capitolo 19

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Percepisco il suo respiro caldo e profumato avvicinarsi sempre di più alle mie labbra. Sento che dovrei fare qualcosa per impedire che la distanza diminuisca ma una parte di me, una parte sempre maggiore, vuole restare a vedere fino a dove ha intenzione di arrivare. 
Tiene gli occhi fissi nei miei mentre la sua bocca sta per sfiorare le mie labbra. In un attimo di lucidità mi rendo conto che la cosa è tremendamente sbagliata. Mi appaiono i volti di Nicholas e di Ellie davanti agli occhi e mi volto dall'altra parte. 
Fingo di tossire per un paio di volte così da allontanare Cameron che non smette di osservarmi con aria divertita e sorpresa. Gli compare un sorrisetto sulle labbra e toglie le mani dal muro per avvicinarle al petto e intrecciarle.
"Devo andare" dico imbarazzata. Entro in casa e mi richiudo la porta alle spalle prima di lasciare il tempo a Cam di aggiungere altro. 
Mi precipito su per le scale e quando passo davanti allo specchio, mi fermo. Ho la pelle leggermente rosata sulle gote e i capelli scompigliati dal vento. Gli occhi hanno un luccichio diverso e le labbra sono incurvate in un sorriso e non ne capisco nemmeno il motivo.
Accidenti, cosa mi sta facendo quel ragazzo?

Vado in camera e lancio la tavola sul letto per poi correre in bagno e sciacquare la faccia. Lego i capelli in una treccia laterale e mi precipito in cucina a bere un po di succo di frutta. Dio, che situazione complicata. Non capisco se queste cose me le vada a cercare oppure mi seguano.
Non ho il tempo di rimuginarci troppo che sento il portone aprirsi e chiudersi.
"Sono a casa!"grida papà entrando in sala. Un sorriso mi increspa le labbra pensando che dice sempre così appena mette piede dentro casa.
"Ben tornato!"gli rispondo altrettanto gridando. Lo sento ridere e lo raggiungo.
Arrivo in sala e lo trovo seduto sul divano con qualche carta in mano. Senza lasciargli il tempo di salutarmi gli salto in grembo e lo abbraccio forte.
All'inizio il mio gesto lo sorprende ma non ci mette molto a ricambiarlo.
"Ma quante coccole oggi, eh? C'è qualcuno che ha bisogno d'affetto qui?"domanda sarcastico sfregandomi la mano sulla schiena.
"Io, io"dico alzando le mani come se dovessi rispondere a qualche domanda a scuola.
Papà scoppia nuovamente a ridere e mi scompiglia i capelli come si fa con i bambini di due anni.
"Vuoi qualcosa da bere?"gli domando alzandomi e dirigendomi in cucina.
"Un caffè per favore"mi grida dietro. Metto la polvere scura nella macchina e aspetto che questa faccia il suo dovere.
Intanto penso a come introdurre il discorso... gli chiedo chiaramente cos'è successo o faccio qualche giro di parole? Aspetto che mi racconti lui o lo interrompo con tante domande? Gli chiedo di far tornare Matt a casa? E poi, papà non ha cacciato Matt, se n'è andato da solo, giusto? Lo giudicherò per quello che mi dirà? Mille dubbi mi assalgono e non riesco a trovare una risposta a nessuno di essi. I pensieri vengono interrotti dal suono della macchina del caffè che mi dice che la richiesta di papà è pronta. Prendo una tazzina e la riempio di quella bevanda profumata e deliziosa. Metto un cucchiaino di zucchero, mescolo e poi lo porto a mio padre. Appena entro in sala lui alza lo sguardo, probabilmente attratto dal profumo forte del caffè. 
"Mmmm... è delizioso. Ne avevo proprio bisogno. Grazie tesoro"dice assaggiandolo mentre mi siedo accanto a lui.
"Di nulla papà.Senti, credo che dobbiamo parlare"rispondo portamnod le mani ingrembo e guardandolo seria. Lui distoglie l'attenzione dai fogli e mi guarda negli occhi. Provo un po di timore.
"Cos'è successo ieri sera papà? Matt se n'è andato dopo una vostra litigata e nessuno di voi due mi ha spiegato cosa vi ha fatto infuriare tanto" cerco di comunicargli con il mio sguardo che lotterò per scoprirlo.
Lui continua ad osservarmi e alla fine si arrende.
"D'accordo Stephanie. Te lo dirò ma promettimi che non ti arrabbierai"mi prega.
"Non posso assicurartelo ma ti prometto che ci proverò"rispondo dicendo la verità.
Per qualche secondo esita e io penso che dev'essere qualcosa di tanto grave per non avermelo voluto rivelare. Comincio a torturarmi le mani per l'ansia.
"Ecco -comincia papà- ieri io e Matt abbiamo litigato per qualcosa che riguarda anche te". Continuo a osservarlo per esortarlo a continuare e lui lo fa.
"Abbiamo parlato di Karen, vostra madre"dice tutto d'un fiato ed io rimango basita davanti alla confessione. L'argomento mamma è un taboo... non ne parliamo mai. Cosa sarà successo?
"Karen ha chiamato qualche giorno fa. Ha chiesto, pregato, di permettermi di incontrarvi"continua per poi poggiarmi una mano sulla coscia. Ora sono anche confusa. Perché vorrebbe incontrare i figli che non ha mai voluto?!
"E tu cosa le hai detto?"domando con un fil di voce. Lui guarda in basso e dice quasi sussurrando.
"Le ho detto che vi avrebbe fatto piacere". Strabuzzo gli occhi per la sorpresa. Ma come gli vengono in mente certe cose? Né io né Matt abbiamo intenzione di averci qualcosa a che fare. 
"Ed è per questo che avete litigato?"domando riferendomi alla sera precedente.
"Sì. Matt diceva che non avrei dovuto risponderle in questo modo. Ha detto che avrei dovuto chiedervelo prima di acconsentire. Diceva che non vi importava nulla di lei e che avreste preferito non incontrala mai più. Pensavo che fosse giusto salutarla ancora una volta e da lì è nato tutto"conclude alzando gli occhi che fino ad ora fissavano il pavimento.
Lo percepisco nel suo sguardo che prova ancora qualcosa per mamma. Si vede da come ne parla ogni volta e che, anche se lei ci ha abbandonati per andarsene con un altro, lui la ama ancora.

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora