Fredda come la neve

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"È successa una cosa bruttissima." Si decide a parlare tra i pianti.

Non fiato e lascio che continui, sempre più in ansia.

"Cosa?" La incito a continuare. Non voglio stare ancora sulle spine.

"Zia Rosa..." la sento piangere ancora più forte.

Inizio a temere il peggio.
Da un lato non voglio sentire cosa è successo perché ho paura ma dall'altro voglio saperlo a tutti i costi, prima che diventi pazza.

"Se n'è andata. Giselle, zia non c'è più!"

Questa rivelazione mi spiazza.
Non me lo sarei mai aspettato.
Non so cosa pensare, non so se crederci.
So solo che stringo i pugni e mi sforzo a non versare lacrime.

Giselle, non devi piangere.
Anche se ci stai malissimo non ti azzardare a piangere.

Attacco la telefonata e guardo il cielo.
Lei è lassù e sicuramente Dio l'avrà accolta in paradiso. Era molto religiosa, ma la sua malattia non le permetteva di fare niente, nemmeno di andare in chiesa.

Non doveva lasciarmi proprio lei.
Colei che da piccola passava tantissimo tempo con me facendo tutto ciò che poteva.
E mi sento una merda, perché l'ultima volta che sono andata a casa sua le ho risposto male e non l'ho né salutata e né ringraziata per l'ospitalità.

È proprio vero che inizi a sentire la mancanza di una persona solo quando la perdi.

Dopo averlo detto a Mike rimanendo fredda lui mi abbraccia.
Un gesto così semplice ma allo stesso tempo confortante.
Ma nessun gesto può rimarginare il mio cuore rotto e che chiede aiuto per la disperazione.

Le lacrime vorrebbero uscire, ma non posso farle uscire.
Non voglio farle uscire.

"Mi dispiace tanto, piccola." Mi sussurra, mentre i miei capelli ondeggiano al vento solleticandogli la sua faccia ormai affondata nella mia.

Mi lascio cullare dal suo forte abbraccio, ringraziandolo per il conforto.

Un altro squillo del telefono.
Stavolta è la mamma.

"Amore." Anche lei è triste e sta piangendo a dirotto per la sua povera sorella "Siamo a casa della zia. Ti aspettiamo. Stanotte stiamo lì."