capitolo 9

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Rimango imbambolata ad osservare la porta cercando di dare una spiegazione a tutto ciò che è appena successo. Poi mi rendo conto che osservando il vuoto non troverò di certo le risposte che cerco così mi sveglio dal mio stato di trance e mi impongo di arrivare a conoscere la verità.
Mi dirigo in sala con l'obbiettivo di chiedere spiegazioni a mio padre ma non trovo nessuno così mi incammino verso lo studio e apro la porta senza bussare. Non è nemmeno qui. Inizio a preoccuparmi. Faccio ritorno in cucina e noto il mio telefono che squilla: lo schermo è illuminato dalla scritta 'Papà' perciò pro e rispondo.
"Dove sei?" Gli grido contro mentre inizio a camminare freneticamente per la cucina
"Calmati Stephanie. Sono uscito perché avevo bisogno di calmarmi, va bene?" Risponde e capisco dalla sua voce che è davvero arrabbiato
"Ma io ho bisogno di sapere cosa sta succedendo. Perché avete litigato? Cosa vi siete detti? Perché Matt se n'è andato?" Gli chiedo a raffica mentro l'ansia sale dentro di me 
"Quando torno a casa ti spiego" mi liquida
"No papà..." Il suono del telefono riattaccato mi fa interrompere. Ottimo. Ha chiuso. Non gli ho nemmeno chiesto quando sarebbe tornato.
Ora rimarrò agitata per tutta la sera.
Provo a richiamarlo ma ha il telefono staccato. Gli lascio un paio di messaggi in segreteria e cerco Matt. Lui riattacca senza nemmeno rispondermi e la cosa mi manda in bestia. Se mi stesse succedendo qualcosa di serio si degnerebbero di rispondere? Gli scrivo un paio di messaggi ma anche a quello non risponde così, frustrata, lancio il cellulare sul bancone e mi dirigo in camera. La voglia di mangiare anche se un po mi dispiace per tutto lo sforzo che ci ho messo. Volevo passare una bella cena in famiglia ma per qualcosa che a quanto pare non ho il diritto di sapere, la serata è stata rovinata. Fantastico. 

Passo così circa mezz'ora aspettando di sentire il portone di casa aprirsi e veder comparire papà o Matt. Verso le 11:30 sto quasi per crollare dal sonno quando sento la porta della mia stanza socchiudersi. È buio e non vedo il volto della figura davanti a me ma riconosco subito che non è papà perché lui ha un corpo più massiccio e grande rispetto alla persona davanti a me in questo momento. È simile come fisicità a Matt però è più alto.
La figura si sposta e si avvicina a me così io, svgelia ormai completamente dal sonno imminente, indietreggio inconsapevolmente e vado a sbattere contro la parete. Sento subito una risata e riconosco la voce.
"Brutto idiota! Mi sono presa un infarto. Che cosa ci fai qui?" Gli grido contro prima di alzarmi e andare ad accendere la lampada sul comodino.
Cameron non smette di ridere mentre si tiene la pancia. Ma che razza di stupido...
"Sono venuto a vedere le tue condizioni, se stessi bene oppure no. Noto che hai qualche problema" dice per poi scoppiare di nuovo a ridere ripensando probabilmente alla scena di poco fa. Sbuffo sonoramente e mi siedo sul letto sa gambe incrociate. Dopo aver smesso di sganasciarsi, Cameron mi raggiunge e si mette di fianco a me.
"In realtà -si spiega- Matt mi ha pregato di venire a controllarti dato che sei sola. Ed io ho accettato, da buon amico quale sono"dice alzando le spalle mentre poggia le mani sul materasso dietro di sè.
"Sai dov'è andato Matt?" Gli chiedo voltandomi nella sua direzione. Lo ritrovo ad osservare il soffitto buio e io rimango a guardarlo per qualche secondo, studiando il suo profilo spigoloso.
"Sì, lo so. È venuto al nostro appartamento qualche ora fa e ci ha pregati di lasciarlo stare con noi per un po. Non ci ha detto il perché ma ci ha chiesto di non dirti nulla su dove fosse" risponde voltandomi verso di me e sorprendendomi a fissarlo. Non fa nessuna battuta; anzi, incastrando il suo sguardo nel mio. Sentendomi lievemente a disagio, sposto gli occhi sulle mie mani intrecciate e rifletto sulla sua risposta
"E allora perché tu me lo hai detto?" Gli domando in un sussurro mentre continuo a guardare in basso. Non risponde subito così penso che non mi abbia sentito ma appena sollevo la testa per ripetere la domanda, lo trovo occupato ad osservarmi come stesse cercando di studiarmi. Distoglie lo sguardo e poi mi risponde con un semplice "non lo so"sussurrato tra i denti. Fisso per qualche secondo l'espressione concentrata che ha e sospiro. Che strano effetto hanno i suoi occhi su di me...
Decido di ignorare la sempre più presente sensazione strana allo stomaco allontanandomi da lui e sdraiandomi sotto le lenzuola. Sarà meglio che mi metta a dormire; domani avrò tutto il tempo del mondo per dare senso alle sue parole. Mi tiro le coperte su fino a coprire il viso mentre sento il letto spostarsi. Una mano calda e pesante si appoggia d'improvviso sulla mia testa e io apro gli occhi per vederla. Trovo il sorriso di Cameron a pochi centimetri dalla mia fronte e per l'imbarazzo sento la mia pelle tingersi di tutte le sfumature del rosso.
Mi stampa un bacio sulla fronte e il sangue inizia a ribollirmi nelle vene. Questo ragazzo non sa cosa sia la distanza, il rispetto e lo spazio personale. 
Decido di ignorare l'ennesimo gesto senza senso pensando che adesso potrà finalmente lasciarmi dormire. Ma continuo a sbagliare.
Si siede accanto alla mia spalla e in un sussurro mi dice "Fammi spazio, ho bisogno di dormire". Il suo sguardo malizioso e brillante incontra il mio stranito e sorpreso. Ma cos'ha in testa? Grilli?

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora