capitolo 80

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"Fanculo a questa serata, fanculo a quel ragazzo con cui ho ballato poco fa, fanculo a Matt che mi ha convinta a fare questa serata e fanculo a Cameron che è uno stupido e un deficiente"borbotto lamentandomi di tutto ciò che è capitato in questo paio d'ore.
Scalza e quasi del tutto ripresa dalla sbornia, beh dopo aver vomitato anche l'anima cammino verso casa con le scarpe in mano.
"E fanculo a voi scarpe del cavolo che mi fate male ai piedi" dico maledicendo i tacchi. Mi accorgo di essere messa male quando me la prendo con un oggetto inanimato.
Dopo la sfuriata di Cameron sono partita da sola e sto camminando da circa mezz'ora senza però riuscire a raggiungere nulla. Accidenti a me che non ho aspettato mio fratello.
Sto camminando ormai sul bordo della strada su cui non passano molte auto e credo di essere ancora lontana da casa mia.
Mentre maledico mentalmente tutto ciò che è successo questa sera, la sfortuna non termina e mi fa inciampare su un sasso e cadere in avanti per poi sbucciarmi tutto il palmo delle mani.
"Fanculo"grido esasperata alla notte che mi circonda. Ho le lacrime agli occhi,i polsi rossi e le mani sanguinanti ma non può andare peggio di così. Vero?
Non mi sono nemmeno accorta che un'auto ha accostato fino a quando non suona il clacson. Non mi volto nemmeno sicura di non riconoscere nessuno perciò mi rimetto in piedi e dolorante proseguo per la mia strada.
L'autista continua a suonare e io lo ignoro nuovamente. La macchina inizia a seguirmi per poi superarmi: ho un momento di sollievo pensando che se ne sia andato ma che inizio a preoccuparmi appena noto che la portiera del guidatore si apre e ne esce fuori una figura alta che avanza verso di me. Cerco di mantenere il controllo di me stessa e non mostrare la paura che sento nel cuore perciò, a testa alta, aspetto che quella persona mi si avvicini mentre mentalmente mi sono già preparata per dargli una ginocchiata e scappare nel caso voglia qualcosa.
La figura si avvicina sempre di più e sono sempre più sicura di aver già visto prima quel andamento e quel corpo.
La notte avvolge le sembianze di questo essere che ormai è davanti alla mia faccia ma che faccio fatica a riconoscere.
"Mi dispiace ma non sono una prostituta e se ne cerchi una, vai da tua madre"parlo io con voce più chiara possibile.
La figura, di un ragazzo sembra, resta in silenzio e quasi credo non abbia sentito. Sto per ripetermi quando lo sento ridere e lì capisco di chi sia la voce mentre il sollievo si fa spazio nel mio cuore.
"No grazie, non le voglio le prostitute quando ho qui un angioletto"dice il ragazzo che ormai ho riconosciuto pienamente.
"Brutto stupido. E io che pensavo fossi un maniaco pronto a rapirmi"gli confesso mentre lui se la ride. Dio, che sollievo.
"E chi ti dice che non lo sono?"domanda cercando di essere serio ma non riuscendoci.
"Tu prova a toccarmi e ti stacco gli occhi dalle orbite"lo informo e la sua risata si ferma subito alla mia minaccia. Ecco, bravo.
Rido della sua reazione mentre il buio si circonda.
"Allora Steph, cosa ci fai qui sola?"domanda Zac mentre lo sento sempre più vicino.
"Stavo cercando di tornare a casa"confesso in imbarazzo. Si, la mia impresa è alquanto difficile conoscendo il mio senso dell'orientamento.
"Vuoi un passaggio?"domanda lui e io non rifiuto, anzi, accetto volentieri.
"Mi hai fatto un enorme favore"gli confesso salendo sulla sua auto. Ora che ci penso, come ho fatto a non notarlo prima? Quest'auto è sua e ci sono già salita ma capisco che sia notte e ci sono tante macchine uguali alla sua.
"Dove devo andare?"domanda mettendo in moto. Mentre lo guardo mi accorgo di quanto sia bello Zac: capelli leggermente scompigliati, il naso piccolo e le guance arrossate lo rendono davvero tenero. La cosa che lo fa sembrare un duro invece è la giacca di pelle nera che copre una maglietta bianca. Noto che indossa dei jeans neri e che gli stivaletti di vernice gli calzano a pennello.
"Allora?"mi domanda voltandosi verso di me e sorridendo mentre io abbasso la testa imbarazzata per essere stata colta mentre lo osservavo.
"Uhm..."dico rossa dalla vergogna. Lo sento sghignazzare e allungare la mano dal cofano per tirarne fuori un navigatore.
"Metti il tuo indirizzo"mi dice mentre io annuisco frenetica e inserisco le informazioni nell'apparecchio.
Lo posiziono sulla ventosa attaccata al parabrezza e Zac parte.
La macchina resta immersa nel silenzio e io sinceramente non so nemmeno cosa dire ma per fortuna Zac si occupa di interrompere l'imbarazzo.
"Non mi hai scritto"dice di punto in bianco e io capisco subito a cosa si riferisca. Gli avevo detto che lo avrei contattato ma non l'ho ancora fatto.
"Sì, scusa"mi giustifico anche se so che quello che ho detto non ha senso. Il silenzio cala nuovamente dopo la mia risposta poco esaudiente.
"Come hai fatto a riconoscermi?"gli domando mentre lui guida tenendo lo sguardo puntato sulla strada deserta.
"Ho notato una bella ragazza che camminava sulla strada e dal vestito ho capito che non era una... insomma hai capito -dice in imbarazzo- così mi sono fermato per vedere se avesse bisogno di aiuto e avresti dovuto vedere la mia sorpresa quando ho scoperto che quella ragazza eri tu"mi chiarisce e io annuisco soddisfatta della risposta mentre mi rendo conto di quanto gentile possa essere.
"Grazie... sai, di nuovo"rispondo e lui sorride ricordando probabilmente l'ultima volta in cui ci siamo visti.
"Sei bellissima"dice tranquillamente e si volta per guardarmi mentre io mi picchio mentalmente per aver sporcato il vestito con la terra.
"Molto"rispondo sarcasticamente mentre lui ride divertito.
"Cosa facevi in giro?"mi domanda mentre mi torna in mente tutta la serata.
"Stavo andando via da una festa"rispondo seria e lui si gira per guardarmi dopo aver notato il mio cambiamento di tono.

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora