Cap. 92

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Alexandra accostò vicino alla fermata di un bus e spense di colpo il motore.

<<Non credo che qui si possa parcheggiare. E poi la centrale è alla fine della via. Manca ancora un pezzo abbondante di strada.>> le feci notare.

<<Lo so. Ma prima di andare dallo sceriffo volevo dirti una cosa. >>

<<Di cosa si tratta? >>

<<Qualunque cosa accada oggi lì dentro, volevo dirti che io sarò sempre al tuo fianco. So che per te non sarà facile rivedere Ryan e il signor Rogers, ma vedrai che alla fine di questa storia loro otterranno ciò che meritano e tutto ritornerà come prima. Anzi, meglio. Io riavrò l'agenzia, tu la casa di Grace e potrai finalmente stare tranquilla. Ma... cos'è quella faccia Cait? >>

<<Niente lascia perdere. >>

<<No dimmi, ti ascolto. >>

<<È che non so, ho come una brutta sensazione. Una parte di me vorrebbe credere che tutto si sistemerà, ma c'è qualcosa che mi dice che alla fine vinceranno loro. È sempre così. >>

La donna si slacciò la cintura di sicurezza e mi strinse forte a sé.

<<In guerra come nella vita bisogna lottare fino all'ultimo. Non si può partire già da perdenti. >>

Mi abbandonai al suo abbraccio e appoggiai la testa sul suo petto dove vi erano delle ciocce di capelli che sapevano di mandorle e rose.

<<A volte è vero, sono i cattivi ad avere la meglio e purtroppo non sempre i "buoni" ne escono vincitori. Ma ti assicuro che niente è già scritto. Tutto si può cambiare e migliorare, basta solo impegnarsi e anche crederci. E certo, un pizzico di fortuna non guasta mai! >>

Il rumore assordante di un claxon mi fece ritornar dritta di soprassalto.

<<Toglietevi da lì. Il bus sta per arrivare! >> urlò l'automobilista che ci passò di fianco.

Ci girammo all'unisono e vedemmo in effetti che la corriera si stava avvicinando.

<<Sbrighiamoci, sbrighiamoci. >> rise Alexandra, recuperando la cintura.

L'aiutai ad allacciarsela e ci allontanammo in fretta da lì, scoppiando a ridere di gusto.

A volte basta veramente così poco per essere felici, meno di quanto in realtà ci immaginiamo.

Quando arrivammo al distretto, scesi dalla macchina e aspettai sulle gradinate che Alexandra mi raggiungesse.

<<Pronta? >> appoggiò la mano sulla maniglia dell'ingresso.

<<Pronta. >> premetti a mia volta.

Entrate ci dirigemmo verso l'ufficio di Walsh.

<<Alexandra, Caitlyn sono qui. Vi stavo aspettando. >>

Lo sceriffo sbucò dal folto schieramento di scrivanie.

<<Stavo controllando un documento, ma ora ci sono. Come stai Caitlyn? >>

<<Abbastanza bene, credo. >>

<<Hai dormito in questi giorni? >>

<<Sì. >>

<<Vedrai che quando chiuderemo questo caso, ti sentirai meglio. >>mi assicurò con un tono che si addiceva più ad un padre << Lei invece Alexandra? Le mancano le sue case? >> si rivolse poi all'amica di Nick con un velo di ironia.

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