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"Dove vai, Gi?" mi chiede Helene, mentre io la abbandono in un attimo senza dirle niente.

Cosa sto facendo?

"Tu vai a sciacquarti la faccia." le metto le mani sulle spalle "Di certo non puoi continuare questa festa con gli occhi rossi della serie Mi sono fumata venti canne ma chi se ne frega! Sbrigati."

Obbedisce senza aggiungere altro e io vado dai due amichetti del cuore.

Come ho già detto, credo proprio di doverne combinare una delle mie.
Smuoverò un po' la serata, ma senza rovinare la festa alla mia amica.

"Hola Madison!" la saluto con troppo entusiasmo. Un entusiasmo falso come la mia voglia di parlare con questo soggetto in questo momento.

Appoggio l'avambraccio sulla spalla del mio fidanzato e la guardo con atteggiamento di sfida.
Lo so, è una cosa un po' ridicola, ma come la dovrei fare sgommare se non così? Essere diplomatica e dolce non è mai nei miei piani.

"Ciao, Giselle..." mi saluta lei, sempre con quel tono timido.

"Che si dice?" chiedo con finto fare innocente.

Lei non risponde e io guardo Cameron.

Dai, lo so che ho l'espressione di una santa in questo momento!
Mi manca solo l'aureola intorno alla testa e sto proprio al completo.
Una santa pericolosa.

"Giselle, cosa vuoi?" mi chiede Cameron, serio.

"Voglio che ti fai una risata! Dai, non stiamo mica a un funerale!"

Madison ridacchia.

"Ti va se andiamo a prendere qualcosa da bere?" gli chiedo.

"Madison, vieni anche tu." dice Cameron.

Ovviamente deve portarsi anche la cagnolina dietro, sennò non è contento il ragazzo.
Lo riempirei di schiaffi in questo momento, giuro.

Prendo un bicchiere di succo senza guardare nessuno e adesso viene il bello.

Fingo di inciampare sul filo sottostante collegato alle casse e miro subito sulla faccia e i capelli di Madison, facendo andare anche qualche goccia sul suo vestito rosa perla.

Che opera d'arte.
Che bambinata.
Ma dovevo farlo!

E non è finita qui.
Concludo l'opera iniziando una risata incontrollabile e il bello è che questa risata contagia anche Cameron.
Non vedo l'ora di dargli il cinque.

"Grazie, Giselle." dice stizzita la ragazza coperta di succo all'ananas "Ma il profumo l'ho già messo, non c'era bisogno di darmi questo meraviglioso aroma all'ananas!" serra le labbra, arrabbiata più che mai. Sembra sul punto di staccarmi la testa dal corpo a mani nude. So quanto vorrebbe farlo.

"Non fai ridere. Ma il tuo aspetto sì!" mi faccio un'altra risata e me ne vado, tirando Cameron per la mano.

Usciamo fuori a prendere una boccata d'aria, e io mi accendo una sigaretta.

"Giselle... Sei stata grande!" mi fa notare il mio ragazzo "Ma che ti ha fatto di male quella povera anima?"

"Mi urta i nervi. E se le piacessi ancora?"

"No, non le piaccio. Smettila."

"Va bene. Però è stato divertente, ammettilo. Di certo non potevo stare ferma. L'ho dovuto fare per forza!" mi viene ancora da ridere spontaneamente se ripenso alla faccia della piccola Madison fradicia.

"Quante ne fai, piccola peste." sorride e mi dà un pizzicotto sul fianco.

Lo guardo dritto negli occhi "Però ti odio quando fai così."

"Così come?"

Mi siedo su un divanetto mentre ascolto il verso delle cicale.
C'è silenzio.
C'è pace.
Ci siamo noi.
E dentro ci aspetta una cagnolina bagnata e una festa da urlo.

"Quando ti arrabbi per ogni minima cosa." gli faccio notare per la centesima volta.

"Hai ragione. Ma ci tengo fin troppo."

Resto in silenzio.
E non credo ci sia qualcosa da aggiungere.
Mi alzo dal divanetto, mi siedo sulle sue cosce, prendo il suo viso tra le mani e lo bacio improvvisamente.
Non ho chiuso gli occhi poiché Mike, appena arrivato alla festa, ci sta osservando.

Guarda e soffri.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora