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Entra nel senza proferire parola e io lascio perdere.
Per fortuna sono attaccata a Cameron come una sanguisuga, o davvero avrei ucciso con le mie stesse mani quel biondino che mi fissava qualche secondo fa.

"Ho freddo." dice lo sfigato tra un bacio e l'altro "Ritorniamo dentro?" chiede poi.

"Io sto bene." dico ghignando.

Ovunque non c'è Mike io sto bene.

"Sì ho capito, ma dovremmo andare a mangiare."

E niente, appena si parla di cibo sono sempre la prima a ritrovarmi a tavola.

"Si mangia!" urlo con fin troppo entusiasmo, mentre mi alzo e rientro di corsa dentro seguita da lui.

"Stai calma, cicciona!" e si mette a ridere.

"Tu vuoi le botte." gli dico puntandogli un indice sul petto.

"Non faresti male a una mosca."

"No infatti... Le mosche sono troppo veloci e non riesco a prenderle, ma tu sei una lumaca e quindi ce la faccio. Ti picchierò con gusto."

Si mette a ridere. Questo ride sempre "Sicura? E allora prendimi se ci riesci!"

E inizia a correre.

"Scemo, ho i tacchi! Non vale così." però inizio a corrergli dietro lo stesso. Se non mi slogo una caviglia è un miracolo.

Corro e corro, finché non cado addosso a... Marco?!

Cameron si accorge che non lo sto più inseguendo e torna subito indietro.
Non appena vede Marco si irrigidisce, ma viene lo stesso al mio fianco.

"Guarda chi si vede, la coppietta felice." inizia a dire, con un velo di gelosia nella voce. Ora ha un motivo in più per spaccare la faccia a Cameron.

"Guarda chi si vede, colui che deve essere picchiato." rispondo a tono "Che ci fai qui? Finalmente hai deciso di rendere felice Helene venendo alla sua festa?"

"Mh..." fa finta di pensare un attimo, mettendo una mano sotto il mento "No, Giselle. In realtà sono qui per te. Non me ne frega nulla di questa festa. Sì, bel posto. Ma non sono qui per questo."

"Viva la sincerità." faccio spallucce "Potevi anche non venire allora, ti ricordo che non me ne frega niente di te! Se ti stavi a casa facevi un piacere a tutti."

"Diretta la ragazza. E invece sarò qui." fa un passo verso di me e intanto Cameron continua a stare zitto al mio fianco. Si vede che si sente a disagio e non sa cosa fare.

"Bene, basta che la smetti di importunarmi."

Gli do le spalle, alzo la mano in segno di saluto e me ne vado, seguita da Cameron.

"Stavamo dicendo?" dice lui, abbracciandomi da dietro per i fianchi. Quanto è carino!

"Si mangia." rispondo già con l'acquolina in bocca.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora