capitolo 81

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"Ti sei divertita?"mi domanda Zac riportando lo sguardo sulla strada davanti a sé.
"Non immagini quanto"dico in tono sarcastico: lo nota ma non dice nulla.
Il silenzio cala tra di noi mentre ognuno è immerso nei propri pensieri.
Sono via da mezz'ora e nessuno mi ha ancora cercata o chiamata. Se mi rapissero a loro non importerebbe nulla. Prendo il cellulare che ho nella pochette che per fortuna mi sono ricordata di portare dietro e lo sblocco per vedere se vi sono chiamate o messaggi.
Noto un messaggio e lo apro immediatamente.

*papà
Ciao piccolina.
Sono uscito con degli amici questa sera e non credo tornerò prima di domani mattina. Spero abbiate ricordato le chiavi. Divertitevi e buon anno*

Ottimo. La serata va di bene in meglio. E ora come entro in casa?
Sbuffo frustrata per questa situazione mentre l'autista mi manda occhiate curiose a cui non rispondo.
"Qual'è il problema?"domanda infine svoltando a destra. Ormai siamo abbastanza vicini a casa.
"Nessuno... solo che mio padre è uscito e io non ho le chiavi di casa"rispondo arrabbiata con me stessa. Che razza di persona esce senza le chiavi di casa? Mi sembra normale che mio padre esca a divertirsi e altrettanto normale che si porti le chiavi con sé. L'unica anormale qui sono io che vado in giro senza niente.
"Quindi non puoi entrare in casa?"domanda sorpreso mentre io rispondo annuendo. Che situazione!
"E dove andrai a dormire?"continua lui voltandosi a guardarmi.
Faccio spallucce e rispondo
"Beh, credo mi toccherà aspettare fuori fino a quando Matt non tornerà" spiego continuando a maledirmi mentalmente.
"Se vuoi puoi venire a dormire da me"propone lui con lo sguardo sulla strada.
"Non credo sia il caso"dico io leggermente imbarazzata. Va bene che mi abbia dato un passaggio più di una volta ma non so ancora bene chi sia ne cosa potrebbe fare.
"E perché no?"domanda fermando l'auto davanti ad un vialetto. Non siamo ancora a casa ma il navigatore dice che mancano solo 5 minuti per arrivarci.
"Credo che sia meglio che io aspetti"rispondo concentrandomi sul buio fuori dal finestrino.
"Non ti fidi di me?"prosegue lui mentre io non rispondo.Beh, certo che non mi fido, non lo conosco quasi per nulla.
"Credo che non dovresti perché se io avessi voluto qualcosa da te fidati che ti avrei già presa prima, mentre camminavi per strada. Non voglio farti nulla. Ti offro solo un letto comodo su cui dormire fino a domani e poi te ne potrai andare. Questa sera sei stanca, si vede, e non credo che tu voglia aspettare fino alle 7 di mattina l'arrivo di tuo fratello"mi spiega guardandomi dritta negli occhi che si sono girati per osservarlo.
In fondo ha ragione. Matt potrebbe tornare domani mattina mentre io starei ad aspettarlo in veranda tutta la notte.
"Quindi?"domanda continuando ad ispezionarmi con lo sguardo. Alla fine annuisco rassegnata e sul suo viso si forma un grande sorriso soddisfatto che contagia anche me.
"In 15 minuti saremo a casa"mi informa mentre fa ripartire la macchina dirigendosi a casa sua.
"C'è qualcuno a casa tua?"domando. Si, lo ammetto, ho paura che se qualcuno ci vedesse insieme penserebbe che sia una poco di buono che va con il primo che incontra.
"Non preoccuparti, abito in un appartamento che condivido con un mio amico ma lui è uscito e abbiamo la casa tutta per noi"dice mentre lo guardo male per l'ultima parte.
"Tu invece cosa combinavi in giro? E perché mi sembri troppo sobrio?"gli chiedo mentre lui continua a guidare.
"Sono uscito per passare Capodanno con degli amici ma alla fine loro si sono ubriacati e li ho persi di vista. E io non bevo, sono astemio"risponde fiero di sé e mentre io lo guardo sorpresa. Sto aggiungendo dettagli al suo carattere; oltre ad essere gentile e altruista, è anche responsabile. Che bella cosa.
"Che bravo il piccolo Zac"lo prendo in giro mentre lui ride divertito.
Dopo una decina di minuti l'auto entra in un parcheggio non tanto grande e si ferma.
"Siamo arrivati"mi avvisa e poi scende seguito da me.
Ci dirigiamo verso il portone di un palazzo non tanto alto rivestito di mattoni rossi.
Varchiamo la soglia e ci dirigiamo verso l'ascensore nel quale entriamo entrambi e saliamo al terzo piano.
Percepisco che l'aria cambia appena le porte dell'ascensore si chiudono: Zac è rigido con le mani strette a pugni lungo i fianchi e gli occhi puntati su di me. Si lecca ripetutamente il labbro e nonostante sia carino quando lo fa, mi sento leggermente in imbarazzo. Se fa così e siamo solo in ascensore non riesco a immaginare cosa voglia fare quando saremo soli a casa. Per fortuna arriviamo al pianerottolo in poco tempo e mi catapulto letteralmente fuori. Lui mi segue per poi superarmi e girare a sinistra verso la seconda porta; inserisce le chiavi ed entriamo.
Zac accende le luci ed io resto a contemplare la bellezza dell'appartamento. Le mura sono di mattonelle grigie e il pavimento è di parquet lucido. A destra un piccolo divano di pelle nera occupa la maggior parte dello spazio e davanti ad essa c'è una tv mediamente grande. A sinistra invece c'è la cucina con le credenze di legno scuro e con un'isola al centro su cui sono buttate diverse buste, fogli e cartacce. Nonostante non sia tanto grande, è bella, accogliente e calda.
"Mi piace casa tua"dico quasi sottovoce mentre lui ritorna dalla cucina con due bicchieri di succo in mano
"Tieni"dice porgendomene uno e io accetto volentieri sentendo la gola secca.
Mando giù velocemente il succo d'arancia cercando i catturare più particolari possibili di quest'appartamento. Mi avvicino alla tv accanto alla quale sono incorniciate alcune foto: ce ne sono alcune che raffigurano Zac con alcuni amici, suppongo, e altre che inquadrano un ragazzo, forse il coinquilino, con altra gente attorno a sé.
"Penso sia ora di andare a letto, non credi?"mi domanda e io annuisco velocemente. Lo seguo mentre si dirige verso un corridoio accanto alla cucina ed apre la prima porta a destra.

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora