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Giselle

Che hanno da guardarmi male oggi tutti quanti? Insomma, sono tornata solo ieri a scuola.

Attraverso il corridoio principale e mi siedo sul divanetto beige davanti allo stanzino dei bidelli.

Com'è comodo.

"In classe!" Ecco che arriva quel rompipalle di Carmine a fare il cane da guardia. Guai a chi si siede su quel divano "Muoviti prima che chiamo i prof per farti mettere una bella nota, Giselle!" Urla mentre batte il manico della scopa di legno sul pavimento. Fa sempre questo gesto quando è incazzato. È da tre anni che lo conosco fin troppo bene. Ricordo ancora quando ai primi tempi del primo anno io e Helene lo prendevamo in giro imitando la sua mossa ormai diventata virale tra tutti gli studenti.

Come adesso è diventato virale anche guardarmi male e sussurrare cose all'amico affianco mentre passo io.
Ancora mi chiedo il perché.

"Alzati!" Carmine ripete il gesto. Sembra la reincarnazione di Hitler con quei baffetti ormai bianchi per la vecchiaia ma non rende l'idea per la grande pancia.
Un tempo io ed Helene supponevamo fosse incinto.

"Altrimenti?" Incrocio le braccia al petto e lo sfido con lo sguardo, ancora seduta. Non mi fa paura quell'ammasso di lardo e insaccati. Non mi fa paura niente. Apparte i ragni. I ragni sono il mio punto debole.

"Altrimenti chiamo il professore della prima ora!" Gli sale il fumo alle orecchie.

"Che paura." Rispondo ironica, in modo un po' infantile.

"Tu vieni con me, piccola scimmia!" Ad un certo punto arriva un Mike abbastanza serio che mi prende per un braccio facendomi alzare di colpo e mi trascina.

"Bravo, portatela via a questa screanzata!" Commenta Carmine, per poi sparire fiero con la sua postura leggermente curva e la scopa che gli fa da bastone.

"Mike lasciami, dannazione! Mi fai male!" Mi chiedo perché mi stia trascinando in questo modo. Io non sono una bambola di pezza, ma un essere umano.

Con un'abile mossa mi libero dalla sua presa e lui mi guarda male. Sostengo il suo sguardo e lo osservo incazzata con le mani sui fianchi "Si può sapere che succede oggi?"

Mi mostra una foto di me che bacio sulla guancia Cameron.

"Mi spieghi che cazzo è?" È talmente nervoso che stringe il telefono nelle mani tremanti e sudate come se vorrebbe scoppiarlo, mentre nella mia mente c'è solo quell'immagine.

Caro Mike, vorrei sapere anch'io che cazzo è.

"Se volevano usare Photoshop l'hanno fatto bene." Alzo le spalle con noncuranza "Chi te l'ha mandata?"

"Dana."

Lo sapevo.
Ci avrei scommesso.
Quella troia me la pagherà cara!

***

La sbatto contro il muro, mentre il suono della campanella della terza ora mi accompagna nel mio gesto per niente fine ma giusto nei confronti quella ragazza che mi ha rovinato la vita da quando sono in questa scuola.

"Cosa vuoi da me?" Si lagna, mentre cerca di liberarsi dalla mia presa ma senza risultati.

"E così mi vuoi fare passare per la troia della situazione in questo modo infantile? Ma ti rendi conto di quanto sei ridicola e idiota?!"

"Ho i miei contatti che sanno usare bene Photoshop." Mi guarda con un sorriso di sfida mentre incrocia le braccia al petto.

Non ti conviene sfidarmi, sai di che sono capace. E stavolta non mi mandi dal paparino preside.

"Non me ne frega un cazzo!" Con questa esclamazione faccio girare un po' di gente. Chi ride, chi dà gomitate al compagno affianco... Lascio andare la presa e finalmente quella faccia da topo è libera dalla mia presa "Perché l'hai fatto? Ti piaceva succhiare il cazzo di Mike e volevi farci di nuovo lasciare?!" Cerco di essere schietta e di non vergognarmi delle mie parole. Mi riesce davvero bene.

Non risponde e guarda verso il basso.
Scappa via disperata e io me la rido.

Troia sistemata.

Mi dovrebbe ringraziare perché non sono passata ad usare le mani, anche se sarei stata molto tentata!

Torno in classe per la quarta ora, quella di greco, e noto che Dana non è ancora in classe.
Scommetto proprio che sia andata a piangere in classe o che sia andata a farsi consolare da qualcuno dei suoi mille pretendenti.

"Non ci credo che tu ti sia fatto ingannare da quella!" Fulmino Cameron con lo sguardo. Sono davvero incazzata con lui. Lo credevo intelligente e invece si è fatto ingannare da Dana la puttana.

"Non sapevo proprio i suoi doppi fini. Mi dispiace, Gi." Sussurra, alternando le occhiate da me alla nana malefica della professoressa, che continua a fare avanti e indietro nella classe a piccoli passi con quei tacchi che ti snervano solo a guardarli.
Sta dicendo cose incomprensibili e nemmeno mi interessa ascoltarle.
Dana ha macchiato la mia reputazione.
Fantastico! Anche Madison mi darà della troia e avrà la compassione di tutti.
Tutto ciò per una stupida foto che non è nemmeno un granché.
Non pensavo che uno stupido bacio sulla guancia potesse far scoppiare questo putiferio.
La gente è sempre più ridicola.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora