Cap. 14

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Una volta che ebbi parcheggiato la macchina all'interno del cortile, tolsi con un gesto deciso la chiave da sotto il volante.

Il motore e le luci dell'auto si spensero e il giardino, che prima era illuminato in gran parte da queste ultime, venne divorato dall'oscurità.

Mi tolsi la cintura, emettendo un sospiro seccato, mentre ripensai alla serata che si era appena conclusa.

Scossi la testa come se quel gesto mi sarebbe realmente servito per scacciare dalla mia mente il cocktail di pensieri e preoccupazioni che mi tormentavano, ma sapevo benissimo che purtroppo non era così.

Mi abbottonai il cappotto ed allungai il braccio verso il sedile che si trovava di fianco al mio dove avevo lasciato la mia borsa.

La misi svogliatamente sopra le mie ginocchia e iniziai a cercare le chiavi di casa.

Rovistai stupita del mio stesso disordine finché ad un certo punto le mie mani si imbatterono in qualcosa di metallico.

Tastai l'oggetto freddo che avevo tra le mie dita e riconobbi successivamente il peluche di panda che avevo messo da poco come portachiavi.

Afferrai le chiavi e, dopo averle tirate fuori, richiusi la borsa con estrema cura.

<<Letto sto arrivando! >>

Le agitai con la poca energia che mi era rimasta ancora in corpo.

Feci per aprire la portiera, ma prima di uscire mi girai verso la casa della nonna.

La scrutai attentamente e in quel preciso istante una tempesta fatta di risate, dolori, storie raccontate sotto la luce delle stelle , litigi, amore, colpi contro la parete, canzoni cantante davanti al lago, suoni di bottiglie rotte e urla smorzate da dolci parole sussurrate all'orecchio affiorò in un baleno nella mia mente con la forza di cento uragani e il silenzio armonioso di mille farfalle liberate in cielo.

Il mio cuore venne pervaso da un senso di malinconia che però presentava un retrogusto dolce e amaro allo stesso tempo.

C'erano troppi ricordi in quella casa che mi appartenevano; molti dei quali mi avevano regalato dei piccoli, ma intensi attimi di vera felicità ed altri che invece, mi avevano costretta a crescere in fretta contro la mia volontà.

Cercai mentalmente di focalizzare la mia attenzione sui primi e sulle mie labbra comparve un tenue sorriso che riuscì a spezzare in parte il velo di tristezza che aveva invaso il mio intero viso.

Mi asciugai gli occhi con la manica morbida del mio cappotto e, dopo essermi ripresa, scesi dall'auto.

Appena misi piede fuori, un venticello gelido graffiò il mio viso e scompigliò con violenza i miei capelli, facendoli volare tutti all' indietro.

I denti iniziarono a battere rumorosamente tra loro, producendo una melodia poco piacevole.

Mi girai velocemente verso la portiera e, mentre ero intenta a chiuderla a chiave, una seconda ventata investì il mio corpo, questa volta in maniera più feroce, provocando lungo la mia schiena degli intensi brividi che sembrarono durare un'eternità.

Dopo essermi accertata di aver chiuso la macchina, gettai le chiavi dentro la borsa e corsi verso la porta di casa.

Una volta arrivata, infilai in fretta e furia la chiave nella serratura, la spinsi fino infondo e la girai con fare disperato.

La porta si aprì con un famigliare cigolio e un'invitante arietta calda fece capolino dalla casa, avvolgendomi premurosamente.

Sentii improvvisamente il naso e il resto della faccia abbandonarsi a quella sensazione di calore meravigliosa che mi stava invitando a seguirla.

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora