1. Stronzologia [Revisionato]☆

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Giselle.
Sembra un nome da ragazza dolce e carina, giusto? Ricorda la danza classica, che come fuoco si espande nei suoi passi leggiadri, così come la gioia nei cuori delle persone che la guardano.
E invece eccomi qua: il ghiaccio in persona. Quello che non si scioglie nemmeno durante un'ondata di caldo equatoriale.

"Gi, ti vuoi sbrigare?" Mi sprona mia sorella, Byanca. Mi accorgo in questo momento di essere troppo assorta nei miei pensieri e non noto che sono in ritardo per il primo giorno di scuola. Non sono una grandissima studiosa, non rendo fiera i miei genitori con le pagelle che ho, ma sono felice di ritornare in quel posto: rivedrò i miei amici, il mio fidanzato e, soprattutto, non vedo l'ora di far sentire la mia presenza in quell'istituto. Mi dovranno notare tutti, dovrò far dire a tutti Oh no, è ritornata Giselle!

"By arrivo. Devo solo truccarmi." Rispondo, mentre dispongo sulla mia personalissima postazione-trucco tutto ciò che mi serve, entusiasta.
Adoro truccarmi e non uscirei mai di casa senza le mie lunghe linee di eye-liner che Cleopatra può solo sognare remotamente. Truccare il mio viso come mi pare e piace mi permette di esprimere me stessa: ho pur sempre la libertà di fare ciò che voglio sulla mia faccia, senza che qualcuno abbia da obiettare.

Già sento il sospiro di Byanca dietro di me. Ci tiene proprio ad arrivare in orario Miss Perfettina. Bene, Io farò di tutto pur di farle fare almeno un minuto di ritardo: è così divertente quando si arrabbia!

"Ma non puoi fare a meno di truccarti per una volta? Fai fare sempre ritardo!" Si lamenta peggio di una bambina che sta per iniziare il suo primo giorno di scuola primaria.

Mia sorella di carattere è il mio opposto: carina, espansiva, dolce quanto basta... insomma, si è capito. È la ragazza ideale di chiunque e Io a volte la invidio, ma nello stesso tempo non cambierei il mio strano carattere con nulla al mondo.

Aggiusto accuratamente il mascara nero sulle ciglia e mi alzo, osservando soddisfatta il risultato del mio trucco allo specchio.
Niente male, Giselle. Davvero niente male.
Nemmeno il mio egocentrismo è niente male.

"Sei contenta, ci ho messo due secondi!" Dico sarcastica, dopo altri dieci minuti di lamenti.

Guarda l'orologio e si batte una mano sul viso, in preda a una crisi di nervi:"Muoviti, Gi."

***

Arrivo a scuola correndo come una pazza, anche se a me non frega di arrivare in ritardo o meno. Il tempo è solo un numero, perché la gente gli dà tanta di quell'importanza?

Saluto Byanca e, dopo averla presa in giro perché quest'anno deve fare l'esame del quinto anno, la lascio in pace e vado alla ricerca della mia classe.
A

ppena arrivata quasi davanti alla classe, noto che un ragazzo dai capelli castani, gli occhi scuri e gli occhiali neri sul naso, alto e magro, si avvicina a me timidamente. Questo da dove è uscito, Harry Potter? Mi sa tanto di nerd sfigato, ma so benissimo che etichettare le persone è sbagliato.


"S-scusa, hai visto la classe 3ª B?" Chiede arrossendo e non guardandomi negli occhi. Come avevo constatato, è uno sfigato "Sono nuovo e non riesco a trovarla."

"Non me ne fotte un cazzo." Dico ridendo. Non so perché, ma credo di aver trovato la mia nuova vittima di insulti fatti a caso. Ah, quanto mi diverto!

Mi guarda malissimo. Se avesse avuto dei laser al posto degli occhi, mi avrebbe già incenerita.

"Comunque... piacere, mi chiamo Cameron." Mi dice poi, allungando la mano. Perché è così gentile? Lo sto trattando di merda, senza un minimo di pietà.

"Continua a non interessarmi." Dalla mia bocca esce un'altra risata "Levati dalle palle, stuzzicadenti!" Gli dico, spingendolo, mentre vedo di trovare la 3ª B, che per sfortuna è anche la mia classe.

"Simpatica, mi dicevano." Commenta, mentre allunga di lato un angolo della bocca e incrocia le braccia al petto.

"Lo so, grazie." Mi giro, gli do le spalle e me ne vado, continuando a ridere. Da un lato penso che mi dovrei dare una calmata, ma dall'altro mi sono divertita a importunarlo come non mai.

"Ehi, mi vuoi dire dov'è la 3ª B?" Questo però non mi lascia in pace e continua a seguirmi, cercando di stare al mio passo. Ha l'affanno, quasi non riesce a parlare.

"Seguimi, stuzzicadenti." Dico, sbuffando. So essere disponibile anch'io, se voglio.

"Ehi, non mi chiamare così!" Esclama.

"Taci."

Eccoci arrivati davanti alla classe.

"Sempre in ritardo Giselle!" Sbuffa la prof, mettendosi una mano sul viso.

"Mi scusi prof, ma stavo accompagnando in classe questo sfigato incapace. Non riusciva a trovarla." Dico andandomi a sedere affianco a Helene, la mia migliore amica che mi aveva conservato un posto "Grazie Helene, sei la migliore!" E ci diamo un cinque, senza farci vedere dagli altri.

"Giselle, inizia a spostarti di lì. Non puoi stare vicino alla tua socia, che vi fate le meglio parlate là dietro." E tutta la classe ride. Che avete da ridere? Almeno non passo cinque ore della mia vita a sentire cosa le stronzate che hanno da dirmi quei vecchi dei prof.

"Helene, vai da Dana al terzo banco. E tu, Giselle, dato che già hai avuto modo di parlare con il nuovo arrivato vieni vicina a lui al primo banco." Sentenzia la prof. Che fortuna. Parte benissimo questo primo giorno.

Helene sbuffa. Lei e Dana si odiano da quando si conoscono. Dana è la tipica ragazza perfetta in tutto, quella che tutti invidierebbero per la sua bellezza e per il suo carattere. Io e Helene la odiamo e la prendiamo sempre in giro. Il motivo per cui la odio? È la ex di Mike e ogni tanto ci prova ancora con lui, senza un minimo di pudore. Arriverà il giorno in cui la prenderò a pugni con tanto piacere.

"Ma non c'entra un cazzo, prof, che ci ho già parlato." Mi mordo immediatamente la lingua, per la parola che mi è appena uscita dalla bocca. Iniziamo davvero benissimo, prima figura di merda dell'anno fatta.

"Innanzitutto modera i termini! Poi non voglio sentire niente e vai a sederti dove ti ho ordinato, che già abbiamo perso troppo tempo."

"Taci, vecchia." Dico a bassa voce, cercando di non farmi sentire da quella nana malefica. Deve aver preso una laurea in stronzologia, è davvero brava nel suo campo.

Non appena mi siedo sento la risata a bassa voce di Cameron. Lo guardo un attimo, ma poi mi giro immediatamente a fingere di ascoltare la prof.

Calmati, Gi. Basta solo ignorarlo a questo sfigato.

Ma un lato positivo ad essermi seduta al suo fianco c'è: potrò dargli fastidio quando mi va, rendendogli l'anno un vero inferno. Inizia l'incubo per il piccolo Carlos. Non si chiama Carlos? Non ricordo nemmeno il suo nome, ma sento già che diventerà una costante della mia vita.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora