capitolo 67

127 10 3
                                    

Un po mi sembra di comprendere la sua reazione. Forse papà ha un po paura che la sua unica figlia si stacchi da lui e mi allontani ma devo fargli capire che non è così, che anche se mi sposassi domani, per me lui resterà sempre mio padre.

Siamo in macchina da una decina di minuti e nessuno ha ancora aperto bocca. Papà ha tenuto uno sguardo duro per tutto il tempo, anche quando ha salutato i nonni. Matt invece si sente un po a disagio dato che pensa che la colpa sia sua. Io invece, seduta nei sedili posteriori, rifletto su come dirgli di Cameron e me. A volte papà mi manda qualche occhiatina dallo specchio retrovisore che faccio finta di non vedere.
Lo sento che si è pentito di quello che ha detto ma è troppo orgoglioso per ammetterlo. A casa dovremo parlare.

Arriviamo davanti al vialetto in poco tempo e parcheggiamo nel garage. Spegne l'auto e tutti scendiamo per poi entrare in casa.
Matt scappa letteralmente in camera sua e papà si rifugia in cucina. Io, un po indecisa, lo seguo ma mi fermo sulla porta e osservo le sue azioni.
Si versa un bicchiere di succo d'arancia e lo beve appoggiato al lavandino.
"Perché mi guardi?"domanda freddo: non mi piace il tono della sua voce. Io e mio padre siamo sempre stati uniti e sentirlo così distante è una brutta sensazione.
"Cosa fai?"dico ignorando la sua domanda e tolgo la giacca per posarla sul tavolo della cucina e accomodarmi su una sedia.
"Sto bevendo"continua senza voltarsi e a me questo da molto fastidio. Perché non mi guarda?
"Papà, guardami per favore"dico quasi in una supplica.
Lui si gira e incastra i suoi occhi nei miei. Quel contatto dura poco perché subito dopo si volta per andarsene ma io ho letto fin dentro la sua anima e ho capito che è parecchio turbato e triste.
"Parliamo"chiedo e lui si ferma sulla soglia
"E di cosa?"continua voltato di spalle
"Di quello che ti succede"rispondo convinta e alla fine mio padre cede e, dopo uno sbuffo, toglie il cappotto e occupa una sedia lontana da me. Sollevo gli occhi al cielo, mi alzo e mi siedo più vicino.
"Allora? Che cos'hai?"dico subito senza girarci troppo attorno
"Sono arrabbiato"risponde e questo mi fa leggermente sorridere. Mi sembra un piccolo bambino a cui è stato portato via un giocattolo
"Perché?"domando avvicinandomi a lui e posandogli una mano sul braccio. Lui afferra la mia mano nella sua e le guarda come se da quel contatto dipendesse tutta la conversazione.
"Perché tu ti stai allontanando da me"dice in un sussurro e a quelle parole mi viene un tuffo al cuore.
"Papà, perché dici questo? Lo sai che sei una delle persone più importanti della mia vita"cerco di confortarlo e sembra funzionare quando mi fa un debole sorriso.
"Per quello che mi ha detto Matt"continua e questo volta solleva lo sguardo e mi fissa dritta negli occhi.
"Papà, mi dispiace che lo abbia saputo così, mi dispiace davvero, ma non te ne ho perché è una cosa recente e nemmeno io ne ero sicura"mi giustifico accarezzandogli il braccio da sopra la camicia bianca.
"Lo sai che per un padre è sempre difficile veder crescere la propria principessa e sapere che hai un... un ragazzi, è strano"ammette e sorrido dell'espressione alla parola "ragazzo"
"Tutti crescono ma nonostante ciò le cose non cambiano. Io ti ho voluto bene da piccola e te ne voglio adesso che sto crescendo. E nessuno potrà sostituire l'amore che provo per te"rispondo sincera e sul suo volto appare un sorriso enorme e gli occhi gli si inumidiscono.
Mi attira in un abbraccio che io ricambio all'istante e rimaniamo in quella posizione per non so quanto. Anche i miei occhi sono diventati lucidi e non posso fare a meno di sorridere nel vedere mio padre felice.
"Pensavo che un ragazzo ti avrebbe portato via dal tuo vecchio"dice dopo essersi staccato. Si gratta la nuca a disagio e sorride imbarazzato.
"Nessuno mi porterà via dalla mia famiglia papà"controbatto convinta e lui mi sorride sincero.

"Beh, ora che abbiamo chiarito è meglio andare a letto. È stata una lunga giornata"dico enfatizzando la "u" di "lunga"
Mi alzo dalla sedia e faccio per andarmene quando papà mi fa un'ultima domanda
"Aspetta. Non mi hai ancora detto chi è il fortunato"dice voltandosi a guardarmi.
Con le guance arrossate rispondo
"Cameron"sussurrando e lo sento sospirare
"Lo sapevo che quel ragazzo sarebbe entrato nella tua vita. Me ne sono reso conto appena ha messo gli occhi su di te"dice ma penso stia riflettendo ad alta voce così io annuisco e lo saluto con un bacio sulla guancia prima di guardare l'orologio.
"Buon Natale papà"sussurro al suo orecchio e lui ricambia

Salgo le scale stanca morta per la conversazione appena avuta e per la giornata trascorsa.
Entro in camera e mi butto sul letto sprofondando nel piumone blu. Che fatica.
Mi sto per addormentare con i vestiti quando qualcuno bussa alla porta
"Avanti"borbotto con la faccia immersa nella coperta. La porta si apre e qualcuno cammina verso di me e si siede a bordo del letto.
Con immensa fatica mi metto seduta e abbraccio mio fratello che mi intrappola tra le sue braccia calde.
"Com'è andata?"sussurra tra i miei capelli come se i nostri discorsi dovessero rimanere segreti
"Bene"rispondo sincera a bassa voce
"Buon Natale sorellina. Ti voglio un bene che non immagini" dice sincero mentre sollevo lo sguardo e incontro il suo.
"Buon Natale fratellone. Ti adoro anche io"rispondo e lui stringe l'abbraccio.

Rimaniamo uno tra le braccia dell'altro per un po finché lui cerca di lasciarmi per andare a dormire.
"Resti con me?"domando guardandolo negli occhi.
Annuisce con un sorriso ed entriamo sotto le lenzuola per dormire insieme. Quando ervamo più piccoli, soprattutto quando la mamma se n'era andata, abbiamo passato un sacco di notti a dormire insieme cercando di riempire il vuoto.

Nota dell'autrice
Bene people, questo capitolo era solo di passaggio e non è che sia successo niente di interessante 😂😂
Spero la mia storia vi piaccia e che continuate a mettere stelline e commentare
Baci😘😘

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora