capitolo 18

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"Vengo con te, non si vede?" Risponde divertito inarcando un sopracciglio
"Ma non sai nemmeno dove sto andando" replico continuando a scendere per le scale con lui dietro
"Si che lo so. Vai a casa o alla pista di skate. Ti ho sentita prima" continua seguendomi.
"E se andassi a casa? A cosa ti servirebbe la tavola?" gli domando con un sorriso
"La porterei nella tua camera e userei il tuo letto come pista" replica facendomi scoppiare a ridere
"Pensavo fossi sparito" gli dico quando arriviamo all'ultimo scalino
"Ero lì" risponde semplicemente. Faccio spallucce e, appena fuori dalla porta, monto sulla tavola e aspetto che mi raggiunga.
"Facciamo a chi arriva primo?"domanda con gli occhi già accesi di sfida
"Ma se non sai nemmeno dove sia il parco"ribatto scuotendo la testa
"Lo so invece. La prima volta che ci siamo incontrati, in auto, ci siamo fermati vicino a un parco. Mi sono detto che un giorno ci sarei venuto. Ho una buona memoria sai?" mi spiega ed io arrossisco. Ricordo benissimo il suo commento come le occhiate che mi ha dato durante tutto il viaggio.
Senza lasciarmi il tempo di aggiungere altro, Cam sale sulla tavola e sfreccia accanto a me per poi sorpassarmi.
"Dai lumachina, muoviti o vincerò io anche questa volta"mi grida mentre io provo a raggiungerlo con un sorriso stupido in volto

Sfrecciamo veloci per qualche isolato fino a raggiungere il parco dove in genere trascorro buona parte dei miei weekend. Cameron arriva ai cancelli arrugginiti poco prima di me e io lo raggiungo con il finto broncio.
"Così non vale. Se fossimo partiti nello stesso momento avrei vinto io"replico mentre lui se la ride beffardo
"La vita è ingiusta, lo sai?" Risponde citando frasi non sue. Alzo gli occhi al cielo e comincio a percorrere il sentiero, costeggiato da qualche cespuglio, che porta alle rampe. Sento il respiro di Cameron dietro di me e non posso fare a meno di rabbrividire nel pensare a ciò che è successo questa mattina.

Ci vogliono pochi minuti per raggiungere il ritrovo degli skater e, appena arrivati, ci catapultiamo in pista per eseguire le nostre migliori acrobazie.
Osservo il ragazzo che è qui con me e che riesce a fare qualsiasi manovra senza il minimo sforzo. Si sarà allenato molto e probabilmente io non raggiungerò mai il suo livello. Mi chiedo come mai prima della nostra prima gara lui non riuscisse a strami dietro: è molto più bravo di me. Ma la consapevolezza mi colpisce subito: era un finta. Sapeva benissimo di essere a un livello superiore al mio ma ha fatto finta di essere lento così io credessi di essere migliore. Quando ha proposto la gara conosceva già la vittoria... dio, è proprio un idiota. 

Il tempo trascorre veloce e in meno che non si dica è già pomeriggio inoltrato, quasi sera. Mi ritrovo a pensare che dovrei tornare a casa e parlare con papà riguardo a tutto ciò che sta succedendo. Il sole sta tramontando e avverto Cameron che è ora di andare.
"Ti accompagno" dice. Non sembra una domanda
"Non importa. Ce la faccio anche da sola"ribatto sbuffando
"A quest'ora? è pieno di gente strana in giro"continua serio ed io lo guardo male. Ho studiato autodifesa per anni e so come difendermi da chi non voglio che mi tocchi. Forse avrei dovuto usare le mie tecniche su Cameron per tutte le volte che mi ha messo le mani addosso.
Lo fulmino con lo sguardo e mi volto per andarmene.
"Aspetta, non voglio dire che non sapresti difenderti. Matt mi ha raccontato dei tuoi corsi e so che potresti ridurre  a brandelli la faccia di uno sconosciuto. è solo che... mi sentirei più tranquillo se venissi con te fino a casa"precisa mentre mi segue ed io lo ignoro continuando per la mia strada. 

La sua presenza dietro di me si sente: oltre al suo respiro percepisco elettricità nell'aria. Non sono sicura che siano i fili della bassa tensione che ci passano sopra le teste.
"Come si chiama il tuo fidanzato?"domanda avvicinandosi alla mia spalla destra.
"Perché vuoi saperlo?" Dico voltandomi a guardarlo.
"Non si risponde a una domanda con un'altra domanda" precisa con un sorriso divertito "Comunque è semplice curiosità. Sai vorrei sapere qualcosa di più sulla "dolce sorellina"di Matt" dice mimando le virgolette ed io sorrido dimenticandomi subito ciò che e appena successo.
"Si chiama Nicholas. Eravamo amici da un po e poi le cose si sono evolute" rispondo leggermente a disagio. Mi fa strano parlare con lui di queste cose. Resta per un po in silenzio e poi continua.
"Sei innamorata?"chiede e la domanda mi lascia spiazzata. Io lo amo? Non ce lo siamo mai detti Voglio dire, cos'altro potrei provare? 
"Credo di sì" rispondo esitante e non completamente sicura. Il silenzio cala di nuovo tra di noi mentre percorriamo le strade illuminate dai lampioni. Intravedo casa e rilascio un sospiro. Qui la situazione sta prendendo una piega strana.
"Eccoci qui"dico davanti alla porta. Frugo nelle tasche in cerca delle chiavi e finalmente le trovo.
"Beh... credo chi sia ora che tu torni a casa. Vuoi che ti accompagni?" Dico prendendolo in giro e imitando la sua voce profonda. Lui ride nuovamente prima di appoggiarsi con le mani alla porta dietro di me, intrappolandomi tra le sue braccia muscolose.
"Sai -sussurra interrompendo la risata e avvicinandosi sempre più al mio volto -io non credo a questo amore che dici di provare"
"Non preoccuparti però, non lo dirò a nessuno. Vedrai che riuscirai a capirlo anche da sola quando incontrerai la persona che ti ruberà cuore e corpo. Allora saprai di aver mentito a te stessa" e detto ciò si avvicina pericolosamente al mio volto tenendo lo sguardo fisso sulle mie labbra. Non vorrà fare quello che credo stia per fare, vero? E se lo facesse, come reagirei?

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora