capitolo 1

753 22 3
                                    

Osservo il cielo che ha assunto sfumature rosse e rosa, dalla finestra di camera mia. Sono rare le volte in cui mi alzo prima che la sveglia suoni ma in casi come questi, mi piace prepararmi con tranquillità e calma. 

Sbuffo pensando che oggi dovrebbero arrivare gli amici di Matt da New York. Va bene, mio fratello è stato molto bravo nei suoi sei mesi nella "Grande Mela" come studente di scambio ma c'era davvero bisogno che altri Matt di miniatura venissero qui a studiare? Spero solo che non siano persone con cui io non andrò d'accordo, anche se probabilmente sarà così, conoscendomi.

La tranquillità non dura molto in camera mia e, ancor prima che la sveglia abbia il tempo di segnalare il momento del mio risveglio, Matt piomba nella stanza gridando e senza nemmeno bussare.

"Su alzati che dobbiamo andare a prenderli all'aeroporto. Non sei ancora pronta quindi muovi il culo e fatti una doccia. Non vestirti con le tue solite cose larghe per favore... e pettina quel nido di rondine che hai in testa" dice lui entrando e uscendo così. Per quando riguarda lui il suo di abbigliamento, Matt ha deciso di indossare i suoi jeans migliori, quelli senza strappi, e una camicia bianca. Sorrido pensando a quanto ci tengo all'impressione che potremmo dare ai suoi amici; ricordo benissimo il discorso di ieri sera sul vestirci in modo decente, non mostrare foto di lui quando da piccolo girava nudo in spiaggia e soprattutto, evitare di metterlo in imbarazzo raccontando di quella volta in cui aveva scambiato un signore dai capelli lunghi per me ed era andato ad abbracciarlo da dietro. Che momento storico...

Decido quindi di alzarmi e andare in bagno a darmi una ripulita. L'immagine allo specchio mette in dubbia la mia femminilità. I capelli neri sembrano paglia essiccata al sole talmente sono crespi mentre i miei occhi grigi con le lunghe ciglia non nascondono le occhiaie profonde dovute al mio poco sonno. Sospiro pensando al fatto che ultimamente mi sveglio spesso di notte e non ne so nemmeno io il motivo. Le labbra rosse e gonfie sono screpolate dovute al freddo di ottobre qui a San Francisco.
Dopo aver fatto una doccia veloce per eliminare tutti i residui di sonno mi metto alla ricerca dei vestiti lasciati in giro nella stanza che è una sorta di porto sicuro per me. Sì, è in disordine negli ultimi tempi ma io sono sempre dove trovare le mie cose. 
Senza fare troppa fatica, indosso i primi jeans puliti trovati nell'armadio ed una maglietta corta. So che dovrei impegnarmi di più per fare piacere a mio fratello ma alla fine questo è il mio look da tutti i giorni... se questi ragazzi avranno voglia di conoscermi, meglio che inizino ad abituarsi al mio modo di vestire.
Prendo il mio zainetto rosso scuro e ci butto dentro il telefono, portafogli e lo skate. Sorrido contenta pensando all'accordo fatto con Matt: se io lo avessi accompagnato a recuperare i suoi amici, lui si sarebbe fermato al parco dove c'è la pista di skate.


Quando scendo le scale sento subito il profumo del caffé che mio padre Ken si beve tutte le mattine. Papà è fantastico. Le donne della sua età potrebbero dire che è un bel uomo... e come dare loro torto. Con le sue spalle larghe, il mento pronunciato e i capelli neri senza ancora nessun filo bianco, chi direbbe che ha quasi raggiunto la soglia dei cinquant'anni?
"Non ti sei vestita elegante come ha chiesto tuo fratello" mi dice mentre sorseggia il suo caffé e io gli sorrido acchiappando un cornetto al volo
"Sarà per la prossima volta. In compenso prometto di non tirare fuori la storia del granchio sulla spiaggia" gli rispondo. Storia epica anche questa. Lo bacio sulla guancia prima di augurargli buona giornata e mi precipitp fuori di casa.
"Scusa il ritardo"gli dico mentre apro la portiera prima che lui mi faccia la ramanzina
"Era ora... credevi fossi tornata a dormire"risponde Matt partendo. Gli sorrido gentilmente e anche se crede di avere lo sguardo arrabbiato, in relaà so bene che la mia espressione lo diverte.
Mangio velocemente la mia colazione e chiacchiero un po con Matt riguardo alla partita di baseball della sera prima. Mi dispiace di averla persa per dei compiti in arretrato che avevo da finire ma la notizia positiva è che almeno loro hanno vinto.
"Comunque, perché hai voluto che ti accompagnassi? Voglio dire, mi piace passare il tempo con te ma non credevo avessi bisogno della babysitter"gli domando prendendolo in giro. 

Il nostro rapporto è davvero forte. Io lo considero il mio migliore amico e lui parla con me di qualsiasi cosa. Dopo ciò che abbiamo dovuto passare siamo cresciuti in fretta e ci rispettiamo ed amiamo come pochi sanno fare. Il fatto che lui sia solo di un anno più grande di me non gli impedisce certo di trattarmi come una bambina ma io lo lascio fare; so che rispetta la mia opinione e i miei bisogni e capisce, quasi sempre, quando è il momento di farsi da parte e lasciarmi prendere le mie decisioni. Forse a volte mi infastidisce quando mi protegge da "tutti i ragazzi che mi vogliono", o così gli chiama lui, ma questo sono capace benissimo a farlo da sola. Il fatto che abbia un ragazzo che, se ne avessi bisogno, mi protegge da tutti questi presunti ragazzi cattivi, non lo influenza; sarò sempre la sua sorellina.
"Perché vorrei avere una tua opinione dei miei amici"mi risponde sincero guidando prima di lanciarmi un sorriso. Il viaggio in auto dura poco e in men che non si dica parcheggiamo vicino all'aeroporto e scendiamo. Forse non dovrei pensarlo ma sono elettrizzata di conoscere i suoi amici. Matt me ne ha parlato così bene e sono sicura che non possono essere degli imbecilli... forse solo un po, come mio fratello.

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora