Cap. 52

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<<Perché non ho conosciuto Colin prima di Brad? Sicuramente mi sarei risparmiata tutto questo e ora non starei vagando per mezza città senza avere la più pallida di dove andare! E poi perché mi sono dovuta trasferire in questo paesino sperduto? Perché non sono andata a New York come volevo fare fin dall'inizio. >> mi lamentai a voce alta, mentre percorrevo furiosa le strade del centro <<No, certo che non potevo andarci! Come avrei fatto se i pochi soldi che avevo messo da parte li aveva spessi Susie per i suoi orribili vestiti. Non le bastava il denaro che guadagna con il suo "lavoro"? E poi... io quanto posso essere ingenua? Sono venuta con la stupida speranza che la mia vita sarebbe migliorata, che avrei fatto soldi a palate e che sarei riuscita ad inseguire i miei sogni ... Ma cosa mi era saltato in mente? Cosa credevo, che tutto si sarebbe sistemato magicamente? >> svoltai l'angolo <<L'unica cosa che sono riuscita a fare è aver peggiorato la mia situazione che già non era certo delle migliori. Brava Caitlyn, brava! Complimenti. Continua così, mi raccomando! >> mi congratulai con me stessa, applaudendomi, mentre mi fermai sul bordo del marciapiede.

<<Mamma quella ragazza stava parlando da sola. >> mormorò sconvolta al mio arrivo una bambina dai lunghi capelli rossi.

<<Non guardarla amore. >> le sussurrò la madre, tirando a sé la figlia.

Feci finta di niente e controllai il semaforo che era rosso.

Incominciai a guardarmi attorno spazientita, mentre battei le dita contro la coscia.

Mi voltai di nuovo verso il semaforo che però era ancora dello stesso colore.

Guardai rapidamente in entrambe direzioni e mi buttai decisa in strada stanca di attendere il verde.

Tutto ad un tratto, mentre mi trovavo sulle strisce pedonali udii vicino a me lo stridio acuto delle gomme di un'automobile che aveva appena frenato.

Mi fermai e, quando voltai il capo verso la direzione nella quale avevo sentito quel suono, mi accorsi che a pochi centimetri dal mio fianco sinistro si trovava un'auto grigia con dentro un uomo che aveva dipinta sul viso un'espressione completamente terrorizzata.

<<Si può sapere cosa ti è saltato in mente? >> si sporse dal finestrino ancora bianco in volto.

Lo squadrai per qualche secondo con indifferenza e poi, dopo aver dato una rapida occhiata alle persone che si erano fermate curiose sugli altri marciapiedi per gustarsi la scena, proseguii tranquilla.

<< Ehi ragazzina, sto parlando con te. Mi hai sentito? Potevo investirti! >>

Arrivata dall'altra parte della strada, imboccai via Silverstone.

Sinceramente non avevo in mente una destinazione precisa e non sentivo men che meno la necessità di averne una: mi sarei lasciata semplicemente portare dai miei piedi.

Avevo estremamente bisogno di camminare e camminare, sperando in quel modo di poter calmare l'ondata di sensazioni contrastanti e preoccupazioni che mi stava tenendo prigioniera.

Inoltre, nel migliore dei casi, passeggiando un po' per la città sarei forse riuscita a farmi venire in mente qualche soluzione per riprendere in mano le redini della mia vita che pareva aver cambiato totalmente direzione rispetto a dove mi trovavo io.

Man mano che salivo lungo quella vietta ripida sentii sempre più vicino un chiassoso agglomerato di voci squillanti.

Aggrottai gli occhi per capire da dove provenisse tutto quel baccano e non ci volle molto perché avvistassi in lontananza il mercato pre- invernale che il comune allestiva ogni anno all'avvicinarsi della nuova stagione.

Valley Paradise (COMPLETA)/ ITA /Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora