Cap. 15

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<<Non è possibile! Ci mancava solo questo! >>

Frenai bruscamente alla vista del semaforo che era diventato rosso <<Qualcuno lassù ce l'ha con me, ne sono certa! >>

<<Caitlyn è solo uno stupido semaforo, non mi sembra ora il caso di farne un dramma. >> sbuffò Susie di fianco a me.

<<Hai ragione, sai? Dopotutto è soltanto uno dei tanti ritardi da aggiungere alla lista che grazie a te sarà presto il mio biglietto di sola andata per il licenziamento! >>

<<Non esagerare, la scorsa settimana sei sempre arrivata puntuale. >> ribatté mia madre, accendendo la lucina dell'auto e tirando giù lo specchietto da sopra la sua testa.

<<Non mi sembra affatto di esagerare e lo sai benissimo che ho ragione! >> tamburellai irritata le dita sul volante in attesa del verde.

Ormai erano quasi due settimane che stavo convivendo con mia madre sotto lo stesso tetto e potevo dire con tutta la mia anima che non ce la facevo veramente più.

La situazione era diventata insostenibile.

Ogni volta che uscivamo insieme per fare delle commissioni, riusciva ad attirare sempre l'attenzione delle persone che ci stavano accanto e, in un battito di ciglia, tutto intorno a noi diventava un imbarazzante alternarsi di bisbigli di apprezzamento da parte degli uomini e di occhiate di disprezzo invece provenienti dalle donne.

A ciò si aggiungevano i soldi che avevamo messo in comune che sparivano di frequente, perché lei li prendeva ogni volta che le faceva più comodo e, oltre a non chiedere il mio permesso, li aveva persino spesi in acquisti che le servivano per il suo "lavoro": come ad esempio tacchi vertiginosi e miniabiti osceni.

Per non palare del fatto che per colpa sua era da quasi due settimane che continuavo ad arrivare in ritardo a lavoro e il signor Rogers , che inizialmente ci passava sopra senza dirmi niente, aveva ormai perso (giustamente) la pazienza nei miei confronti e l'ultima volta che ci eravamo visti mi aveva dato un ultimatum: al prossimo ritardo mi avrebbe licenziata e questa volta sul serio.

Io e Susie eravamo addirittura arrivate a un punto in cui non aveva nemmeno più importanza la motivazione o l'argomento per cui discutevamo, perché c'era sempre una buona ragione per farlo: era diventata quasi come un'abitudine.

Insomma, da quando si era trasferita, non mi aveva concesso un solo istante di pace e tutto il rancore che il passato aveva in piccola parte affievolito, era venuto nuovamente a galla.

Soltanto con la sua presenza era riuscita in poche settimane a rendere la mia vita un vero e proprio inferno.

<<Ok, ok ti ho fatta arrivare in ritardo, lo confesso. >>

<<Ecco! Visto che avevo rag... >>

<<Ma solo di una ventina di minuti, non di più. >> precisò, iniziando a mettersi il rossetto <<E sinceramente per dei piccoli ritardi non credo che qualcuno possa accorgersene. >>

<<Questi "piccoli" ritardi, come li chiami tu, mi hanno fatto togliere ben 300 dollari dallo stipendio. E se continuo così la prossima volta mi manderanno direttamente a casa e sai benissimo che non riuscirò a trovare un altro lavoro in città. E non voglio certo vivere soltanto coi tuoi luridi soldi. Non voglio dipendere da te, sono venuta qui per farmi una nuova vita, non perché tu me la rovinassi di nuovo! >>

<<Non ti alterare Caitlyn, non perderai di certo il tuo stupido lavoro: Jack non lo permetterebbe mai. >>

-<<Cosa centra Jack con quello che ti sto dicendo ora? >>

<<È possibile che tu sia sempre così innocente? >> si voltò verso di me << Il signor Rogers non ti licenzierà per il semplice fatto che è attratto da te. Pensi che non abbia notato come la scorsa volta ti guardava? >>

<<Ma per favore! Non iniziare con queste tue sciocchezze, non è proprio il momento. >>

<< Non puoi negarlo Caitlyn, è così evidente! Tu gli piaci e se ti ha detto che ti caccerà è soltanto perché gli uomini vogliono dimostrare di avere il controllo della situazione, anche quando in realtà non ce l'hanno. Vuole in qualche modo marcare il suo ruolo da maschio dominante, ma ti posso assicurare che ho visto come gli brillavano gli occhi, mentre ti parlava. >>

<<Si comporterà sicuramente così con tutte e ...sinceramente non mi interessa nemmeno come mi guarda. Io vado lì soltanto per lavorare e portare a casa il mio stipendio. Non mi pagano per attirare le attenzioni degli altri, ricordi vero? >>

<<Fai come vuoi, ma secondo me dovresti approfittartene. Da quel che ho sentito in città, Jack ha molti soldi e anche alcune ville sparse qua e là per Los Angeles. Dei soldi in più e qualche comodità non fanno mai male a nessuno. >> commentò, stendendosi il rossetto sul labbro inferiore <<E poi non mi sembra di certo il tipo d'uomo che bada a spese per le persone che lo sanno accontentare e che gli danno qualcosa in cambio. >> aggiunse con tono malizioso, mentre ammirava soddisfatta il risultato finale.

Una profonda sensazione di disgusto e disprezzo invase il mio stomaco.

<< Io se fossi in te ci penserei su, dico sul serio. Dopotutto sei ancora giovane e poi non ti costa niente ... >>

<<Smettila! >> urlai, afferrando violentemente il suo viso fra le mani <<Smettila! Io non sono così, io non uso o illudo le persone per ottenere dei favori e poi, una volta che non mi servono più, me ne vado dalla loro vita come se niente fosse. La devi smettere di pensare che io sia come te. Questo non succederà mai! Mai! >> sbraitai fuori di me con tutta la voce che avevo in gola <<Io non sono come te e mai lo sarò, hai capito? >>

Il veleno che avevo dentro era riuscito a venire fuori ed ora mi sentivo un po' meglio.

Susie rimase a guardarmi senza battere ciglio, i suoi occhioni verdi mi stavano scrutando gelidamente e le sue labbra carnose erano contratte in una smorfia indignata.

Lasciai cadere lentamente le mie mani dal suo viso e mi abbandonai contro lo schienale del sedile.

Susie chiuse come se niente fosse il rossetto, lo rimise dentro la sua borsa e, dopo averla serrata, si voltò verso di me.

<<È verde. >> sibilò, indicandomi il semaforo. <<Attenta che potresti perdere dei minuti preziosi. >>

A quella sua ennesima provocazione una rabbia incontrollata pervase il mio intero corpo, sentii il cuore accelerare di nuovo e picchiare violentemente contro il mio petto, mentre le mie mani si serrarono in due pugni rigidi intorno al volante.

Stetti per risponderle, ma un'idea geniale illuminò improvvisamente la mia mente e un sorriso malefico si materializzò in seguito sulle mie labbra.

La tempesta che si era formata dentro di me sparì con la stessa velocità con cui era comparsa.

Susie avrebbe avuto ciò che si meritava.



SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutte ragazze, ecco il capitolo 15!

 Vi volevo ringraziare per tutto il vostro supporto, per i vostri scleri, i vostri incoraggiamenti e tutto l'affetto e la forza che mi sapete dare ogni giorno.

Volevo ringraziare anche le nuove lettrici che in questi giorni ho visto che hanno iniziato a leggere Valley Paradise e naturalmente un ringraziamento speciale a quelle "vecchie" che continuano a seguirmi e a leggere il mio romanzo.

Siete tutto per me ❤

Spero il capitolo vi sia piaciuto e se volete provate a indovinare e scrivete sotto secondo voi cosa farà Caitlyn nel prossimo capitolo , vedremo se qualcuna di voi si avvicinerà a ciò che succederà!😇

Ci vediamo mercoledì 23 con il capitolo numero 16 .

Un bacione enorme a tutte voi, vi adoro ragazze!!

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora