"Niente è come prima"

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Sono passati cinque giorni dalla scomparsa di Emily,io non riesco a muovermi dal letto da quando mi sono risvegliata,un po' per il dolore fisico,ma sopratutto per quello emotivo; il solo pensiero di andare al piano di sotto e non vedere più Emily scorrazzare per il soggiorno mi fa venire un magone allo stomaco. Non riesco a mangiare nulla e più volte durante la giornata penso che sia meglio lasciarmi morire di fame,ho nascosto tutti i piatti che hanno preparato per me sotto al letto, Evangeline se n'è accorta,ma non ha detto nulla.
Passo le intere giornate pensando a com'era la mia vita prima che accadesse tutto ciò,rileggo i pensieri felici che scrivevo in modo tale da poter rivivere quei momenti che ora stanno solo nei miei più lontani ricordi.
Una volta al giorno l'ispettore Foster viene a casa nostra per aggiornarci sulle ultime novità,viene anche in camera mia portandomi dei piccoli cestini di more,i miei genitori gli hanno detto che ne vado matta,ma ora non riesco a mangiare nemmeno quelle,il solo pensiero di quello che quell'essere orrendo possa aver fatto alla mia sorellina mi fa venire il voltastomaco,anche se a dire il vero non so cosa le sia accaduto,so solo che ora non è più qui con me.
Guardo fuori dalla finestra e vedo solo un cielo grigio che rappresenta perfettamente il mio stato d'animo,inoltre sento un odore sgradevole; probabilmente sono io,non mi lavo da quasi una settimana e credo che sia ora di farlo. Mi alzo lentamente dal letto mantenendomi al comò,ho paura di cadere a terra a causa della debolezza delle mie gambe. Lentamente riesco a raggiungere il bagno e a farmi una doccia,mi metto un pigiama pulito,cambio le lenzuola del letto (ma solo perché quelle vecchie fanno schifo) e mi sdraio di nuovo,mi sento un pochino meglio,ma è solo un sollievo fisico.
Passano le ore,l'ispettore Foster entra in casa e parla per un po' con i miei genitori,poi lo sento salire le scale ed entrare nella mia stanza.
"Victoria,hai delle visite."
Mi volto verso di lui,inizialmente sto in silenzio e poi gli chiedo chi fossero le persone venute a trovarmi.
"Daryna Movskovskaja e Jolene Bergeron,sono tue compagne di classe,vero?"
Annuisco senza dire nulla,mentre le mie amiche entrano in camera,entrambe mi osservano compassionevoli,la cosa mi urta leggermente.
Mi salutano ed io ricambio con un sorriso accenato,si avvicinano al mio letto in silenzio e Jolene rompe il ghiaccio.
"Come stai?"
Daryna la guarda malamente
"Sei proprio un'idiota,ma come credi che stia?"
Ovviamente per Daryna ogni situazione è buona per discutere,ma io le fermo dicendo che non è il momento per litigare.
Mi hanno chiesto cose normali,per esempio se fossi tornata a scuola,non ho saputo rispondere,semplicemente perché non lo so.
Dopo una chiacchierata leggera,iniziamo ad appesantire gli argomenti.
Mi chiedono se ricordassi qualcosa,ho detto di no,perché non so se citare lo Slenderman o meno,ma dopotutto loro avevano condiviso questa paura con me,quindi decido di parlare.
Ho detto tutto,dall'inizio alla fine,loro mi guardano incredule e alla fine del racconto gli occhi azzurri di Daryna incrociano quelli verdognoli di Jolene e poi ricominciano a guardarmi come se fossi una malata mentale.
"Victoria,ora basta. Ci siamo spaventate guardando quel video e ascoltando quella registrazione,ma è finita li. Hai semplicemente visto male."
"Esatto,probabilmente hai sbatutto la testa..."
Forse sarebbe stato preferibile starmene zitta.
"Lo sapevo che non mi avreste creduta. Voi pensate che io sia pazza,esattamente come tutti gli altri,se volete stare qui solo per darmi della bugiarda o della visionaria,vi invito ad uscire dalla mia camera"
Daryna stava per dire qualcosa,ma Jolene l'ha interrotta. Si sono alzate dal letto,mi hanno salutata e sono andate via.
Le persone a cui sono più legata stanno fuggendo da me una per una,a partire dai miei parenti. Non avrò più nessuno.

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