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Madison

Sono convinta di aver fatto la cavolata più grande della mia vita quando ho deciso di lasciare Cameron.
Ci lasciammo pensando che tra di noi non poteva esserci niente, se non l'amicizia.
Ma mi sbagliavo.
Mi sbagliavo di grosso.
E ora sono rimasta qui, fregata, a desiderarlo.
Ma lui desidera lei, solo lei.
Mi guardo di nuovo allo specchio.
Mi faccio riportare a casa da Marco o me ne frego di tutto e torno ad affrontare la realtà in quella sala?
Non posso uscire con questi capelli appiccicosi e ancora grondanti di succo all'arancia! Che cosa ridicola. Rideranno tutti di me. Ma io dovrei iniziare a fregarmene dell'opinione della gente e iniziare a vivere, a vivere con serenità. Non mi sento a mio agio in nessuna situazione e io a questa festa non volevo nemmeno venirci. Cercando di non scoppiare a piangere, stringo i denti ed esco finalmente dal bagno. Come vorrei tornare a casa subito...

Vado al tavolo dove tutti stanno già degustando gli antipasti.
Al nostro tavolo ci siamo io, Helene, Giselle, Mike, Dana, Marco e ovviamente non poteva mancare anche Cameron!
I due piccioncini sono seduti vicini e lui le sta accarezzando lentamente una coscia, Mike è impegnato a discutere con Dana manco fossero una coppia sposata in crisi e Helene sta fissando Marco, nella speranza che lui si accorga magicamente di lei.
Prendo posto vicino a mio fratello e fortunatamente capito anche vicina a Cameron. Esulto dentro di me, ma lo sguardo di Giselle sul mio mi fa raggelare il sangue.

"Bella pettinatura!" esclama sarcastica, alludendo ai miei capelli appiccicosi e inguardabili.

Non rispondo e lei scoppia in una fragorosa risata. Anche Cameron non riesce a trattenersi e io mi sento sempre più ferita da tutto questo.
Voglio tornare a casa.
Marco mi riporti a casa? Ti prego, fingi che hai qualche contrattempo. Io non ce la faccio più.

Ma tutte le preghiere che sto facendo dentro di me non servono a niente.

"Perché ti siedi al tavolo con me se non mi sopporti?" come sottofondo c'è sempre la voce di Dana, che starnazza contro Mike.

Lui alza gli occhi al cielo, spazientito "Oh, Signore pietà... Quante volte te lo devo dire che io sono qui per stare con Helene?"

"Se è per questo anche io." risponde la mora "È la mia migliore amica."

"Come l'hai chiamata, scusa?" si intromette anche Giselle. Se avesse un lanciafiamme la brucerebbe viva qui davanti a tutti.

"Basta, ma state calmi!" arriva la festeggiata, sorridendo nervosamente "Non stiamo in una soap opera o come cavolo si chiamano quelle cose. Voglio solo che ci divertiamo."

Mike e Giselle annuiscono, mentre Dana continua a lanciare sguardi di fuoco a tutti e due.

"Detto ciò, andiamo a ballare?" chiede poi Helene "Anche tu Madison!"

Mi risveglio dal mio stato di spettatrice e balbetto un semplice "No."

"Anche io resto qui." dice improvvisamente Cameron. Ma quanto posso essere felice dentro di me?

Alla fine Giselle, Helene e Marco vanno a ballare, Dana va verso un altro gruppo di amici e io rimango al tavolo con Cameron e Mike. Quest'ultimo prende il telefono e inizia a smanettare, estraniandosi dal contesto della festa.

"Cam, andiamo a fare un giro fuori? Mi manca l'aria." gli dico, richiamando la sua attenzione mettendogli una mano sulla spalla.

"Certo che siete proprio fissate con questo Andiamo fuori! Fa freddo. Ma voi ragazze non soffrite il freddo?"

"Certo, siamo esseri umani." roteo gli occhi al cielo. Questa conversazione già non ha senso "E comunque ho bisogno di stare calma, non nel caos. Se vuoi andiamo a sederci nel corridoio sui divanetti. C'è anche la stufa!" sorrido.

"Per me va più che bene!" ricambia il sorriso e in questo momento mi sembra di essere ritornata un attimo ai vecchi tempi.

***

"E così... Adesso stai con Giselle?" gli chiedo, non sapendo più di che parlare. Gli altri sono in pista da ormai dieci minuti mentre noi siamo qui da soli.

Annuisce vago.

"E ti trovi bene con lei?" chiedo poi, sempre più sfacciata.

"Benissimo. La amo!" sorride e sta quasi per arrossire. Dio benedica i ragazzi che arrossiscono!

Però questa affermazione mi fa male al cuore. È come se me lo stessero lacerando lentamente.

Sorrido per non piangere.

Mad, lui non ti ama.

C'è un silenzio imbarazzante.
E allora adesso lo rompo io il silenzio.
Mi avvicino bruscamente a lui e lo bacio come non avevo mai fatto prima.
Non si sottrae, ma nemmeno ricambia con sicurezza.
Ci cercavamo entrambi, me lo sento.

Perché lo stai facendo?

Siamo così presi, ma sento degli sguardi pesanti su di me, su di noi.

Giselle ci sta guardando e in un attimo mi stacco da Cameron.

"Scusate, ho interrotto questo bel momento?" chiede sarcastica.

Nessuno dei due sa cosa dire.

"Giselle, io..." prova a spiegare Cameron.

"Non voglio sentire niente. Ho visto tutto con i miei occhi. Buona continuazione."

Fa per andarsene, ma poi si gira di nuovo verso di noi e Cameron ne approfitta per parlare "È stata lei."

"E tu come un cretino ti avvinghi." continua a sorridere, però intanto ha gli occhi lucidi.

"Mi ha preso alla sprovvista."

"Sparite dalla mia vista." sibila infine, per poi andarsene.

Rimango interdetta.
Non dovevo farlo.
Ma l'adrenalina provata è stata indescrivibile.
Sto per dire qualcosa a Cameron, sto per chiedergli di rimanere con me ma lui, senza dire niente, si alza e segue la sua amata.

Sento che io e Cameron non ci parleremo più ed è un pensiero bruttissimo da concepire.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora