capitolo 6

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Poggio lo skate, ci salgo e do con il piede destro mentre mi lascio trasportare sulla superficie della strada.
Tuttavia dietro di me non c'è il solito silenzio e il fruscio del mare ma il rumore di un altro skate a terra mi fa voltare. Resto un attimo sorpresa quando mi accorgo Cameron sulla sua tavola scura che mi segue e, appena nota che lo guardo, mi fa l'occhiolino.
"Fammi strada" Mi dice avvicinandosi a me
"Scusa?" gli domando non capendo e rallentando per averlo di fianco
"Andremo alla stessa scuola, non sei contenta? Mi potrai vedere più spesso" mi stuzzica. Sollevo gli occhi al cielo alle sue battute... di questo punto le mie orbite mi salteranno via.
Faccio spallucce non avendo voglia di rispondere e lo supero. Mi appare un sorrisino mentre lo vedo sforzarsi per raggiungermi.

Sono lontana da lui di una decina di metri quindi decido di fermarmi per aspettarlo... a volte sono davvero troppo buona. Mi è accanto poco dopo.
"Perché ci siamo fermati?" Chiede curioso
"Perché la lumaca dietro di me ci sta mettendo una vita a raggiungermi" gli dico vantandomi mentre faccio un sorriso soddisfatto. La mia battuta non lo scalfisce, anzi. Emette una sonora risata e mi guarda con aria di sfida.
"Pensi che sia una lumachina? Davvero?" Mi chiede guardandomi mentre i suoi occhi si accendono.
"Certo che lo penso, lumachina" gli rispondo sicura mentre un brivido mi corre lungo la schiena
"Allora vediamo chi dei due arriva per primo in fondo alla strada" mi propone convinto.
"Non fare scommesse che non puoi vincere, caro" lo prende in giro già pronta a partire.
"Vedremo chi vincerà"
"E il perdente, cioè tu, cosa dovrà fare?" Gli chiedo sfidandolo con lo sguardo.
"Dovrà rispondere a tutte le domande che il vincitore gli farà" mi dice ed io accetto senza pensarci. La cosa più divertente è il fatto che sia convinto di vincere nonostante fino ad ora si sia dimostrato una tartaruga.
"Va bene, affare fatto" acconsento porgendogli la mano che lui stringe con forza.
"Al mio tre" annuncia
Entrambi ci posizioniamo, pronti a schizzare in avanti ed entrambi sicuri di vincere.
"Uno...due...tre!" Grida. Mi catapulto sulla tavola e spingo più forte possibile. Poggio il piede destro a terra più volte per guadagnare velocità e sfreccio veloce per la strada mentre accanto a me Cam fa lo stesso percorso. Con soddisfazione noto che il suo viso è teso ma, un po stordita pe ril pensiero che mi ha attraversato un attimo la mente, è davvero bello.
Siamo quasi arrivati alla fine e ormai sono sicura di vincere. Con chi credeva di avere a che fare?D'un tratto però la figura di Cam mi supera grazie ad una forte spinta e in men che non si dica raggiunge il traguardo poco prima di me lasciandomi indietro con un'espressione stupita. Non è possibile! Avevo la vittoria in tasca. Cavoli, mi sono distratta guardando il suo stupido viso!

Si ferma appena lo raggiungo e vedo che sul volto ha dipinto un sorriso luminoso
"Sei arrivata finalmente. Pensavo di essere io quello lento" mi canzona. Lo fulmino con lo sguardo e cerco di controbattere ma vengo interrotta dal telefono che squilla. È Matt che mi chiama e quando guardo l'ora noto che mancano solo un paio di minuti prima dell'inizio delle lezioni. Porca miseria! Guarda te cosa succede quando vuoi essere carina con una persona. Più o meno. 
Ignoro la chiamata e mi avvio velocemente a scuola distante altri 10 minuti mentre Cameron mi segue senza dire nulla. Arriviamo alle 8:10 davanti all'edificio scolastico e, senza voltarmi, attraverso di corsa i corridoi con la tavola sotto braccio. Conoscendo la strega con cui ho lezione adesso so che non mi farà entrare ma magari oggi sarà più buona del solito. Dio, fa che sia così! Odio saltare le lezioni di letteratura... lei spiega un sacco di cose in un'ora e nonostante come persona sia pessima, spiega davvero bene.

Arrivo davanti alla classe, busso alla porta e la apro prima di aver ottenuto una risposta.
"La signorina Espinosa ha deciso di raggiungerci?" Mi chiede scontrosa la professoressa. Non rispondo e mi avvio verso il mio banco sorprendendomi del fatto che non mi abbia ancora cacciata.
"Non le ho detto di accomodarsi. Ora esca dall'aula e aspetti la prossima ora. Magari riflette e capisce che la prossima volta deve arrivare in orario" dice fulminandomi con lo sguardo. Come non detto. Esco senza controbattere perché alla fine sapevo già come sarebbe andata a finire. Chissà se oggi finirà Fitzgerald oppure continuerà s piegare per l'ennesima volta il suo romanzo preferito "The great Gatsby?" borbotto tra me e me.
"Quindi ora parli da sola?" Mi chiede una voce dietro di me ed io la ignoro mentre mi dirigo in bagno. Potrei restare qui tutta l'ora per evitarlo: sono sicura che non è così stupido da entrare nel bagno delle ragazze. Invece mi sbaglio. Wow, tre volte nel giro di un'ora.

"Non puoi scappare in bagno perché io non mi faccio problemi ad entrare" dice con un sorriso stampato in volto mentre si appoggia al lavandino. Do un veloce occhiata ai suoi vestiti e mi ritrovo a pensare che gli donino davvero: un paio di jeans neri con degli strappi sulle ginocchia, una maglietta bianca sotto a una camicia di flanella rossa e nera e anfibi scuri. La sua risatina mi fa riprendere e mi rendo conto che forse l'occhiata è stata più lunga del previsto. Se ne rende conto anche lui. Che nervi questo ragazzo!
"Guarda Cameron, è meglio se te ne vai. È già cominciata male questa giornata ed è solo colpa tua" lo accuso tirando fuori dalla zaino il cellulare. Okay, forse la colpa non è solo sua ma questo non posso ammetterlo. Alla fine è lui che ha proposto la gara e quindi è per lui che ora siamo in questo stupido bagno invece di essere a lezione.
"Dai Steph, abbiamo solo fatto tardi...mica è morto nessuno" dice con serietà ed io alzo gli occhi al cielo uscendo dal bagno. Ancora 40 minuti prima della prossima lezione. Posso resistere.
Vado verso la mia classe e mi siedo sulla panca che c'è fuori seguita dall'amico di mio fratello.
"Allora... devi ancora rispettare la tua scommessa" dice e, anche se non mi volto a guardarlo, percepisco benissimo il suo sorrisetto. Lui si diverte, io un po meno.
Non dovrebbe essere preoccupato? È il suo primo giorno di scuola e non gli interessa minimamente di essere arrivato tardi.
"Muoviti allora" rispondo chiudendo gli occhi per cercare di recuperare qualche minuto di sonno di sonno. Ci si può addormentare in piedi?
"Bene. Vorrei qualche risposta" dice dopo qualche secondo di silenzio... chissà a cosa si riferisce
"Cosa vuoi sapere" gli chiedo acida e, nonostante non abbia la minima voglia di raccontare a lui i miei fatti personali, decido di rispettare i patti.

Il mio mondo nelle tue mani(COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora