Riposi con cura la lettera di Grace dentro una delle tasche anteriori dei miei pantaloni, assicurandomi che arrivasse fino al fondo in modo da evitare che potesse cadermi come era già successo al ristorante.
Quando fui certa che non sarebbe scivolata, le diedi due colpetti con la mano e, dopo essermi portata frettolosamente i capelli dietro l'orecchio, mi voltai dall'altra parte.
<<Ed ora andiamo via da qua. >>
Non mi sembrava vero, finalmente sarei uscita dal posto che negli ultimi minuti si era trasformato in una sorta di prigione infernale.
Ancora poco e presto tutto sarebbe finito.
Non appena mi ritrovai davanti all'ingresso, impugnai la maniglia rotonda che arrivava all'altezza del mio bacino e la girai verso destra.
Eppure al primo tentativo non accadde nulla.
Confusa ripetei allora lo stesso movimento verso sinistra, ma l'entrata della camera continuava a rimanere chiusa.
Ci riprovai testardamente un'altra volta, prima da una parte e poi da quella opposta, tuttavia la porta di color crema non voleva saperne di aprirsi.
<<Calmati Cait, non farti prendere dal panico. Forse la maniglia è un po' vecchia, devi soltanto insistere e vedrai che la porta si aprirà. >>
Tolsi la mano dalla maniglia, la scrocchiai rumorosamente e alzai in seguito la testa verso il soffitto.
Chiusi i miei occhi e, dopo aver lasciato scivolare fuori dalle mie labbra un leggero sospiro che racchiudeva in realtà la pesante agitazione che partiva dal mio stomaco e che si estendeva lungo il resto del mio corpo, li aprii di scatto e li riabbassai sulla maniglia della porta.
Quando il mio sguardo si posò sull'ostacolo che mi impediva di abbandonare la stanza, mi avventai come una furia su di esso, usando questa volta entrambe le mani: lo tirai con tutta la rabbia che avevo dentro il mio cuore.
Presa dalla disperazione, ad un certo punto appoggiai anche la pianta del mio piede.
Continuai a far leva in quel modo sempre con più forza, finché tutto ad un tratto, prima che potessi addirittura rendermene conto, il pomello della porta si staccò di colpo dalla serratura con una potenza che mi fece cadere seccamente all'indietro.
Mi risollevai dolorante dal pavimento e mi massaggiai la parte finale della mia schiena.
Mentre cercai di far diminuire il dolore pulsante che avvertivo ora dietro, osservai preoccupata la manopola tondeggiante che stavo tenendo in mano.
La tenni incredula fra le mie dita per qualche secondo, finché poi la scaraventai furiosa dall'altra parte della stanza e scoppiai a piangere a dirotto.
Perché mi doveva andare sempre tutto storto?
Perché per una volta, soltanto per una dannata volta, la mia vita non poteva essere normale come quella delle ragazze adolescenti della mia età?
Perché non avevo mai avuto dei genitori che mi amavano e che fossero stati al mio fianco pronti a salvarmi se fossi caduta, giusto un attimo prima che tutto intorno a me crollasse?
Perché non avevo nessuno che si prendesse cura di me?
Ma soprattutto perché a nessuno importava di me?
Tutto ad un tratto le mie riflessioni furono interrotte da un'intensa vampata di calore che giungeva dalla parte inferiore del mio corpo.
Abbassai lo sguardo verso il punto in cui la stavo avvertendo e mi accorsi che essa proveniva dalla mia coscia destra.
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Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /
Teen FictionCaitlyn Gervais è una ragazza di 17 anni,bionda,profondi occhi marroni e con una vita complicata alle spalle. Dopo la morte della nonna Grace,a cui era legata in un modo molto particolare,decide di dare una svolta alla sua vita. Finalmente ha trovat...