capitolo 63

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"Dai Nash, muoviti o perdiamo il volo" si lamenta Cameron piombando in sala.
Già, oggi è la vigilia e i ragazzi devono tornare dai loro parenti a New York mentre noi dovremo recarci dai nonni che abitano poco fuori la città.
"Un attimo"si giustifica Nash mettendo in un borsone gli ultimi oggetti rimasti.
Cameron è impalato davanti al divano e osserva il suo migliore amico, a braccia conserte. Indossa una giacca pesante a causa del freddo che è chiusa fino al collo. Le gambe sono fasciate da un jeans chiaro che gli mette in risalto il fondo schiena. Da quando sto con lui ho iniziato a notare queste cose.
"Aiutami"ordina Nash e Cam carica in spalla il borsone sbuffando.
"Austin ci aspetta là?"domanda il primo indossando il berretto di lana nera.
"Non lo so e non mi interessa"sbotta Cameron e io gli tiro una leggera gomitata per farlo smettere.
In effetti Austin non si vede in giro da un po.
L'ultima volta, ieri sera, è passato a prendere dei vestiti che aveva dimenticato qui e aveva portato con se la "bella Tiffany" che per sua fortuna è rimasta fuori. Anche perché io sicuramente non l'avrei fatta entrare.
Mi ha anche dato, di nascosto da Cam, il suo regalo di Natale che ormai non era più una sorpresa.
"Non dovevi" ho detto ripetendo la solita frase che si usa quando si riceve un dono.
"Mi ha fatto piacere. Spero mi chiami in questi giorni"ha proposto e io, per non essere maleducata, ho annuito e ringraziato.

"Va bene allora andiamo"dice Nash uscendo e portandosi dietro le sue valigie. Ok, questo ragazzo ha esagerato, sono solo tre giorni.
"A cosa ti servono due valigie e un borsone?"domanda Matt spuntando dalla cucina con una tazza di latte e cereali.
Io non ho nemmeno fatto colazione talmente ero agitata, che poi quella a partire non sono io...
I ragazzi caricano tutto in macchina e si avvicinano a salutarci.
Nash si catapulta tra le mie braccia e mi stritola in uno dei suoi abbracci spacca-ossa. Mi mancheranno, anche se sarà per poco.
"Mi mancherai nanetta"dice dandomi un bacio sui capelli.
"Anche tu"rispondo soffocata dalla sua giacca
"Ok ok, ora lasciami abbracciare la mia ragazza e va dalla tua"ci interrompe scherzoso Cameron e indica mio fratello appoggiato allo stipite. Menomale che ha smesso di essere geloso del suo amico.
Nash sorride e si allontana dopo avermi dato un altro bacetto sulla fronte.
Cameron si fa avanti lentamente e avvolge le sue mani calde, nonostante la temperatura bassa, attorno alla mia vita e mi attira dolcemente a sé.
"Sentirò la tua mancanza"sussurra davanti alla mia bocca. Posso sentire il suo alito caldo sfiorare la mia pelle e sorrido per quella sensazione piacevole.
"Anche io"ammetto diventando subito rossa.
"Non provare imbarazzo per le cose che senti"mi riprende ridacchiando
"Non sono imbarazzata, ho solo freddo"mento e lui ride ancora più forte.

Smette lentamente di ridere e si avvicina alle mie labbra per lasciarvici sopra un casto e dolce bacio.
"Ecco qui una parte del regalo di Natale. La parte restante al ritorno"sussurra nuovamente e mi provoca mille brividi.
"Beh... la mia sorpresa non è nulla in confronto a quello che potresti farmi come regalo"lo stuzzico.
Alla fine, dopo ore di ricerche, gli ho trovato un regalo che sono sicura apprezzerà molto.
"Se è un completino sexy per te allora posso anche non partire e ricevere il mio regalo ora"risponde con una scintilla di speranza ed eccitazione negli occhi
"Allora caro puoi anche andare perché non è questo"dico divertita e lo abbraccio con le mie piccole braccia in confronto alle sue.
"Peccato"dice infine prima che Nash lo richiami e insieme verso il taxi.
"Stai attento"gli grido
"Non preoccuparti piccola. Sai che sono sempre prudente"risponde dalla macchina.
Il tassista mette in moto e vedo la macchina allontanarsi piano. Nash è sul sedile del passeggero mentre Cam è praticamente sdraiato dietro.
Lo saluto con una mano, malinconica mentre lui mima qualcosa con le labbra che però non faccio in tempo a capire perché l'automobile è ormai troppo lontana.
Rientriamo in casa e ci prepariamo ad a dare dai genitori di nostro padre.

"Papà, forse è meglio se ci fermiamo a quella pasticceria e compriamo qualcosa per i nonni. Non si va dagli altri a mani vuote"dico indicando un negozio molto carino.
Ci stiamo dirigendo verso casa di nonno Greg e nonna Caterina e non siamo nemmeno tanto lontani.
"Hai ragione tesoro"acconsente mio padre ed entra nel parcheggio davanti al negozio.
"Tieni"dice porgendomi un po di soldi.
"Entra e prendi un po di pasticcini. Ai miei genitori faranno piacere"dice ed io annuisco per poi scendere dall'auto e dirigermi verso la porta della pasticceria.
Apro la porta e un suono di campanellini invade il silenzio. C'è un buon profumo di pane che si propaga in tutto il negozio che, a mio parere, è molto carino.
Ha le pareti di un color rosso scuro in contrasto con le piastrelle marmorizzate del pavimento.
Qua e là sono attaccate alcune fotografie di dolci e torte che fanno venire l'acquolina in bocca.
Il bancone, in vetro, ospita pasticcini di ogni genere e colore e io sono tentata di comprarli tutti.
Ho trovato decisamente il posto in cui vorrei passare il resto della mia vita.
"Buongiorno, come posso esserti utile?"domanda una voce femminile che mi distoglie dai miei pensieri.
"Uhm... salve. Potrei avere una assortimento di pasticcini per favore?"domando educatamente alla ragazza davanti a me. È alta e decisamente molto bella: i capelli neri sono raccolti un una crocchia disordinata sulla testa e i vestiti sono coperti da un grembiule color rosso scuro, probabilmente è il colore distintivo della pasticceria.
La ragazza non fa in tempo a rispondere che un uomo, sulla cinquantina, entra precipitosamente nel negozio.
"Vieni Selena. Il frigorifero si è rotto e sta uscendo tutta l'acqua"dice l'uomo e sul volto della ragazza si dipinge l'agitazione.
"Si... arrivo subito"dice e poi rivolgendosi a me aggiunge "Chiamo mio fratello e ti serve lui, d'accordo?"non faccio in tempo ad acconsentire che la ragazza urla
"Zac! Vieni e servi questa ragazza che io mi assento un attimo"e senza aspettare una risposta esce dal negozio.
Si sentono dei passi provenire dalla cucina, credo, e infine spunta fuori un ragazzo.
Ha un volto famigliare...
"Ciao, vorrei ordinare..."non finisco la frase che lui mi interrompe.
"Steph?"dice stupito e io sollevo lo sguardo per incontrare i suoi occhi e lì, quando le nostre pupille entrano in contatto, mi ricordo di lui.
"Ma io ti conosco"ribatto sorpresa.

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora