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"Vuoi tu, Patrick O'Brien, prendere la qui presente Josefine Cook come tua legittima sposa e di amarla e onorarla nella buona e nella cattiva sorte, fin che morte non vi separi?"-pronunciò il prete.

Ecco il fatico momento.

"Si, lo voglio!"-disse per poi guardare mia madre con occhi stracolmi d'amore.

"E tu, Josefine Cook, vuoi prendere il qui presente Patrick O'Brien come tuo legittimo sposo e di amarlo e onorarlo nella buona e cattiva sorte finché morte non vi separi?"

Gli occhi di mia madre si fecero lucidi.

"Si, assolutamente si! Lo voglio!"-disse prima di singhiozzare.

"Bene, io adesso vi dichiaro marito e moglie... Può baciare la sposa!"-Patrick non se lo fece ripetere due volte e bació immediatamente mia madre.

In chiesa si alzò un enorme applauso per i novelli sposi, tutti applaudivano eccetto me.
Fissavo in basso, perché mi ero ufficialmente resa conto dell'enorme cazzata che ho combinato fuori dalla chiesa con Dylan.

Credo di aver rovinato tutto tra noi ma al tempo stesso spero che non sia così.
Alzai piano, piano il viso per guardare Dylan, il quale fissava suo padre con ammirazione.
Aveva uno sguardo fiero e orgoglioso ma soprattutto felice come se per lui non fosse successo niente prima.

Spesso durante la cerimonia lo guardavo con la coda dell'occhio e non c'è stata mai una volta dove i nostri sguardi si sono incontrati.

"Ora, cari inviatati vi prego di lasciare la chiesa, e di aspettare fuori i due novelli sposi! Arriveranno fra qualche minuto."-disse il prete con estrema educazione.

Tutti ci avviammo verso l'uscita, una volta fuori le due damigelle di mia madre porsero dei cestini a tutti gli invitati con dentro dei petali di fiore i quali verranno lanciati una volta che usciranno gli sposi.
Tutto molto romantico, anche troppo per i miei gusti e io non sono dell'umore.

Mi girai attorno per cercare Dylan e lo trovai proprio difronte a me, teneva in mano quel cesto mentre parlava con un altro testimone di suo padre.
Non mi degnó nemmeno qui di uno sguardo.

"Ehi Ale pronta?"-mio fratello apparì alla mia destra facendomi sobbalzare.

"Ma sei matto? Mi hai fatto prendere un colpo! Non è il caso di festeggiare un funerale dopo un matrimonio eh!"

"Mamma mia come siamo scorbutiche oggi! Ma che ti succede?"

"Niente."

"Ciclo?"

Lanciai un'occhiataccia moribonda a mio fratello. Non era il caso di scherzare.

"Non voglio litigare anche con te."-dissi abbassando lo sguardo.

"Perché? Con chi hai lit.. Oh.. aspetta.. Hai litigato con Dylan?"-annuì.-"Infatti mi sembrava che c'era qualcosa che non andava.. Non vi siete degnati di uno sguardo."

"No.. aspetta! Io a lui lo guardavo era lui che non guardava me!"-precisai.

"E che hai combinato questa volta?"

"Cosa ti fa pensare che la colpa sia mia?!"-un'altra occhiataccia.

"Beh.. Perché ti conosco.."-disse con nonchalange.

"Ti sbagli invece! La colpa non è soltanto mia ma è anche sua! È di entrambi!"

"Okay, okay ma cosa è successo di preciso?"-mi chiese dopo aver sospirato.

"Chri non mi sembra il momento di parlarne.. Guarda, stanno per uscire.. prepariamoci!"-mi preparai per lanciare i petali.

I novelli sposi uscirono e tutti noi iniziammo a lanciare i petali, sembrava di essere in una scena di una film. Era tutto così fiabesco.

My StepBrother.  // Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora