Cap . 79

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Parcheggiai a una decina di metri dal pub e tolsi le chiavi dal volante.

I fanali dell'auto si spensero all'unisono e la musica proveniente dalla radio si acquietò fino a trasformarsi in un silenzio assoluto.

Ero arrivata.

Era arrivato il mio momento.

Basta misteri, basta doppi giochetti, basta menzogne.

Volevo soltanto la verità.

Lo dovevo a me stessa, ma soprattutto era una cosa che dovevo fare per mia nonna.

Prima di aprire la portiera, mi allacciai in fretta il cappotto, mi diedi una rapida occhiata allo specchietto del guidatore per controllare che il livido non si vedesse troppo e poi scesi dal veicolo.

All'esterno mi accolsero un'arietta viziata e un odore pungente di umidità che mi entrarono dritte in gola, scatenando in me una leggera tosse.

Mi sistemai il colletto della giacca che era storto ed alzai in seguito lo sguardo verso il cielo buio che era dominato da una luna piena.

Qualche stella le faceva da contorno, ma era lei la protagonista indiscussa.

Distolsi subito la mia attenzione dal cielo per ritornare alla realtà: avevo una missione da portare a termine.

Chiusi frettolosamente la portiera dell'auto e mi misi sulle punte per controllare la situazione all'entrata del pub.

I miei occhi si imbattessero in una numerosa folla di persone che erano accalcate contro la porta principale del locale e che, dalle voci di dissenso che riuscivo a percepire, stavano aspettando impazienti di entrare.

Tolsi le chiavi dall'automobile, me le misi in tasca e mi avvicinai al bordo della strada.

Mi guardai a destra e a sinistra e attraversai poi di corsa le strisce pedonali per arrivare dove si trovava la grande calca di clienti.

Fui costretta a sgomitare parecchio per farmi largo fra tutte quelle persone e, dopo alcuni tentativi, approfittando anche dello stato di ebrezza che alcuni di loro avevano ancora prima di entrare, riuscii a piazzarmi nella parte centrale.

<<Ehi bella, cosa fai superi? >> mi richiamò ad un certo punto qualcuno alle mie spalle con un tono squillante.

Feci finta di non averlo sentito e continuai a guardare davanti a me in attesa che l'ondata brulicante incominciasse a scorrere.

<<Biondina girati, sto parlando con te. >>

Mi girai curiosa verso la direzione da cui proveniva la voce.

Vidi a un paio di metri da me un uomo che avrà avuto più di 30 anni con una bottiglia di birra in una mano e una sigaretta ormai consumata nell'altra che mi fissava con uno sguardo languido.

<<Finalmente sua maestà si è degnata di rivolgerci la sua attenzione. >> si rivolse ad un suo amico che gli era di fianco <<Perché non vieni qua da noi a farci compagnia e aspettiamo un po' insieme? Ci pensiamo noi a scaldarti! >>

Si mise a ridere insieme all'altro.

Dall'aspetto malridotto e i movimenti impacciati di entrambi capii che erano ubriachi.

Mi voltai dall'altra parte senza rispondergli anche se i due ripresero per un po' a chiamarmi.

Era meglio starmene tranquilla ed evitare di mettermi in ulteriori guai.

Inoltre per mia fortuna la folla era piuttosto compatta, quindi non ci sarebbe nemmeno stato il rischio che quegli uomini potessero raggiungermi.

Incominciai a tamburellare nervosa il mio piede contro l'asfalto del marciapiede, guardandomi di tanto in tanto intorno con la leggera paura che i due estranei che mi avevano rivolto la parola potessero trovare un modo per avvicinarsi a me.

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora