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Giselle

"Ti vedo un po' triste..." gli stringo la mano sudata mentre usciamo dalla palestra "Sicuro di stare bene?"

"Piccola sto bene, non devi preoccuparti." Ricambia la stretta e si avvicina con la bocca alla mia guancia, schioccandomi un bacio sulla pelle fredda e secca.

I brividi.
Ogni volta che mi chiama con quel maledetto soprannome mi fa sempre lo stesso effetto.

"Sicuro che non sei ancora arrabbiato per quella storia?" Insisto, cercando di non arrossire per le emozioni provate.

Perché ogni suo minimo gesto mi deve far girare la testa che manco i più forti cocktail?

"È una stronzata, Gi. Figuriamoci se mi arrabbio per queste cose. Tu non c'entri niente."

Sono all'improvviso più tranquilla e il mio cuore sembra ritornare ad un ritmo più regolare.

"Domani compi diciannove anni, vecchio!" Lo sfotto, cambiando argomento.

"Sì, piccola. Domani mega festa a casa mia!"

Esultiamo entrambi e ci facciamo una risata.

Stiamo ancora camminando a piedi per il corso ormai pieno di foglie autunnali con le sue dita della mano sinistra intrecciate alle mie della mano destra. Non c'è cosa più bella.

Assaporo questo momento con ogni cellula del mio corpo. Questo momento passato in silenzio solo tra di noi, questo momento passato a punzecchiarci con gli sguardi.

A farmi sussultare è il mio telefono che squilla all'improvviso.
Maledizione, non potevo lasciarlo spento o in silenzioso?

"Scusami." Gli lascio la mano e prendo il telefono dalla tasca del giubbotto di pelle nera per rispondere.

Mi stupisco quando appare sul display "Byanca".
Quella troglodita non mi cerca mai, perché mi ha chiamata? Forse sto facendo tardi? Forse i miei sono preoccupati? Non penso proprio, lo sanno che sto in giro con Mike.

Anche Mike ha più o meno la mia stessa espressione in volto, mentre il telefono continua a trillare insistentemente.

"By, che succede?" Rispondo prontamente.

Sento cose strane dall'altro lato.
La linea è disturbata?
No.
È un pianto.
Un pianto di dolore.
E nessuna parola.

Mi fermo di colpo prima di attraversare la strada ormai deserta alle nove di sera.

"By mi dici che cazzo succede?"

Mi sto allarmando sempre di più.
Sento il mio cuore andare a un ritmo irregolare.

Mike nota la mia preoccupazione e si ferma dietro di me, massaggiandomi i fianchi.
Ma tutto ciò non mi calma.

La sento mentre continua a piangere e solo dopo un minuto intero di agonia e di ansia si decide a parlare.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora