capitolo 16

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Le domande di Cris non finivano più. Mi ha trattenuta in spogliatoio per almeno 15 minuti dopo che la campanella ha suonato ma io non ho fatto resistenza; la mia voglia di seguire la lezione di storia era troppo bassa. Alla fine abbiamo saltato entrambe e ci siamo comprate un caffè al bar della scuola.
"Quindi sei sicura che tra te e Cameron non ci sia nulla a parte semplice amicizia?" mi domanda per l'ennesima volta il 10 minuti. Alzo gli occhi al cielo e le rispondo.
"Si Cris, sono più che sicura. Da quando ci conosciamo abbiamo solo litigato su qualsiasi cosa. E poi io sto con Nicholas e con Cam siamo semplici amici. Punto" concludo guadagnandomi un sorrisetto compiaciuto dalla mia amica. Okay, forse amici non è la parola con cui descriverei il nostro rapporto ma cosa potrei dire? Che lo prenderei a schiaffi tutto il giorno ma mi sentirei anche molto in colpa a rovinare il suo bel viso? Direi che queste sono cose da tenermi per me.

L'ultima ora di arte passa in fretta; ascoltare l'insegnante che spiega Caravaggio è davvero rilassante e io ho il tempo di riflettere sulla mia situazione. 

La campanella di fine lezioni suona e in men che non si dica sono già fuori dalla scuola che mi dirigo a passo svelto verso casa. Devo vedere se Matt è tornato. Se non lo è lo rintraccerò e lo troverò probabilmente nell'appartamento dei suoi amici.
Quando arrivo a casa lo chiamo a gran voce.
"Matt!! Ci sei?" Grido aggirandomi per le stanze vuote. Nemmeno papà è tornato ma so che lui a quest'ora lavora nel suo ufficio in centro.
Decido di prepararmi un panino al burro d'arachidi e marmellata di albicocca, la mia preferita, prima di raggiungere mio fratello.  
Mangio tutto alla svelta e mi cambio prima di uscire. Indosso una tuta abbinata alla sua felpa, scarpe da ginnastica, un cappotto nero e sono pronta. Prendo il mio adorato skate ed esco di casa ricordandomi questa volta le chiavi. Anche perché se me ne dimenticassi nessuno potrebbe venire ad aprire e dovrei entrare dalla finestra della mia camera.
Chiudo la porta e parto per raggiungere l'appartamento dei ragazzi

Spingo con il piede destro sulla strada asfaltata e in poco tempo raggiungo un bivio nel quale svolto a destra. Dopo una decina di minuti la mia velocità cala perché mi avvicino al condominio che cercavo. Per esserci venuta solo una volta, mi ricordo bene la strada. Complimenti alla mia memoria.

Metto la tavola tra il braccio e il fianco e mi avvicino al citofono. Spero che abbiano messo almeno uno dei loro nomi; fortunatamente trovo "Grier" scritto a lettere maiuscole e  suono.
"Chi è?" Risponde una voce metallica che riconosco subito
"Steph" informo
"Ehi, ciao. Sali" continua Nash con voce contenta, per poi aprirmi la porta d'entrata.

Dopo 2 piani a piedi, senza ascensore perché è inesistente, arrivo alla porta numero 12. Busso lievemente e sento avvicinarsi qualcuno per aprirmi.
Quando la porta si spalanca mi ritrovo davanti una visione inaspettata. Cameron ha addosso solo un asciugamano in vita che gli fascia i fianchi stretti e arriva poco sopra le ginocchia. L'addome sembra scolpito nel marmo talmente è evidente. Sul petto cadono delle goccioline di acqua che scendono dai capelli bagnati e ha sul volto un'espressione sorpresa e divertita. Oddio, lo stavo fissando? Sembra accorgersene e sorride. Cristo, sono la personificazione dell'imbarazzo. Spero solo non mi sia scesa un pochino di bava dato che sono rimasta a bocca aperta.
"Che ci fai qui piccola?" mi domanda appoggiandosi allo stipite della porta.
Le parole mi si bloccano in gola quando sento il nomignolo
"Ehm.. sto cercando Matt... Nash mi ha aperto... è qui?" Domando balbettando. Quando allarga il sorriso mi riprendo e sbuffo per la sua espressione.
"Vieni, è in cucina" dice allontanandosi lievemente per farmi passare ma quando entro in casa sfioro con la mano il bacino di Cam. I brividi non mancano sia per me che per lui. Per lui saranno sicuramente per il freddo: non posso dire lo stesso per me.

Attraverso il corridoio davanti all'entrata e giungo subito in cucina. Noto che c'è la musica alta e che qualcuno, con un grembiule azzurro, canta sulle note della canzone con un cucchiaio in mano. Scoppio a ridere a quella vista e la persona si volta verso di me per la sorpresa. Questa scena mi rimarrà nella memoria! Perché non ho preso il telefono per filmare? è esilarante.
"Che ci fai qui sorellina?" Mi chiede Matt avvicinandosi e cingendomi in un dolce abbraccio mentre io continua a ridacchiare. Ricambio subito la stretta: mi erano mancati i suoi abbracci, anche solo per un giorno.
"Sono venuta a trovarti" gli rispondo con il viso sul suo petto. Profuma di casa. Mi allontana leggermente tenendomi per le spalle e mi osserva negli occhi.
"Stai bene? Hai parlato con papà?" Mi domanda preoccupato ed io lo osservo corrucciata.
"No, ieri sera come saprai non è tornato. Mi ha scritto un messaggio questa mattina ma non mi ha spiegato niente. Cos'è successo? E perché te ne sei andato così?" gli dico mentre lo stringo più forte. 
"Ha scritto anche e me oggi chiedendomi di vederci e parlare ma io davvero non ne ho voglia dopo quello che è successo. Per ora non ne voglio sapere niente. Mi passerà ma non subito" evita le mie domande. Si scioglie dall'abbraccio e ritorna ai fornelli
"Ti prego, dimmi cosa sta succedendo. Vederti andare via così è stato davvero strano, non lasciarmi fuori Matt" lo prego mentre continuo a tenere il mio sguardo su di lui

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora