Cap.20

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Un'improvvisa sensazione di panico si impossessò del mio corpo, mentre continuavo a guardare incredula lo spazio vuoto di fronte a me.

Nonostante mi fossi esposta così tanto per lui, aveva avuto il coraggio di lasciarmi lì da sola.

Come aveva potuto farmi una cosa del genere?

Perché doveva sempre comportarsi in modo strano?

Era impossibile per me riuscire ad anticipare ogni sua singola azione, ormai mi ero rassegnata.

Brad dentro di sé aveva tutto un mondo contorto del quale io sembravo non farne parte.

Ed era così frustante quando ogni volta che credevo fermamente di conoscerlo, quando mi illudevo di aver finalmente accorciato le distanze fra noi, lui faceva qualcosa di inaspettato, abbattendo le poche certezze che avevo costruito con fatica.

Quel ragazzo mi costringeva sempre a ritornare al punto di partenza, non mi permetteva mai di avanzare.

Sembrava quasi che avesse paura di aprirsi, forse temeva che se l'avessi conosciuto meglio, sarei stata io a fuggire da lui.

Mille quesiti affollavano la mia testa e per nessuno di loro riuscivo a trovare una risposta che ponesse fine al caos che regnava dentro di me.

Ma l'unica cosa che sapevo per certo in quel momento è che lo detestavo.

Insomma non aveva nessun diritto di entrare a far parte della mia vita e poi, una volta dentro, uscirne con la stessa leggerezza con cui vi era entrato... o no?

Ma ora dovevo riprendermi e lasciare da parte l'odio che stavo provando nei suoi confronti, Brad non era in sé e avrebbe potuto fare veramente qualcosa di pericoloso.

Dovevo trovarlo prima che lo facesse qualcun altro.

Dopo essermi accertata che non ci fosse nessuno, ritornai indietro ed entrai nell'ufficio del signor Rogers.

Sarei uscita dalla finestra della sua stanza in modo da avere la certezza di non incontrare Jack e poi, una volta giunta in strada, sarei andata a cercare immediatamente Brad.

Nello stato critico in cui si trovava non doveva essere andato molto lontano, ma non potevo permettermi di perdere altro tempo prezioso.

Guardai il piccolo orologio digitale che era posto sulla scrivania, segnava le quattro e zero due.

Dovevo fare in fretta, era questioni di pochi minuti e Jack sarebbe venuto a prendere le chiavi per chiudere il locale.

Ralph in questo momento gli stava per certo riferendo quello che era accaduto fra noi e questo rappresentava un motivo in più per non farmi trovare lì al suo ritorno.

Aprii la finestra e venni subito invasa da un venticello gelido che scompigliò piacevolmente i miei morbidi capelli e che avvolse il mio intero corpo, provocandomi un inaspettato ma intenso brivido.

Avevo sempre amato l'autunno ed ogni sua sfumatura, c'era qualcosa in quella stagione che mi affascinava e che al tempo stesso mi rassicurava.

Fin da piccola non riuscivo a rivivere le stesse emozioni con le altre stagioni, non riuscivo a percepire la magia e l'incanto che solamente l'autunno sapeva regalarmi.

Ormai quella stagione mi apparteneva.

Chiusi gli occhi e mi godetti per alcuni istanti quella meravigliosa sensazione di freddo.

Quando li riaprii, realizzai che il mio cappotto si trovava sull'appendiabiti all'entrata del locale, ma ora non potevo tornare indietro.

Era troppo tardi.

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora