capitolo 8

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Entro in casa dopo aver salutato con un leggero bacio sulla guancia mio papà che grazie a dio è venuto ad aprirmi. Mi dirigo in cucina per prendere qualcosa da bere e intanto chiacchiero del più e del meno.
"Che ci fai a a casa? Non dovresti essere a lavoro?" Domando mentre apro il frigo
"Il mio capo mi ha dato il giorno libero"risponde. Papà lavora in ufficio ed è molto strano che il suo capo conceda delle vacanze: ci ho parlato solo una volta ma mi è bastata per etichettarlo come uno stronzo. Forse però è cambiato e ha davvero concesso delle vacanze a papà. Bevo il succo d'arancia direttamente dalla bottiglia guadagnandomi un'occhiataccia da papà ma lo ignoro e salgo in camera mia.
Apro la porta della mia stanza e sono così sollevata di essere finalmente nel mio posto sicuro. Le pareti chiare con qualche poster qua e la mi infondono sempre una sensazione di pace. Butto lo zaino sulla scrivania di legno chiaro che ho posizionato vicino alla grande finestra che da sulla strada.
Mi catapulto sopra le lenzuola chiare stese sul letto che, pochi giorni fa, ho avvicinato alla parete più lontana dalla porta, davanti al piccolo armadio in cui sono accatastati alla rinfusa tutti i miei vestiti.
Rifletto su cosa fare. Non ho il tempo di andare alla pista per rilassarmi e tornare per l'ora di cena. Posso fare i compiti che ci ha affidato il professore di matematica ma sono troppo stanca per prendere in mano una penna e usarla. Decido che la cosa migliore sia di fare un bel bagno rilassante per sciogliere la tensione sul mio corpo.

Utilizzo il bagno comune del primo piano dato che il mio è rotto dopo che Matt ci ha fatto il bagno ieri. Non so come ma ha staccato il tubo della doccia ed ora non esce acqua. Mi aggiusterà il bagno la prossima settimana così potrò tornare nel mio, con tutte le mie cose e il mio spazio ma fino ad allora dovrò condividere questo con lui e papà. Mi spoglio ed entro nell'acqua calda beandomi nella schiuma che si è formata dopo che ho aggiungo lo shampoo alla lavanda, il mio preferito.
Mi rilasso completamente sentendo la tensione delle mie spalle sciogliersi e il freddo di questi giorni scomparire dalle mie ossa.

Mi lavo bene il corpo cercando di mantenere i capelli asciutti perché non ho la minima voglia di asciugarli successivamente, per poi appoggiare la schiena alla vasca.
L'acqua si raffredda lentamente e, quando mi accorgo delle rughette suoi polpastrelli, mi costringo ad uscire. Avvolgo il corpo in un asciugamano e, dopo aver tolto il tappo alla vasca per far scorrere via l'acqua, esco dal bagno e corro in camera. Indosso subito l'intimo e accendo lo stereo. Parte una canzone molto bella e mi ritrovo a ballare seguendone il ritmo. Butto la testa nell'armadio alla ricerca di vestiti comodi: guardo i pochi abiti appesi alle grucce e quelli spiegazzati e buttati alla rinfusa. "Questa canzone è davvero una forza" penso ondeggio le anche: mi ritrovo a sculettare mentre sono ancora mezza nuda. La canzone finisce e io torno verso lo stereo per cercarne un'altra che mi faccia divertire come la prima ma appena mi volto trovo qualcuno che mi osserva con un sorriso da un orecchio all'altro.
Cosa cavolo ci fa Cameron in camera mia?
Rimango immobile qualche istante spiazzata dalla sua presenza e dalla consapevolezza che quei pantaloni gli cadono davvero bene ma poi mi ricordo di avere addosso solo reggiseno e mutande perciò divento rossa dalla testa ai piedi. Riprendo subito in mano l'asciugamano e lo avvolgo nuovamente attorno al corpo piena di imbarazzo. Cam non fa altro che squadrarmi e io mi immagino essere inghiottita dalla terra.
"Che cosa fai qui? Ma poi, non si usa più bussare prima di entrare? Io non ti ho mica dato il permesso" sbraito quando riprendo un po del mio controllo. Lui non smette di sghignazzare mentre solleva lo sguardo fino a incontrare i miei occhi arrabbiati.
"Io e Matt abbiamo sentito dei rumori dalla sala e tuo fratello mi ha chiesto di venire a vedere cosa stesse succedendo. Sono salito fin qui, ho bussato ma la musica era talmente alta che non hai sentito perciò sono entrato lo stesso" si spiega. Ucciderò mio fratello e questo pervertivo con le mie mani.
"Comunque -continua- non me ne pento. Ti muovi veramente bene sai?"dice per poi ridere. Sono fuori di me dalla rabbia. Entra senza permesso, mi vede praticamente nuda e invece di scusarsi si mette a prendermi in giro?  
"Dico sul serio. Hai un culo che se potessi..." prosegue ma lo interrompo lanciandogli la prima cosa che trovo, ossia una quaderno che recupero dalla scrivania
"Non puoi niente perciò ora quindi quella bocca ed esci di qui subito se non vuoi che chiami Matt e che ti butti fuori a calci in culo"lo minaccio. Mio fratello lo farebbe realmente, ne sono sicura.
Cam alza le mani in segno di resa per poi girare i tacchi e andarsene richiudendosi la porta alle spalle sempre con quel dannato sorriso in volto. Ma si può trovare qualcuno di più odioso?

Mi vesto rapidamente prendendo le prime cose che trovo e decido di ordinare un po la stanza per tenermi occupata e evitare di commettere un omicidio.
Dopo aver finito scendo in sala sperando di non trovare quel maniaco che ho incontrato poco fa. Sul divano trovo Matt e papà che discutono perciò deduco che Cam se ne sia andato così vado in cucina e decido di cucinare qualcosa per cena. Inizio la preparazione del pollo al limone con un'insalata mista.
Tiro fuori la carne dal frigo e comincio a tagliarla in piccole porzioni che poi faccio rosolare. Dopodiché mi dedico all'insalata che preparo con qualche lattuga, un paio di pomodori e qualche noce. Infine vi aggiungo anche dei cetrioli. Finisco di preparare tutto dopo meno di 30 minuti e apparecchio la tavola.

Tuttavia le urla che provengono dalla sala mi fanno sobbalzare e corro a vedere cosa succede. 
Non faccio in tempo ad attraversare la soglia che Matt mi supera e si dirige verso il portone di casa.
"Smettila di scappare. I problemi non si risolvono ignorandoli" gli grida dietro papà mentre Matt indossa le scarpe e prende le chiavi della macchina. Si avvicina a me e mi da un bacio sulla fronte prima che io abbia il tempo di dire qualcosa
"Tornerò presto sorellina, te lo prometto" mi dice prima di uscire di casa, accendere l'auto e partire in tutta fretta. Cosa sta succedendo?

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora