Cap. 38

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I miei piedi battevano in perfetta sincronia man mano che attraversavamo impazienti la lunga distesa di scale che si trovava davanti a noi; nel frattempo il cuore colpiva a ritmo il mio petto, creando una melodia unica che risuonava energicamente lungo ogni singolo centimetro del mio corpo.

Quando poi arrivammo all'ultimo gradino, ci ritrovammo al piano terra.

Le pareti erano sempre di color grigiastro ed erano tappezzate in modo caotico da quadri rovinati che raffiguravano vasi con vari tipi di fiori colorati, mentre il pavimento era ricoperto da una moquette trasandata, conferendo all'ambiente un aspetto insolito e a tratti anche lugubre.

Ad un certo punto Jack tolse la sua mano dalla mia e, dopo essere sceso dall'ultimo scalino, si fermò per qualche istante per controllare meglio la situazione.

Lo raggiunsi e, non appena scesi dalle scale, avvistai in lontananza la porta d'ingresso che si trovava esattamente alla fine del corridoio.

Era solo una questione di tempo e presto saremmo usciti da lì.

Ancora qualche misero metro per la libertà.

<<Andiamo? >> gli chiesi ansiosa, indicando in fondo del corridoio.

Il signor Rogers esitò un attimo a rispondermi, i suoi occhi glaciali stavano fissando un punto lontano e una smorfia pensierosa ora marcava gravemente il suo viso levigato.

C'era qualcosa che in quel momento lo stava turbando.

<<È tutto troppo facile! Dove sono gli scagnozzi di Ryan? Dovrebbero essere tutti su questo piano. >>

Si guardò attorno con aria diffidente.

<< Non possono essere spariti così di colpo. >> aggiunse, schioccando le dita.

<<Per caso ci sono altre stanze qui? >>

<<Sì, prima dell'uscita, c'è a destra una sorta di salotto. Ma la porta è chiusa e per di più non sento alcun suono provenire da lì. >>

<<Andiamo verso l'uscita e lo scopriremo. >>

<<Va bene, >> acconsentì poco convinto Jack << ma tu stammi vicina. Potrebbe essere pericoloso. >>

Ci incamminammo verso l'uscita della casa, ma dopo pochi metri il signor Rogers si fermò di colpo e, prima di proseguire, tirò fuori la sua pistola.

<<Così saremo più sicuri. >> affermò con un sorrisetto, mentre l'attivò con un gesto rapido.

Il suono metallico che fece la sicura dell'arma, mi fece rabbrividire,

ricordando mila sadica tortura che Ryan aveva fatto prima su di me.

Un profondo senso di nausea invase il mio stomaco e dei rapidissimi flashback comparvero nuovamente davanti ai miei occhi senza pietà.

Tutto ad un tratto sentii la fronte inumidirsi e il mio cuore battere freneticamente contro il mio petto con così tanta violenza che sembrava quasi sul punto di uscire dal mio corpo.

Poi tutto si fermò e quelle immagini orribili scomparvero come se non fossero mai apparse.

<<Stai bene Caitlyn? >>

<<Sì, sì sto bene. >> mentii, portandomi una mano sulla fronte per cercare di fermare i giramenti di testa.

<<Sei sicura? Sei diventata tutta pallida. Vuoi che ci fermiamo un attimo e poi riprendiamo? >>

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora