Cap. 66

533 86 5
                                    

Mi schiarii la voce per avvisarlo che stavo per porre fine alla patetica messinscena che si stava ostinando a portare avanti e, senza pensarci una seconda volta, aprii di scatto i miei occhi.

Eppure quando lo feci con mia grande sorpresa davanti a me non mi ritrovai nessuno.

Brad non c'era più.

Mi guardai attorno confusa alla ricerca del suo volto sciupato e dei suoi occhi invasati, mentre l'acqua fuoriusciva con una certa energia dal rubinetto grigio.

Chiusi allora la manovella con un gesto deciso e appoggiai poi le mie mani contro i bordi del lavandino.

Avevo bisogno di un attimo per riprendermi.

Troppi avvenimenti erano accaduti in così poco tempo.

La mia testa stava scoppiando, non riuscivo più a capire niente.

Era come se intorno a me fosse apparsa un'enorme voragine e, più i minuti scorrevano, più mi sembrava di essere sul punto di caderci dentro.

E, mentre tutto il resto vicino a me era stato inghiottito dal nulla più totale, io ero in mezzo a quel burrone che lottavo per restare in equilibrio sopra il sottile strato di terra che mi proteggeva dal vuoto che si trovava invece sotto i miei piedi.

Fra il dover lottare e la perenne tentazione di lasciarmi cadere, fra il forte bisogno di urlare e la necessità di tacere, fra il chiedermi se valesse ancora la pena andare avanti o fosse meglio saltare giù nel vuoto.

Ecco come mi sentivo, era quella l'immagine che avevo in mente: io al bordo di un gigantesco precipizio circondata dal nulla più totale.

Alzai la testa e mi voltai dall'altra parte, affrettandomi a dare le spalle al mio riflesso malconcio.

Appoggiai i palmi delle mani e il mio fondo schiena dietro sul lavandino, stando attenta a non fare troppa pressione.

Rivolsi distrattamente il mio sguardo verso sinistra e, prima di ritornare a fissare il muro, bloccai di colpo la mia testa a metà strada.

Mi soffermai con maggiore attenzione sulla porta della toilette che per qualche strana ragione era socchiusa.

Mi avvicinai a passo felpato, allungando a rallentatore la mano verso la maniglia.

Spalancai di scatto la porta, facendola sbattere contro la parete.

La luce automatica che si trovava sul soffitto si accese ed illuminò potente ogni centimetro del bagno.

Sporsi cautamente la testa verso l'interno e lo ispezionai, ma di Brad non ce n'era alcuna traccia.

Chiusi la porta con una certa frustrazione.

<<Ed ora io come faccio ad andarmene da qui? >>

Analizzai perplessa la superficie scabra che avevo davanti.

<< Urlare a squarciagola sarebbe inutile, visto che l'ho già fatto e nessun è venuto in mio soccorso. E provare a spostare o a rompere questo blocco di cemento è fuori discussione. Rischierei soltanto di farmi più male di quanto me ne sono già fatta in precedenza. >> constatai, osservando i segni rossicci che mi si erano formati sulle nocche delle mani.

L'unica opzione che mi rimaneva era quella di aspettare che qualcuno si accorgesse della mia assenza come ad esempio l'infermiera Martinez.

Ora come ora i risultati delle mie analisi erano di certo l'ultimo dei miei pensieri, ma la cosa che mi premeva era che lei mi aiutasse ad uscire da qui.

Non sapevo se era una mia impressione, ma i cosiddetti "quindici minuti" di cui l'infermiera mi aveva parlato, erano ormai passati da un po' di tempo e di lei ancora non ce n'era nemmeno l'ombra.

E se si fosse dimenticata di me?

Basta!

Dovevo smetterla di rincominciare con le mie solite paranoie e fantasiose teorie.

Tormentare me stessa sarebbe soltanto servito a rendere la mia attesa più snervante e lunga di quanto già non fosse.

Feci un lungo respiro purificatorio e, dopo essermi assicurata di aver messo a tacere le numerose voci che mi ronzavano in testa, mi appoggiai contro il blocco di cemento.

Non appena la mia fronte sfiorò quei mattoni, l'intera barriera incominciò ad oscillare pericolosamente.

Mi allontanai allora allarmata dal muro, tenendo però gli occhi fissi su di esso e continuai ad indietreggiare finché non sentii le mie spalle sbattere contro la porta della toilette.

Mi strinsi spaventata contro di essa e rimasi immobile a fissare a bocca aperta il catastrofico spettacolo che si stava consumando a poca distanza da me.

Dopo neppure una manciata di secondi la parete bianca crollò, provocando un forte rumore che rimbombò nell'intero il bagno.

Si sollevò in seguito un notevole strato di polvere.

Sventolai la mano per cercare di vedere in mezzo alla nube di detrito bianco che mi stava offuscando la vista, mentre con l'altra premetti contro il naso e la bocca per evitare di respirare quella miscela poco salutare.

Quando il composto incominciò a depositarsi sul pavimento, avanzai, stando però attenta a non inciampare fra i pezzi grossi di cemento sui quali ora stavo camminando.

Rimasi a scrutare per qualche secondo la spessa striscia seghettata che non mi arrivava nemmeno all'altezza delle ginocchia.

Scossi la testa sempre più confusa dagli avvenimenti singolari che si stavano alterando uno dietro l'altro davanti ai miei occhi e scavalcai ciò che rimaneva del muro.

Non mi importava di capire.

La sola cosa che mi premeva era di uscire dal bagno, prendere, se c'era ancora, la lettera di mia nonna dalla giacca di Alexandra e andarmene il più in fretta possibile dall'edificio.

Non appena uscii dal bagno, mi guardai rapidamente attorno e, dopo essermi assicurata di essere sola, mi incamminai a passo spedito verso l'appendiabiti.

Frugai impaziente in ogni singola tasca della giacca di Alexandra, finché le mie dita sfiorarono qualcosa di liscio e poco spesso.

Quando tirai fuori l'oggetto e lo ebbi davanti ai miei occhi, un sorriso liberatorio illuminò il mio volto devastato.

Strinsi la busta lilla contro il mio petto e mi asciugai con la manica del maglione una piccola lacrima che stava percorrendo silenziosa la mia guancia destra.

Ce l'avevo quasi fatta, ormai mancava davvero poco.


SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutte ragazze ,

ecco a voi il capitolo 66!

Alexandra è scomparsa , ora anche Brad è si è volatilizzato nel nulla...

Ma in compenso Caitlyn ha ritrovato la lettera di Grace!

Ed ora , cosa succederà?

Caitlyn ritroverà Alexandra?

La lettera di Grace servirà a dare le risposte che la ragazza sta cercando?

Ma , soprattutto , ci saranno nuove sorprese dietro l'angolo?

Lo scopriremo nel prossimo capitolo che come sempre è mercoledì prossimo che sarà il 29 novembre .

Ci vediamo quindi fra una settimana con il capitolo 67 ♥

Un bacione a tutte e grazie per continuare a seguire la mia storia,

non sapete quanto ve ne sono grata !



Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora