiamo letteratura assieme la prima ora ma, essendo entrata all'ultimo, non ho potuto sedermi accanto a lui: il banco accanto è occupato da una biondina che non smette di guardarlo.La pallina di carta è tutta stropicciata ma riesco a distenderla per poterla leggere il messaggio scritto a penna rossa.
*pranziamo insieme? Ho voglia di pizza, come la scorsa volta*. In fondo al messaggio c'è una faccina con la lingua di fuori ed io sorrido della scarsa dote artistica di Austin. Mi giro verso di lui per mostrargli un pollice all'insú che lui ricambia con un sorriso affettuoso.
L'ora passa veloce e sono quasi dispiaciuta sia terminata così presto.
Quando la campanella suona raccolgo lo zaino insieme alle mie cose e vado alla lezione di matematica.La giornata vola tra matematica, economia e biologia e al suono dell'ultima ora sento lo stomaco borbottare per la fame.
All'entrata della scuola trovo Austin ad aspettarmi e insieme ci dirigiamo verso una pizzeria poco lontana dato che lui ha anche lezioni pomeridiane e deve rientrare."Allora, cos'hai fatto domenica? Sono passato in tarda mattinata ma tuo padre ha detto che eri uscita" mi domanda Austin mentre paga la sua pizza condita con ogni tipo di formaggio. Io pago la mia capricciosa e insieme ci dirigiamo verso un tavolo fuori.
"Ero fuori casa"rispondo evasiva mentre ci accomodiamo sulle sedie bianche di metallo.
"E cosa facevi?"insiste lui mentre addenta il suo pranzo e lo faccio anche io per sfuggire alle domande
"Ero con Cameron"rispondo alla fine continuando a mangiare mentre provo a non incrociare i suoi occhi.
"Ah... ti sei divertita?"domanda serio. Sollevo lo sguardo e incontro il suo preoccupato intento a guardarmi così annuisco velocemente e continuo a mangiare.
"Dove eravate?"continua lui.
"Quanta curiosità!"rispondo cercando di deviare il discorso ma il mio tentativo fallisce miseramente quando fa spallucce e attende una mia risposta.
"Eravamo in una campagna un po lontano da qui e abbiamo pranzato assieme"concludo ignorando volutamente il "viaggio" nel bosco.
"E perché?"continua a domandare. Ormai il suo pranzo lo ha terminato e aspetta le mie risposte con curiosità.
"Per gentilezza"dico non sapendo se sia una bugia oppure no ma lui ride falsamente e poi prosegue.
"Cameron e gentilezza sono due termini che non vanno d'accordo nella stessa frase"risponde. Lo guardo scettica non accettando la sua affermazione ma annuisco per non sollevare qualche discussione e mi alzo osservando l'orologio al polso.
"È ora di andare"lo informo rigida mentre mi incammino verso i cancelli scolastici.
Lui mi segue senza parlare, forse si è accorto della mia reazione, e davanti alle porte della scuola lo saluto con un cenno della mano.
"Ciao allora"dico, ma lui non mi lascia sfuggire così. Mi cattura per il polso e mi avvolge subito tra le sue braccia calde per poi posare la testa sulla mia spalla. Sono rigida come un pezzo di legno, presa alla sprovvista e imbarazzata.
"Ciao, a domani"sussurra vicino al mio orecchio per poi darmi un caldo bacio esitante sulla guancia in fiamme.
Si dilegua immediatamente oltre le porte in mezzo secondo mentre rimango lì impalata e cercare di assimilare ciò che è appena successo."Sono tornata!"urlo appena apro la porta di casa ma non ricevo nessuna risposta. Papà sarà a lavoro e Matt probabilmente è con i suoi amici.
L'orologio segna solo le 14:30 perciò ho tutto il pomeriggio libero ma mentre salgo in camera mi viene un'idea. Essendo le feste vicine, potrei andare al centro commerciale a prendere dei regali per tutti; credo ne sarebbero contenti. Recupero velocemente i soldi che la nonna mi ha regalato l'anno scorso e, dopo averle infilate in tasca, esco di casa.La tavola mi aiuta ad arrivare in centro in meno di venti minuti così da poter cominciare il mio "shopping sfrenato". Non amo particolarmente fare compere ma sono convinta che la reazione di coloro che riceveranno i regali mi ripagherà dello sforzo.
Giro per negozi di indumenti maschili alla ricerca di qualche vestito per papà che, oltre ai completi per il lavoro, non possiede altro. Entro in un negozio molto ben arredato con divanetti a destra e a sinistra e molti vestiti maschili appesi alle grucce oppure indossati da manichini bianchi.
Mi dirigo verso il reparto sportivo e, dopo un po di ricerche, scelgo una tuta scura abbinata ad una felpa dello stesso colore. So che non li metterà spesso e so anche che li userò più io che lui ma sono sicura gli farà piacere il mio pensierino.Per Matt ho pensato a un profumo della Calvin Klein che spero di trovare a un prezzo ragionevole ma non ne sono convinta. Entro subito in una boutique e vengo invasa dalle essenze e dalle mille tonalità di profumo. Dolci, intensi, avvolgenti.
"Buon giorno e benvenuta alla buotique "Le cher" mi informa la commessa. Bene, anche il nome del negozio mi indica subito il costo del profumo.
Mi dirigo verso il reparto maschile e trovo immediatamente quello che cercavo.
La boccetta ha una forma allungata ma massiccia ed è colorata di sfumature blu mentre il liquido all'interno è trasparente e oscilla quando lo prendo in mano.
Ne spruzzo un po nell'aria e mi ci immergo per constatare se vale la pena comprare quel prodotto e, quando capisco che è davvero buono, corro alla cassa con la mia scelta in mano e pago, forse un po troppo per un profumo, ma anche troppo poco per ciò che ha sempre fatto Matt per me.Uscita dal negozio riempio le narici di aria pulita, senza profumi che cominciavano a diventare pesanti e opprimenti. Vago per il centro con le borse in mano per una buona mezz'ora ma d'un tratto i miei occhi scorgono un ragazzo famigliare seduto da solo al tavolino fuori da un bar. È davvero bello con il berretto in testa, mi ritrovo a pensare guardandolo bere il suo milk shake mentre è intento a controllare il cellulare.
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Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)
Fanfiction"Non so bene cosa siamo, non so nemmeno cosa provo per lui, se questi sentimenti dentro al mio cuore siano positivi o negativi o se tutta questa situazione mi porterà a qualcosa di buono. So solo che in questo momento sono felice come non lo sono m...