Cap. 50

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<<Avanti. >> disse una voce imponente dall'altra parte della stanza.

A quel suono il mio cuore incominciò a battere più forte, le mie gambe tremarono, mentre il mio stomaco venne invaso da un profondo senso di vuoto.

Dopo qualche secondo di indugio, mi feci coraggio e e mi fiondai rapida nell'ufficio.

<<B-b-buongiorno. >> feci tesa, chiudendo la porta e voltandomi subito verso il direttore.

Dietro ad una grande scrivania di legno colma di fascicoli, tazze piene di caffè e qualche scatola di ciambelle semivuote, si trovava un uomo che stava leggendo il giornale e che, dalla tranquillità con cui lo stava facendo, pareva non avermi nemmeno sentita entrare.

Il capo del dipartimento aveva dei capelli corti e trasandati di un colore marroncino chiaro sbiadito che si vedeva senza alcun' ombra di dubbio che era stato usato per coprire i numerosi capelli bianchi che si nascondevano sotto quella tinta scadente.

Dei piccoli occhi azzurri spuntavano timidi da dietro gli occhiali grigi che stavano in perfetto equilibrio sul suo naso pronunciato e leggermente gonfio nel mezzo, mentre una piccola e sottile bocca completava il tutto.

Alzò la sigaretta che teneva stretta fra le dita della sua mano destra, e dopo essersela portata in bocca, inspirò profondamente il fumo e lo buttò fuori con fare deciso.

Mi avvicinai verso la scrivania e afferrai istintivamente la targa dorata che spiccava da sopra il tavolo.

<<Mr. Walsh. >> lessi il nome in nero inciso su quel pezzo di metallo.

<<Oh, buongiorno posso fare qualcosa per lei? >>

L'uomo abbassò di scatto il giornale, posandolo in seguito su un angolo lontano della scrivania.

<<No... cioé sì... >>

Mi affrettai a rimettere la targa sul tavolo, ma dalla fretta mancai la mira e la feci cadere rumorosamente per terra, trascinando insieme ad essa tutta una serie di fascicoli.

<<Mi scusi. >> mormorai imbarazzata, mentre mi chinai immediatamente per sistemare il gran casino che avevo appena combinato.

<<Non si preoccupi, non sa quante volte mi succede. >> disse cordialmente l'uomo, piegandosi a sua volta per darmi una mano <<E poi così mi ha alleggerito il lavoro, no? >>

Mi fece l'occhiolino, mentre si alzò agilmente con in mano una grande pila di documenti.

<<Ecco gli altri. >> gli porsi la parte restante <<E anche la targa. >> aggiunsi con un sorriso tirato, posandola questa volta cautamente sul tavolo.

<<Grazie. Si sieda pure signorina >>

<<Gervais, Caitlyn Gervais. >>

<<Caitlyn posso darle del tu? >>

<<Ehm, sì c-certo. >>

<<Quanti anni hai? >> mi domandò in seguito, bevendo rumorosamente un sorso di caffè.

<<17, perché? >> squittii nervosa.

<<Scusami non volevo essere invadente, ma ho una figlia che ti assomiglia tanto, soltanto che lei è un po' più grande di te. >> replicò con un sorriso sincero.

<<Come si chiama? >>

<<Anastasia, ma ora non vive più qui a Valley Paradise. Ha appena cominciato il semestre alla Pacific Univesity in Florida. >> spiegò, posando la tazza sul tavolo <<Vuole diventare medico e, anche se è molto difficile, considerato inoltre il prestigio di cui gode la scuola, io penso che ce la possa fare. È una ragazza molto in gamba e sono davvero molto orgoglioso di lei. >>

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora