Cap. 11

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Cosa mi stava prendendo?

Non potevo lasciarmi baciare da l'uomo che aveva aggredito Brad e che quella sera mi avrebbe fatto del male se non fossi svenuta: dovevo interrompere tutto prima che degenerasse ulteriormente.

Con un gesto fulmineo allontanai il mio viso da quello di Jack, mi liberai con fatica dalla sua presa e mi alzai di scatto dalla sedia.

Ora ero in piedi davanti a lui in attesa della sua prossima mossa.

Al contrario di quanto mi aspettavo, il signor Rogers non si scompose minimamente di fronte a quella mia azione improvvisa: nel suo volto non traspariva nessuna emozione, nemmeno la traccia di una minuscola smorfia di stupore.

Rimanemmo così per alcuni minuti: lui che si limitava a scrutarmi in silenzio e io che lo fissavo a mia volta incredula e sospettosa.

Non mi rassicurava affatto quella sua apparente tranquillità, lo conoscevo abbastanza per sapere che davanti a un rifiuto, non avrebbe mai reagito in quel modo così calmo e pacifico.

Presto la rabbia che aveva dentro sarebbe esplosa, era solo una questione di tempo.

La conferma al mio sospetto non tardò ad arrivare, il viso del signor Rogers in cambiò improvvisamente in una frazione di secondi: il suo volto si era incupito, le sue labbra erano deformate da una smorfia di collera, mentre i suoi occhi gelidi erano ora attraversati da un sinistro bagliore.

<<Si può sapere cosa diavolo ti prende Caitlyn?>> sbraitò irritato, sollevandosi agilmente da terra.

-<<Cosa mi prende? Caso mai io te lo dovrei chiedere! >> urlai, sfoggiando il mio tono più sicuro e puntandoli un dito contro il petto.

Jack fissò accigliato per alcuni istanti il punto in cui l'avevo toccato.

<<Senti abbassa la voce e non parlarmi più in quel modo E poi non mi sembrava che ti dispiacesse così tanto. >>

Fece scorrere la sua mano calda sul mio fianco sinistro.

A quel gesto trasalii e incominciai a indietreggiare.

Ma ad un certo punto sentii il mio corpo sbattere contro qualcosa di freddo e duro; dopo pochi istanti realizzai che ero inchiodata al muro: ero in trappola.

Mi guardai disperatamente attorno alla ricerca di una via d'uscita e non impiegai molto a scorgere alla mia sinistra la porta dell'ufficio; senza esitare nemmeno un istante, mi fiondai sulla maniglia.

Ma per quanto mi sforzassi, non c'era verso di aprirla.

Era stata chiusa a chiave dall' esterno: dovevano essere stati i due uomini della security.

Mi voltai terrorizzata verso Jack che si trovava a un metro da me. Un'espressione malefica incorniciava il suo viso e i suoi occhi parevano essersi inscuriti.

-<<Cosa vuoi da me?>> gli chiesi, tremando.

<<Non voglio un "qualcosa da te". >>disse, poggiando le sue mani contro la porta e posando delicatamente il suo naso contro il mio <<Io voglio te bambina. >>

<<M-m-ma io non voglio te. >> riuscii a mormorare.

<<Lo so, probabilmente preferisci mio figlio, ma non credo che lui avrà tempo per te. >>ribatté, sfiorando volontariamente le mie labbra con le sue.

<<Cosa intendi dire? >>

<<Non so se ne sei al corrente, ma Bradley non sta passando un bel periodo in questo momento. Quindi è inutile che ti illuda e ti costruisca chissà quali castelli in aria, lo dico per te. >>

<<Certo, come no! >>

La paura che avevo provato fino a quel momento si trasformò in una rabbia incontrollata.

<< A te non importa niente di me, vuoi solamente allontanarmi da Brad. Ecco cosa vuoi fare! >>

A quelle parole sul viso di Jack prese forma un'espressione sdegnata.

<<Credi veramente che a lui importi qualcosa di te? Ma per favore, bambina svegliati! >> mi prese per i polsi << So di non essere un santo, ma conosco molto bene mio figlio e lui non è certo meglio di me. Con la scusa del padre mafioso e della madre morta giustifica tutte le cazzate che combina, attribuendo la colpa di tutto quello che fa sempre agli altri e mai a se stesso. >>

<<Non mi aveva detto che sua madre... >>

<<Sai quante cose non ti ha detto! >> il signor Rogers staccò lentamente le sue mani dai miei polsi. <<E credimi, se le sapessi non lo difenderesti mai più. >> Si accese una seconda sigaretta e se la portò immediatamente alla bocca quasi come se fosse la sua cura per calmarlo.

Poi si risedette sulla scrivania.

<<Com'è morta? >>

Mi risedetti cautamente sulla sedia.

Gli occhi di Jack si fecero tutto ad un tratto lucidi e sulle sue labbra si dipinse una piccola smorfia di dolore.

Avevo probabilmente toccato un tasto dolente.

<<È successo a causa mia. >> ammise, portandosi faticosamente la sigaretta alla bocca.

La cortina invisibile di prima era sparita dai suoi occhi.

Ora anche i lineamenti del viso apparivano più rilassati e morbidi.

Non c'erano più barriere o enigmi nel suo sguardo, il soldato calcolatore e freddo stava pian piano lasciando lo spazio all'uomo sensibile ed irrazionale con cui conviveva e lottava ostinatamente da tutta una vita.

Quello era il vero Jack.

SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutte ragazze!!! Ecco l'11 capitolo ❤✨

Spero che vi sia piaciuto e che la reazione ( per la prima volta umana) di Jack vi abbia lasciato molta curiosità e anche parecchi dubbi. Presto ne vedremo delle belle, ve lo assicuro!

Volevo ringraziarvi per continuare a leggere la mia storia, per le vostre parole sincere, piene d'amore e stima. Non sapete quanto significhi per me tutto il vostro supporto e la vostra partecipazione sempre così attiva, mi fate sentire soddisfatta di ogni singola parola che scrivo.

Non potete immaginare l'effetto positivo che mi fate quando , dopo una settimana piena di continue verifiche, interrogazioni e notti passate tra i libri di scuola e al computer, arriva il sabato e inizio a leggere i vostri commenti. Mi danno un'iniezione di felicità così immensa che in qualche modo "cancella" dentro di me la stanchezza della settimana e anche i piccoli sforzi che mi sono portata appresso.

Non mi stancherò mai di ripetervi che siete fantastiche e che senza di voi tutto questo non sarebbe possibile. ❤

Ci vediamo il prossimo mercoledì col capitolo dodici .

Un bacione a tutte voi, vi adoro ragazze!


Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora