capitolo 37

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Lo guardo con le braccia al petto mentre il suo sorriso non accenna a spegnersi
"Sei gelosa Espinosa?"mi domanda sollevando un sopracciglio. Non gli rispondo nemmeno e mi piego sul tavolo per raggiungere la caraffa e versarmi un po d'acqua ma anche lui fa lo stesso ed essendo il tavolo piccolo i nostri respiri sono talmente vicini che possiamo sentirne l'uno il calore dell'altra. Faccio per allontanarmi ma la sua mano si posa sulla mia guancia e io mi fermo rimanendo incastrata nel suo sguardo magnetico.
"Stephanie, non devi ignorarmi. Odio quando lo fai"dice con una nota di rabbia nella voce.
"Ancora meglio allora. Lo farò più spesso"rispondo con gli occhi ridotti a due fessure. Lui sbuffa e sposta la mano dalla mia guancia alle mie mani posate sul tavolo. Durante questo movimento le sue iridi non staccano nemmeno un istante dalle mie.

Mi guarda esitante ma alla fine emette un sospiro e parla a bassa voce.
"Sono uno stupido, lo so. Mi dispiace per prima, nel parcheggio e anche quando quel cameriere flirtava..."
"Non stava flirtando"lo interrompo ma lui mi ignora e prosegue dopo avermi lanciato un'occhiataccia.
"Sai che non le penso quelle cose..."
"Già, è sempre colpa della rabbia e bla bla bla. In fondo, dietro a delle parole causate dalla rabbia, c'è sempre il la verità di chi le pensa"gli spiego convinta della mia ipotesi
"Mi dispiace, cercherò di rimediare"dice lui. Non ci credo del tutto.

"Ecco i vostri piatti"ci informa la cameriera piombando dal nulla con il nostro pranzo in mano.
Il suo sguardo è rivolto alle nostre mani intrecciate e posso notare una certa irritazione nel suo sguardo quando alza gli occhi nella mia direzione.
Allontano le mie mani da quelle del ragazzo davanti a me che fa lo stesso. La ragazza ci posa le ordinazioni davanti agli occhi e se ne va augurandoci un buon appetito non prima di avermi fulminato con un'occhiata. Ma che ha la gente che non va?

Osservo il mio piatto e provo a capire cosa ci sia dentro. È un piatto di pasta di media lunghezza con una forma strana. È condito con un sugo verde profumato e invitante. Sto per prenderne un pezzo quando mi viene un dubbio.
"E se la cameriera lo avesse avvelenato?"domando seria.
Cam solleva lo sguardo dal suo piatto stracolmo di frutti di mare, credo, e mi guarda curioso.
"E perché avrebbe dovuto?"domanda.
"Ma hai visto come mi guardava? Nemmeno se le uccidessi la famiglia mi odierebbe tanto"spiego.
"Zitta e mangia. Ti sei lamentata che non vedevi l'ora di pranzare e adesso fai storie" risponde affondano nuovamente la testa nel piatto.
Guardo il mio pranzo circospetta poiché non mi fido. Cos'avrà potuto metterci? Lassativo, sonnifero o peggio, droghe pesanti.
Ok, forse sto facendo dei viaggi mentali assurdi ma quella ragazza non mi convinceva per niente.

Cameron sbuffa davanti a me e allunga la sua forchetta sul mio piatto, prende un po di pasta e la porta alla bocca per poi masticarla e ingoiarla.
Lo guardo per tutto il tempo aspettandomi una qualche reazione che però non arriva.
"Visto? Ho mangiato la tua pasta e sono ancora vivo"mi fa constatare.
Rispondo con la linguaccia e assaggio il mio pranzo.
L'unico aggettivo possibile per descrivere questo capolavoro è perfetto. Termino il pranzo in pochi minuti anche grazie alla fame che si è presentata improvvisa.

Mangiamo in silenzio, ognuno assorto nei suoi pensieri finché lui non parla.
"Cos'avevi questa mattina?"
Mi irrigidisco immediatamente perché so bene che si riferisce a quando stavo male per Ellie e Nicholas.
"Io? Nulla"mento nervosa.
"Non raccontare cazzate, piccola, perché sai che smaschero sempre le tue bugie. Credo di avertelo già dimostrato"mi sorride malizioso.
Esito un po.
"Nulla di importante"mento ancora.
"Se non me lo dici ti assicuro che ti chiudo nella mia auto per tutta la notte" dice e per un motivo o per un altro, gli credo. Sono sicura che ne sarebbe capace.
"Steph, fidati"insiste con la voce più rilassata
"Non...non voglio parlarne"
"Pensaci, magari sfogarti con me ti farà bene"prova a convincermi.
"Non lo so"vorrei raccontarlo a qualcuno ma non so se posso realmente fidarmi di lui.
Poi mi viene un'idea
"Ti propongo un gioco"dico.
"Sono tutto orecchi"risponde.
"Tu mi farai 10 domande e potrai scoprire quello che vuoi di me"
"In cambio vuoi..."domanda chiedendomi di continuare
"In cambio ne farò 10 a te"rispondo. Da quando lo conosco sono curiosa di sapere qualcosa in più su di lui. Ad esempio la sua vita prima di venire qui, prima di incontrare Matt e magari anche sapere qualcosa sulla sua famiglia.

Si prende il mento tra il pollice e l'indice e lo strofina con le due dita pensandoci, o facendo solo finta. Non so se questo ragazzo ha la capacità di usare il cervello.
Dopodiché elimina la sua espressione concentrata e la sostituisce con un sorriso divertito e malizioso.
"Ti assicuro che le mie domande saranno molto precise. Voglio sapere tutto"sussurra avvicinandosi a me che sono praticamente piegata sul tavolo per stargli più vicino.
"Quanta curiosità. Io ti assicuro invece che la mia voglia di conoscerti è maggiore della tua"lo informo. Nei suoi occhi passa una strana scintilla che spegne momentaneamente il suo sguardo acceso ma scompare talmente velocemente che non sono più tanto sicura di averla vista.

"Bene. Chi comincia?"
"Inizio io"

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora