Cap. 54

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<<Questo è il locale di cui le parlavo. >>

La signora Roberts indicò una modesta locanda che si trovava in fondo alla strada, mentre si tolse gli occhiali da vista e li mise dentro la sua borsa.

<<Nick's way. >> mormorai fra me e me, riuscendo a scorgere la scritta di color verde scuro che spiccava sull'insegna arancione e bianca del piccolo ristorante.

<<Il proprietario è un mio amico irlandese che ha viaggiato molto in Europa, >> iniziò a raccontare, mentre ci facevamo scaltramente largo fra la piccola folla di persone che stava tornando dal mercato << è stato in paesi come la Francia, l'Italia e anche la Spagna e ha cercato di imparare qualche piatto da loro. >>

Sparì per qualche istante in mezzo a un gruppetto di anziane.

<<Eccomi! Sono ritornata! >> esclamò con un sorriso divertito << Comunque come le stavo dicendo ha viaggiato molto in Europa e con i soldi che ha guadagnato grazie ai vari lavori che ha fatto per circa 20 anni, ha aperto da poco questo piccola locanda e mi ha detto che sarà soltanto l'inizio di una grande carriera da chef! >>

<<Speriamo per lui. >>

<<Già, lo spero anch'io. >> concordò la donna con un'espressione dolce << Io e Nick siamo praticamente cresciuti insieme, le nostre famiglie si frequentavano spesso perché lavoravano insieme in una piccola agenzia di assicurazioni e così noi ci conosciamo da quando eravamo bambini. E fin da piccolo era già un sognatore. Mi ricordo perfettamente tutte le volte che si faceva sorprendere in classe a vagare nel suo mondo e la professoressa Brooks, che lo detestava, lo metteva in fondo alla classe oppure quando non era giornata, lo portava direttamente dal preside da un orecchio. >> ricordò, ridendo.

<< Io all'inizio, prima di conoscerlo, pensavo che ci fosse qualcosa di sbagliato in quel ragazzo che durante le ore di lezione pareva quasi cadere in uno stato totale di trans, pensavo che fosse pazzo. Ma poi, quando incominciamo a parlarci e a conoscerci, un giorno gli chiesi a cosa pensava durante le ore della Brooks da essere completamente estraneo a ciò che accadeva in classe, perché lui mi sembrava lontano anni luce da noi. >> aprì le braccia con fare esagerato <<Allora lui mi sorrise con i suoi denti bianchissimi, mi prese dolcemente la mano e con il suo adorabile accento irlandese mi disse che la vera domanda non era "a cosa pensava", ma dov'era andato. >>

<<Dov'era andato? >> aggrottai la fronte.

<<Infatti! Ė la stessa reazione che avevo avuto io. E lui allora mi disse che in quelle ore di lezione era come se la sua mente lo portasse da altre parti, anche quando lui non voleva, il suo cervello si attivava e incominciava a viaggiare lontano. Mi raccontava che , rimanendo lì seduto e guardando fuori, tutto ad un tratto si ritrovava magicamente a passeggiare lungo la Hollywood Boulevard dove avvertiva l'energia che quel posto emanava e riusciva a sentire il profumo della carne bruciacchiata degli hamburger; altre volte attraversava addirittura oceani e confini e, con un semplice schiocco delle dita, si ritrovava a camminare lungo la spiaggia di Tenerife e riusciva a percepire sotto di lui il calore piacevole della sabbia avvolgergli i piedi oppure mi diceva che immaginava di trovarsi seduto in un piccolo caffè parigino all'aria aperta e, mentre ammirava da lì la città, teneva fra le sue mani un gustosissimo croissant appena sfornato e un giornale francese di fianco a lui... che poi il francese nemmeno lo sa! >> scosse la testa divertita << O addirittura diceva di attraversare di notte tutta Roma a piedi e perdersi fra le luci e i profumi di quella meravigliosa città. >>

<<Wow, aveva davvero una bella immaginazione il suo amico. Ma lo faceva ogni giorno? Cioè ... tutti i giorni immaginava di visitare quelle città? O "visitava" sempre posti nuovi? >>

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora