Cap. 32

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Ryan era fermo sopra di me senza pronunciare una singola parola.

Il suo viso era contratto in una smorfia inespressiva e i suoi tratti severi erano risaltati dalla luce potente che proveniva dal lampadario.

Nessuno rumore attraversava la stanza; l'unico suono debole che si sentiva, oltre a ticchettio dell'orologio, era il mio respiro che stava diventando più concitato a causa di quel momento di grande tensione.

Improvvisamente il mio assalitore si risvegliò dallo stato di trans in cui era caduto e allungò la mano verso l'interruttore della luce che si trovava sul muro sopra la mia testa.

Dopo averla spenta, si chinò e in una frazione di secondi mi ritrovai il suo odioso corpo appoggiato al mio.

Tirai fuori le mani dalle lenzuola e feci per spingerlo via.

Ma appena cercai di spostarlo, lui afferrò le mie mani e le strinse forte fra le sue.

Serrai abbattuta gli occhi, aspettando che mi facesse un'altra volta del male.

Ma mentre attendevo terrorizzata che agisse, sentii ad un certo punto le sue mani mollare la presa dai miei polsi e le sue labbra si spostarono verso il mio orecchio destro.

<<Brad non è così buono come sembra Cait. >> sussurrò con un tono profondamente distaccato <<Non ti dovresti fidare di lui. >>

Non appena si allontanò da me, i muscoli contratti del mio corpo incominciarono poco a poco a rilassarsi: per fortuna non era successo nulla.

Poi mi sedetti sconvolta sul letto e, mentre lo osservai prendere una sigaretta dal pacchetto che si trovava sopra il tavolo, ripensai a ciò che mi aveva detto.

<<È un vero peccato che Brad non ti abbia venduta a me. Dobbiamo ringraziare il tuo Brad che ci ha concesso questo meraviglioso momento. Brad non è così buono come sembra Cait. Non ti dovresti fidare di lui. >>

Tutte quelle parole si unirono in modo caotico fra loro, creando un mix letale che risuonò spietatamente dentro la mia testa.

Era una sorta di melodia infernale che non faceva che ripetersi e ripetersi all'infinito in maniera quasi maniacale.

Una parte di me sapeva però che le accuse di Ryan non potevano essere vere, Brad non mi avrebbe mai fatto del male e non avrebbe di certo permesso a nessuno di farmene.

Era troppo geloso e, a modo suo, anche protettivo nei miei confronti per espormi a dei pericoli, soprattutto quando di mezzo c'erano degli altri uomini.

Ryan voleva mettermi contro di lui per vendicarsi probabilmente del debito che ancora non gli era stato pagato.

Ma nessuno sarebbe mai riuscito a farmi dubitare del mio angelo.

Sapevo che Brad era lunatico, arrogante, spesso nervoso e a volte anche strano, ma non era cattivo.

Era un ragazzo che si era ritrovato ad affrontare dei problemi che erano più grandi di lui.

Aveva soltanto bisogno di essere capito e aiutato, non giudicato e accusato.

Inoltre in quel momento non sapevo neppure dove potesse trovarsi o come stesse.

Forse Ryan se ne era sbarazzato oppure lo aveva rinchiuso da qualche parte come me, lasciandolo solo e impaurito.

A quell'ultimo pensiero una piccola fitta mi attraversò il cuore.

Iniziai a pensare ad una serie di tremende possibilità e, più continuavo, più quest'ultime peggioravano e sembravano reali, facendo nascere in me un ulteriore stato di inquietudine e di preoccupazione.

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora