Cap. 21

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Il religioso silenzio che si era creato intorno a me venne interrotto dallo stridio improvviso delle gomme di alcune macchine che, a giudicare dall'intensità del suono, sembravano essersi fermate non troppo distanti da dove mi trovavo io.

Pochi secondi dopo delle numerose e concitate voci maschili riecheggiarono in tutta la zona, spezzando lo stato di quiete che fino a quel momento mi aveva tenuto compagnia e che per certi versi mi aveva anche confortata.

Premetti automaticamente i palmi delle mie mani contro le orecchie, cercando di soffocare almeno in parte quel fastidioso sottofondo.

Purtroppo non servì a molto, perché il frastuono non fece che aumentare.

Mi arresi, lasciando scivolare svogliatamente le mani sulle mie gambe e restai per un po' in quella posizione: avevo bisogno ancora di un po' di tempo per riprendermi da quanto era successo con Brad.

Quando mi sentii pronta, sollevai la testa dalle ginocchia e mi voltai ancora scossa verso la direzione da cui provenivano le urla.

Dall'altra parte della strada vidi soltanto un gruppo di ragazzi messi in cerchio che continuavano a ridere e a gridare parole incomprensibili.

Tentennai un attimo prima di alzarmi, ma alla fine i continui schiamazzi che provenivano dal gruppetto uniti alla forte curiosità che provavo, ebbero la meglio su di me.

Mi sollevai da terra e provai ad allungare il collo per cercare di capire cosa stesse accadendo sull'altro marciapiede.

Ma a causa della visuale limitata, non riuscii a vedere niente: erano infatti tutti saldamente posti uno di fianco all'altro e da quel poco che potevo scorgere, sembravano assistere a qualcosa che stava avvenendo in mezzo a loro.

Considerando, poi, le urla animate che emettevano ogni due per tre, intuii che doveva probabilmente trattarsi di una rissa.

Decisi di lasciar stare, non valeva proprio la pena restare ancora lì a perdere del tempo; si era fatto ormai tardi e dovevo tornare a casa.

Il mio corpo non sarebbe resistito ad un altro minuto al freddo e inoltre avevo perso le speranze riguardo a Brad; dopotutto se se n'era andato evidentemente non aveva così bisogno di me.

Dovevo smetterla di rincorrere qualcuno che non voleva essere seguito.

Feci per dirigermi verso il parcheggio, quando improvvisamente un potente boato si sollevò dal gruppo di prima.

Mi voltai e notai subito che il cerchio si era leggermente allargato: ora si erano creati degli spiragli tra i vari ragazzi che permettevano di individuare meglio le persone che c'erano all'interno.

Aggrottai gli occhi, cercando di mettere a fuoco e, dopo alcuni istanti, riuscii a distinguere in lontananza due sagome in movimento che si trovavano al centro del cerchio.

<<Chissà chi saranno quei due ragazzi? >> pensai, portandomi inconsciamente l'indice sulle labbra << Forse dovrei andare a vedere più da vicino e... >>

Ma quella mia idea venne stroncata sul nascere, una parte di me scacciò immediatamente quel pensiero folle.

Mi girai dalla parte opposta e mi allontanai in fretta dal parco, questa volta senza più voltarmi indietro.

Dopotutto perché avrei dovuto rischiare di mettermi nei guai soltanto per assistere a una stupida rissa?

Non avrebbe avuto alcun senso.

Inoltre non avevo di certo bisogno di ulteriori complicazioni o di nuovi problemi nella mia vita, quelli che avevo mi bastavano ed erano più che sufficienti.

Mentre mi avvicinavo verso l'entrata del parcheggio, infilai la mano nella tasca dei pantaloni ed iniziai a frugare alla ricerca delle chiavi della macchina.

Appena le mie dita si imbatterono nel freddo metallico emanato da quest' ultime, un gemito involontario uscì dalle mie labbra.

Un piccolo tremito attraversò la mia schiena, mentre sentii la punta del mio naso diventare ancora più fredda.

Il gelo della sera era riuscito a penetrare ogni centimetro del mio corpo fino in profondità, sulle mie labbra si erano formati addirittura dei piccoli taglietti per non parlare dei miei piedi che li sentivo particolarmente pesanti ed estranei, quasi come se fossero separati dal resto del mio corpo.

Le condizioni preoccupanti di Brad, le gravi conseguenze che ci sarebbero presto state con il signor Rogers, sommati alla stanchezza e agli altri pensieri che non mi lasciavano nemmeno un attimo di tregua, mi avevano privata delle poche energie che di solito ero in grado di trovare anche nelle situazioni più difficili.

La mia vita era arrivata a un punto di stallo dal quale non riuscivo più ad andare avanti.

Pareva quasi che ogni piccolo passo che facevo fosse inutile, perché più avanzavo, più la strada che avevo davanti a me si allungava e diventava ripida.

Le mie gambe si arrestarono in automatico, quando sopra di me vidi l'insegna blu del parcheggio.

Mi soffermai qualche secondo sul colore sgargiante che aveva, poi riabbassai con calma lo sguardo e diedi una rapida occhiata all'interno, restando ferma davanti all'ingresso.

La maggior parte del parcheggio era avvolto in una totale oscurità che conferiva all'ambiente delle sfumature lugubri; infatti soltanto delle fievoli luci che provenivano dai pochi lampioni, sparsi disordinatamente qua e là lungo la strada, illuminavano a fatica alcune zone di esso.

Le cinque macchine che si trovavano all'interno erano posizionate in posti molto distanti fra loro, inoltre i vetri visibilmente appannati di quest'ultime non permettevano di vedere bene come fossero e soprattutto cosa ci fosse al loro interno: sembrava che da un momento all'altro potesse uscire qualcuno o qualcosa di terrificante.

Anche il vento si era placcato e dalla strada non proveniva alcun rumore: era tutto calmo, anche troppo per i miei gusti.

Esitai prima di entrare, quell'atmosfera che pareva essere il frutto di qualche film horror.

Mi feci coraggio e varcai l'ingresso, camminando a passo svelto dritta verso la macchina, evitando di guardarmi troppo intorno.

Una volta arrivata alla meta, impugnai decisa la chiave dell'auto e l'accostai al buco della portiera, ma quando stetti per spingerla dentro ed aprire, mi bloccai all'istante.

La luce di due lampioni iniziò a tintinnare in modo sinistro.

Sospirai e rimisi le chiavi dentro alla tasca, feci marcia indietro e mi diressi testardamente verso l'uscita.

Sapevo che era sbagliato e che sicuramente qualcosa sarebbe andato storto, ma era più forte di me.

Nella mia testa sentivo una voce insistente che mi suggeriva di avvicinarmi verso quel gruppetto, quasi come se per qualche oscuro motivo una forza invisibile mi stesse chiamando a sé.

Non potevo tornarmene a casa, qualcosa dentro di me continuava a dirmi che dietro a quella semplice lite c'era molto di più; si nascondeva qualcosa di più grande che io dovevo assolutamente scoprire.

SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutte ragazze, ecco a voi il capitolo che vi avevo promesso come 🎁!

Vi volevo augurare un Natale sereno e felice a voi e alle vostre famiglie. 🎄

Spero che questo mio piccolo regalo vi sia piaciuto, vi mando un grande abbraccio per tutti i messaggi , le splendide parole, i sorrisi ,  l'orgoglio e gli istanti di felicità che ogni giorno mi regalate.

Siete un raggio di luce nella mia vita, non sto esagerando.

Grazie per esistere!😘

Ci rivediamo presto,

un bacione a tutte voi!  💕


Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora