43

1.7K 106 18
                                    

Una Byanca molto irritata irrompe nella mia camera da letto senza permesso.

Sono davanti allo specchio a passare la piastra sui miei capelli leggermente mossi e sono già le otto di sera. Li vorrei tanto lisci al naturale, e invece me li devo sempre bruciare con la piastra!

"Che stai facendo?" Mi chiede.

"Cazzi tuoi?" Rispondo amara.

"Sì, sono tua sorella!" Ridacchia e si lancia a peso morto sul mio letto e poi continua a saltellarci sopra come una bambina.

"Scendi immediatamente." Stringo nelle mani la piastra come se volessi scoppiarla all'istante.

Giselle, stai calma.

"No!" Sembra una bambina. Lei e il piccolo Paolo hanno la stessa intelligenza secondo me.

"Con la tua grazia da suina spaccherai il mio povero letto!"

Inizia a ridere come una capra e si alza di scatto, per poi avvicinarsi a me.

Ci guardiamo entrambe allo specchio: Byanca è un poco più alta di me.

Mi strappa la piastra dalle mani "Dammi, faccio io! Mi diverto."

"No, tu me li rovini, miss ricciolina!" Mi riprendo la piastra e la passo per trecento volte sul ciuffo davanti, finché non diventa liscio come la seta.

"Uffa, volevo farteli io!"

"Sparisci vecchia." Le faccio segno di andarsene con la mano, lei mi dà un leggero calcio sul fondoschiena e se ne va ridendo, facendo sorridere lievemente anche me.

Come farei senza mia sorella...

***

Si avvicina a me con la sua solita camminata da chi si crede Dio sceso in terra.
Sono seduta sulla panchina e guardo lo schermo del cellulare per controllare l'ora.

20:02.

Rimetto il cellulare in tasca e lo osservo.

"Perché hai gli occhiali da sole se è già buio? Mi sembri uno scemo." Mi alzo dalla panchina e gli vado incontro.

"Non si saluta nemmeno, piccola peste?" Come al solito cerca di mettere il suo braccio intorno al mio collo. È un vizio. Mi scosto e mi allontano da lui.

"Frena gli ormoni, bello."

Si mette a ridere e mi dà un piccolo pugno sulla spalla.

"Andiamo a fare un giro?" Chiede poi.

"Sì dai, sto congelando."

"Ti riscaldo io." Dice, cercando di essere sexy e riuscendoci.

Fosse stata un'altra sarebbe subito caduta ai suoi piedi sclerando come un'oca.

"Ti credi figo?"

Non risponde.

"Ti ho fatto una domanda."

"Ma io sono figo." Si passa la mano tra i capelli con un gesto teatrale.

"Ma smettila!"

Ridiamo entrambi.

Stranamente mi sto divertendo, ma allo stesso tempo mi sento in colpa per come Helene stia male per ciò.

Finché non lo baci è tutto apposto, Giselle.

Ma chi lo vuole baciare?! Io no di certo!

"Marco, si è fatto tardi, devo tornare a casa e..."

La nostra lunga passeggiata è giunta quasi al termine.
Sono le 22 00.
Voglio andarmene a casa.

"No dai, Giselle. Ammettilo che ti sei divertita."

Sì, mi sono divertita.
Gli do le spalle e sorrido: non voglio farglielo capire, non voglio dargli ragione. Non a Marco.

Si avvicina a me e mi prende per i fianchi.
Stranamente non mi sposto.
Mi giro verso di lui ancora avvolta dalle sue mani e lo guardo: mi sta fissando le labbra.
Toglie le mani, si gira verso di me e ci guardiamo negli occhi. Marco ci sa fare con le ragazze. Sarà per questo che tutte gli sbavano dietro? E perché tra tutte quelle ragazze lui deve preferire una come me? Una che d'amore non ne vuole proprio sapere in questo momento?

Restiamo in silenzio.
Un lungo ed interminabile silenzio.

Un altro attimo e sento le sue labbra sulle mie. Così all'improvviso.
Cerco di mollare la presa ma lui mi fa rimanere attaccata alle sue labbra morbide e carnose mettendomi una mano sulla nuca.

Ci resto per un po', ma sono io a mollare le sue labbra per prima.

Riesco solo a fissarlo incazzata.

Come cazzo si è permesso a baciarmi senza permesso? Senza che io ricambi i suoi sentimenti? Lo sa che non ricambio i suoi sentimenti, ma è proprio ostinato.

Nessuno dei due parla.

Sto per mollargli uno schiaffo, ma lui mi ferma "Giselle, scusami..."

"Non ti scuso manco per il cazzo!"

"Ma... era solo un bacio!"

"Un bacio da me non voluto! E che non vorrò mai! Ascoltami bene, tu non mi avrai mai."

Gli mollo quello schiaffo che avrei voluto mollare da tantissimo tempo e scappo da lì senza dire altro.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora