"Verso il Saint Amator"

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Saluto dal finestrino Daryna e Jolene mentre partiamo con la macchina di James,non ho mai capito il perché ne abbia comprata una a sette posti quando la usano soltanto lui,Geoff ed Evangeline; io mi sono seduta nell'ultima fila,davanti a me ci sono mamma papà e Geoff,alla guida James con accanto Evangeline. Osservo il paesaggio macabro: l'autostrada è vuota,il cielo è grigiastro e tutti quei capannoni abbandonati ai margini della strada mi turbano. In auto stiamo tutti muti,James non ha neanche acceso la radio come fa di solito...
Ricordo ancora quando accompagnavamo Emily a scuola: una della sue ultime fisse era quella per Selena Gomez,eravamo costretti a mettere le sue canzoni tutti i santi giorni,avrò ascoltato " I Love You Like A Love Song" e "Tell Me Something I Don't Know",almeno settecento volte l'una ed i ritornelli mi rimbombavano nella testa anche durante le lezioni,il che mi impediva di concentrarmi e venivo richiamata spesso,quindi ero portata ad arrabbiarmi con Emily una volta tornata a casa,anche se in fondo non era colpa sua.
Mi manca mia sorella: le serate passate davanti alla televisione guardando reality show super trash,ma di cui non riuscivamo a fare a meno; i consigli riguardo i ragazzi,la sua capacità di farmi sorridere anche quando sentivo il mondo crollarmi addosso,il suo sorriso dolce e furbo,il suo modo di fare,i pomeriggi passati fra gli alberi di quel maledetto parco. È tutta colpa mia; se quel giorno non avessi accettato la sua richiesta andare a giocare al bosco tutto ciò non sarebbe accaduto.
Vedo mamma e papà dirsi qualcosa,ma io non sento perché ho gli auricolari nelle orecchie e francamente non mi interessa.

Ho passato tre ore di viaggio ad ascoltare musica depressa e a pensare come sarà il Saint Amator: forse non è così terribile come fanno vedere nei film e nelle serie TV,sarà semplicemente un grigio e noioso istituto che non farà altro che peggiorare la mia situazione.
"Victoria"
Distolgo lo sguardo dal paesaggio ed incrocio il viso apparentemente tranquillo di Evangeline.
"Siamo arrivati..."
Di fronte a me noto un edificio simile ad un castello fatto interamente di mattoni,con delle finestre polverose ed un grande portone di legno,non lo immaginavo così "elegante", è spettrale,ma è quasi piacevole alla vista.
L'automobile si ferma e scendiamo tutti dalla macchina,prendo in mano la valigia e mi guardo intorno: davanti all'Istituto c'è l'autostrada ed attorno ad esso ci sono solo dei boschi. Ora inizia la mia avventura,devo smetterla di piangermi addosso e farmi logorare dai sensi di colpa,devo agire: per me,per la mia famiglia e per Emily.

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