Cap. 22

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I battiti accelerati del mio cuore rimbombavano a ritmo contro il mio petto, scandendo ogni singolo passo che compievo sull'asfalto.

Mi mancavano ancora una ventina di metri per scoprire se i presentimenti che sentivo avessero un fondo di verità o fossero soltanto delle mie contorte fantasie.

Un ennesimo venticello penetrò nel mio maglioncino, facendomi risvegliare dai pensieri che in quel momento riempivano la mia mente.

Rabbrividii all'istante e incrociai istintivamente le braccia, stringendole fortemente contro il mio petto come per proteggermi dall'aria gelida della sera che col passare dei minuti pareva essersi intensificata.

In quel momento il cappotto che avevo lasciato al pub avrebbe sicuramente fatto la differenza, tenendomi almeno al riparo da quel freddo che era diventato insostenibile.

Portai la mano destra sotto la luce di un lampione e notai che le mie dita avevano assunto un colore che tendeva sul rossiccio, mentre le mie unghie erano diventate bluastre.

Rimisi sconvolta la mano dov'era e proseguii ora a passi più svelti verso la mia destinazione.

Prima sarei arrivata, prima avrei scoperto cosa stava accadendo e anche ci avrei messo meno tempo per tornare a casa, evitando di prendermi qualche malanno che ormai vedevo molto prossimo.

Appena intravidi il parco, un debole sorriso comparve sulle mie labbra screpolate; unii le poche energie che mi rimanevano e incominciai a correre, finché non giunsi finalmente sull'altro marciapiede.

I ragazzi si trovavano nello stesso punto in cui li avevo lasciati: tutto era rimasto esattamente come prima.

Mi arrestai lentamente dietro le spalle dell'enorme gruppo che ora si trovava soltanto a pochi centimetri da me.

Una strana sensazione attraversò il mio corpo: non ero più così convinta della decisione che avevo preso e l'aspetto minaccioso delle persone che si trovavano davanti a me, era di poco aiuto.

Ma arrivata a quel punto non potevo tirarmi indietro, non ora che ero così vicina a scoprire la verità.

Mi inserii con nonchalance in mezzo a due ragazzi per guardare più da vicino cosa stesse accadendo.

Ma prima di concentrarmi su ciò che stava avvenendo al centro del cerchio, diedi subito una rapida occhiata intorno a me: per mia grande fortuna nessuno aveva dato troppo peso alla mia presenza.

Alcuni si limitarono a scambiarsi qualche breve sguardo interrogativo, ma poi ritornavano allo spettacolo a cui stavano assistendo.

Notai che erano presi nell'incitare in particolare uno dei ragazzi che era coinvolto nella rissa.

Mi voltai anch'io verso il centro del cerchio e individuai prontamente il ragazzo che stava ricevendo quegli accesi incoraggiamenti.

Il suo viso era contratto in un'accentuata smorfia di rabbia, mentre delle piccole gocce di sudore attraversavano i suoi zigomi che apparivano rigidi per lo sforzo fisico che stava compiendo.

Avrà avuto circa sui 25 anni, capelli neri, carnagione olivastra e due occhi verdi sgargianti da cui traspariva un'insolita freddezza.

Continuava a infierire pesantemente sull'altro ragazzo, lo colpiva al viso e al ventre senza pietà, sferrandogli una sequenza di pugni veloci e letali che rimbombavano rocamente sul corpo del malcapitato.

Le urla e gli incitamenti degli altri, inoltre, non facevano che aumentare la sua collera e lo spronavo a non fermarsi.

Per tutta risposta l'altro ragazzo non provava neppure a difendersi, si limitava ad incassare i vari colpi senza reagire e ogni volta che veniva colpito dalla folla partiva una grande ola e dei fischi di apprezzamento nei confronti del ragazzo che lo stava letteralmente annientando.

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora