Cap. 57

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<<Le faremo sapere qualcosa appena abbiamo i risultati, intanto può aspettare qui. Se vuole si stenda pure sul letto, oggi è una giornata abbastanza tranquilla in ospedale, quindi abbiamo alcune camere libere di cui al momento non ne abbiamo bisogno. >>

L'infermiera aprì con un gesto deciso le tende in modo che entrasse un po' di luce.

<<Va bene. >> risposi, mentre mi diressi verso il materasso senza farmelo ripetere due volte.

Mi sentivo ancora un po' debole e quel letto che si trovava a pochi metri da me appariva ai miei occhi quasi come una benedizione.

<<Se ha bisogno di un bicchiere d'acqua o qualcos'altro me lo dica pure che proprio ora devo passare dalle macchinette per prendermi un caffè. Sa, fra un po' inizia la mia pausa. >> disse sottovoce quasi come se fosse un segreto, mentre mi sistemò il cuscino.

<<No, grazie. Sono apposto così. >>

<<Come vuole! Se cambia idea può premere il bottone che è alla sua sinistra e arriverà subito qualche mia collega ad assisterla. >>

<<Ok, capito. Molto gentile davvero, ma credo di non averne bisogno. Tutto ciò che mi serve è soltanto qualche minuto di riposo. >>

<<Le gira ancora la testa? >>

<<Ora un poco meno. >>

<<Meglio così! Intanto le vado a chiamare sua zia perché le tenga un po' di compagnia e così, nel caso avesse bisogno, può contare anche su di lei. >> annunciò prima di uscire dalla stanza.

<<Mia zia? >>

<<Sì, la donna che l'ha accompagnata qui. Insomma ha detto di essere sua zia. Alexandra Roberts, giusto? >>

L'infermiera si bloccò sul pilastro della porta in attesa di una spiegazione plausibile davanti a quel mio inaspettato stupore.

<<Ah, mia zia Alex! Sì, certo. Sa è che ho tante zie e non mi ricordavo quale fosse venuta con me. >> mi giustificai malamente con un sorriso tirato.

La donna mi lanciò una profonda occhiata diffidente e, dopo aver trascorso qualche secondo appoggiata alla porta per riflettere se fosse il caso o meno di chiamare qualcuno per verificare che Alexandra fosse imparentata con me, alzò infine gli occhi verso il soffitto e scosse la testa quasi come in segno di arresa.

Non appena uscì dalla stanza, tirai un grande sospiro di sollievo e ringraziai con tutta me stessa la pigrizia e il menefreghismo di quella infermiera.

Sistemai il cuscino finché non divenne più comodo e mi ci buttai di peso, lasciandomi inebriare dall' aroma di fiori che la sua stoffa morbida emanava.

Socchiusi gli occhi e inizia a cedere pian piano alla stanchezza; ma, quando fui sul punto di addormentarmi, bussarono alla porta della camera, facendomi svegliare di soprassalto.

Mi tirai rapidamente su dal cuscino e mi misi a sedere contro lo schienale grigio del letto.

<<Scusami, non volevo svegliarti. >>

Alexandra entrò esitante dentro la stanza con in mano la sua solita borsa nera. << Ma un'infermiera mi ha detto che eri qui e che forse un po' di compagnia ti avrebbe fatto bene. >> si giustificò, spostando la sedia che si trovava vicino alla finestra di fianco al letto per sedersi accanto a me << Allora come ti senti ora? >> mi domandò, mentre era intenta a posare per terra con una precisione quasi maniacale la borsa vicino ai suoi piedi.

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora