Cap. 27

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Mentre correvo lungo via Worlen, sentii i miei piedi pulsare insistentemente contro le punte delle mie scarpe quasi come se volessero liberarsi da quelle due torture di cuoio che li tenevano imprigionati.

Ad ogni mio passo il maglioncino che indossavo batteva fastidiosamente contro la mia schiena fradicia e l'aria gelida della sera riusciva ad entrare nei forellini che quest' ultimo presentava, creando un mix poco piacevole e per niente salutare.

Non sapevo per quanto tempo ancora sarei potuta resistere, le gambe che erano diventate pesanti erano ormai sul punto di cedere.

Ero giunta al limite delle mie forze.

Non appena avvistai in lontananza l'insegna blu sgargiante dell'entrata del parcheggio, avvertii dentro di me un meraviglioso senso di sollievo che mi spronò a proseguire e a compiere un ultimo sforzo.

Ce l'avevo quasi fatta, mancava poco.

Camminai a passo spedito verso la mia meta e decisi, per la prima volta da quando era fuggita, di dare una rapida controllata dietro di me.

Nessuno mi stava inseguendo, lungo tutta la via c'ero soltanto io.

Un sorriso poco convinto comparve sulle mie labbra: anche se da una parte mi sentivo più confortata, dall'altra non mi sentivo ancora totalmente al sicuro.

Quella situazione era troppo strana per i miei gusti, era stato tutto troppo facile.

Dove erano finiti i ragazzi da cui ero scappata?

In fondo erano tutti e tre in splendida forma e avrebbero potuto raggiungermi in qualsiasi momento senza alcuna difficoltà.

Allora perché si erano arresi così presto?

C'era qualcosa di poco chiaro in quella vicenda, c'era qualcosa che non mi tornava.

Forse fin dall'inizio non avevano in realtà avuto delle cattive intenzioni e si trattava soltanto di una trovata che Ryan aveva escogitato per non avermi più tra i piedi, in modo da parlare in privato con Brad delle loro questioni (?).

Scacciai dalla mia mente quell'assurdo pensiero, rendendomi conto che non avrebbe avuto molto senso.

Insomma architettare una tale messinscena soltanto per farmi allontanare da loro, sarebbe stato un gesto troppo estremo e irrazionale, anche per uno come Ryan.

Ma ora era inutile interrogarsi su quanto era appena successo, il pericolo era passato e, una volta arrivata a casa, sarebbe stato soltanto un brutto ricordo da dimenticare.

Quando mi trovai a pochissimi metri dall'insegna, mi fermai per prendere un po' di fiato.

Piegai sfinita le ginocchia e appoggiai le mie mani su di esse.

Respirai profondamente, cercando di riportare il battito accelerato del mio cuore ad una frequenza normale.

Dopo che quest' ultimo sembrò essersi stabilizzato, mi asciugai con un gesto deciso la fronte ed entrai nel parcheggio.

Superai con noncuranza le poche macchine di e attraversai le zone poco illuminate dai lampioni senza preoccuparmi più di tanto dell'atmosfera lugubre che il parcheggio presentava.

L'unica cosa che mi importava in quel momento era di tornare al più presto a casa, il resto non contava nulla.

Dopo qualche passo mi trovai finalmente davanti alla mia macchina e, di fronte a quella meravigliosa vista, un sorriso vittorioso comparve debolmente sulle mie labbra.

Tirai fuori dalla tasca le chiavi dell'auto, le avvicinai in fretta al buco della portiera, ma quando stetti per infilarle dentro, udii un suono animato di passi avvicinarsi verso di me.

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora