2. Piccolo Einstein [Revisionato]☆

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Le ore passano e, ogni tanto, lo sfigato si gira verso di me e mi osserva. Che avrà mai da guardare? Ho forse il trucco colato per le troppe risate? È esilarante essere qui a dare fastidio a questo piccolo Einstein. La parte in cui si arrabbia è quella che preferisco: sbuffa e mette il broncio. Sembra quasi carino e adorabile quando mette il broncio.

"La smetti di fissarmi? Che c'è, ho il trucco colato e sembro un panda?" Mi giro, nervosa. Incuterei terrore anche al più duro con questo tono.

"Ma..." arrossisce dalle orecchie fino alle guance "...io... io non ti stavo fissando!" È palesemente in difficoltà e non sa che dire. Che tenero.

"E allora perché mi rompi le palle da quando è iniziata questa giornata di merda?" Cerco di non alzare troppo la voce, o quello di matematica mi taglia la testa se mi sente.

"Ma non ti ho fatto niente..." Insiste.

"E invece sì, mi stai parlando, sfigato di cui non ricordo il nome."

"Perché mi hai rivolto tu la parola." Dice lui infine.

Lo mando al diavolo e decido di andarmi a fare un giro in bagno o in corridoio. Ho voglia di fumare, ho bisogno di distendere i nervi. Certo che è dura litigare con gli sfigati, non me la ricordavo come un'attività così faticosa.

"Ehi, bella!" Sento una voce che proviene da dietro le mie spalle, mentre esco dal bagno.

La riconosco.
È la bidella Philomena.
È così dolce e carina e, in più, ha sempre un po' di cibo con sé, cosa che mi porta ad adorarla con tutta la mia anima.

"Pesante questa giornata?" Chiede, guardando il mio sguardo spento. Il mio umore è più freddo del solito. Ho solo voglia di tornare a casa e mettermi a dormire guardando qualche serie TV.

"Ciao Philomena... Abbastanza. Iniziano a tartassarci anche durante il primo giorno di scuola." Sbuffo, più annoiata che mai.

Tra chiacchiere e altro in mezzo ai corridoi, mi accorgo che sono stata fuori dalla classe per venti minuti. Ho già stabilito un nuovo record per quest'anno.

"Dai bella, torna in classe." Mi esorta poi la bidella.

"Hai un po' di cibo?" Chiedo, facendo un ghigno. Era lì che volevo arrivare fin dall'inizio.

"Ho dei biscotti. Vuoi?" Caccia dalla tasca del grembiule un pacco di biscotti al cioccolato e me li porge. Adoro questa bidella. È un angelo. Le sue tasche sono come la borsa di Mary Poppins, come un pozzo senza fondo.

"Sì grazie!" Esclamo entusiasta, come una bambina davanti a un regalo di compleanno. Un regalo che non sia un paio di calzini.

***

"Indovina chi sono!" Delle mani grosse e calde mi coprono gli occhi.

"Deficiente, mi rovini il mascara!" Sbraito, togliendomele di dosso e girandomi verso di lui. Per poco non lo mordevo. Nessuno deve osare toccarmi senza il mio permesso.

"Uh, oggi sei più acida del solito, Gi." Scherza Mike, mettendomi il suo braccio muscoloso intorno al collo, mentre raggiungiamo la sua macchina. Ormai dà per scontato ogni giorno che mi deve dare un passaggio a casa con la sua macchina. Camminare non è più nei miei piani, anche se la scuola è abbastanza vicina a casa mia.

"Senti, biondino, non sono acida. Sono gli altri che sono scemi in culo."

"So io come togliere questa acidità oggi." Fa partire la macchina e mette la musica. Come canzone parte immediatamente "A te" di Jovanotti. È una delle mie canzoni preferite. E soprattutto, è la nostra canzone, mia e di Mike.

"Che vuoi fare, il romanticone?" Lo stuzzico, ridacchiando un po'.

"Ti porto a mangiare qualcosa fuori. Solo noi due. Un po' come ai vecchi tempi." Risponde, sottovoce. È ovvio che si senta abbastanza a disagio in questo momento.

Io e Mike siamo fidanzati da due anni, ma in quest'ultimo periodo non usciamo insieme quasi mai e un po' mi dispiace perché si sta perdendo quel bel rapporto che avevamo prima. Oggi cerca di far ritornare quella fiamma che prima era spenta. Ma se una cosa è ormai morta, non può più resuscitare come se nulla fosse.

"Pizza?" Chiedo, facendo gli occhi dolci. Lo comincerò a dirmi di sì.

"Finirai per diventare una balena se continui a mangiare schifezze. Una balena acida!" Scherza lui, ridendo, ma io non ci vedo nulla da ridere.

"Non fai ridere, biondino." Rispondo a tono "Tu invece sei troppo fissato con il calcio! Guarda che fisico, tra poco quegli addominali te li scoppio con l'ago."

Sorride per il complimento.

"Va bene, vada per la pizza!"

Urlo e batto le mani come una foca. Mi entusiasmo per così poco.

Solo con lui riesco a togliere la mia corazza, la mia anima da bulla, il mio cuore di ghiaccio. Con lui mi sciolgo completamente. Il ghiaccio si scioglie per un attimo.

È perfetto e non lo cambierei mai con nessuno.

***

"Una domanda. Ma Helene con chi se n'è andata a casa? Di solito viene sempre con noi." Chiedo, mentre arrivano le pizze al tavolo.

"Ah... l'ho vista che andava a piedi con Dana."

Quasi mi strozzo con la pizza per il nervosismo:"Cosa?!" Quasi urlo "Ma è impazzita?"

Fa spallucce.

"Avranno trovato un punto d'incontro, non lo so."

"Ma questa è scema proprio."

Spero che Mike si sia sbagliato.

Ad un certo punto, vedo entrare una persona in pizzeria. Una persona che non avrei mai voluto vedere. L'ultima persona della terra che avrei voluto che entrasse in questa maledetta pizzeria, mentre io sono qui col mio fidanzato a godermi una pizza in pace...

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora