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Mi solletica la spalla con quei suoi lunghi capelli neri mentre piano piano poggia la testa sulla mia spalla sorridendo.

Siamo sul balcone di casa sua e i suoi non tarderanno ad arrivare stasera quindi devo sbrigarmi.

"Ti immagini? Io e te qui a guardare le stelle stasera." Dice sognante.

Contaci cara. Nei tuoi sogni.

Faccio passare qualche secondo di silenzio, nel quale cerco disperatamente di macchinare una risposta adatta per la situazione delicata.
Non posso mandarla a fanculo così, mi dispiacerebbe e, sembra strano, anch'io ho un cuore.

"Dana..." richiamo la sua attenzione con il tono più sicuro possibile "C'è una cosa di cui devo parlarti. Una cosa seria." Stringo i pugni e mi ripeto quarantamila volte in testa che non devo sembrare triste. Zero sentimenti in questo momento.

"Riguarda noi due?" Domanda ricomponendosi. Si para dritta davanti a me e mi fissa con quegli occhi scuri e profondi come due pozzi neri e senza fondo.

"Sì..."

Sento come se stessi andando in apnea.
È un passaggio delicato questo e non devo sbagliare.
Come se stessi disinnescando una bomba.
E se sbaglio, la bomba esplode dando vita ad una catastrofe.

"Ammettilo. Non ti piaccio." Non mi lascia nemmeno cominciare che già arriva al dunque.
Pronuncia queste parole piangendo.
"Perché non ti piaccio?" Sembra una bambina isterica, tra un pianto e l'altro.

"Perché non sei Giselle." Mi viene solo da dire questo.

"Tu hai un bel po' di confusione mentale, tesoro." Fa un sorriso amaro tra tutte quelle lacrime, mentre incrocia le braccia al petto. È incredibile come riesca a mantenere il suo aspetto da dura anche con le lacrime sulla faccia. E solo ora noto che lei e Giselle si assomigliano fin troppo. E forse è questo il motivo per cui si odiano a morte.

"Lo so." Mi viene solo da dire, colpevole.

"Pur sapendolo vieni a distruggere il mio cuore."

"Il tuo cuore non mi appartiene. Dimenticami, Dana. Da me non avrai più niente, se non una forte amicizia. Sei stata speciale nella mia vita, ma io non credo di averti mai amata. Te lo dico chiaramente e voglio che tu lo capisca e te ne faccia una ragione."

"Sparisci da casa mia, prima che ti prenda a sberle." Sentenzia con uno sguardo omicida.

Nessuno dei due dice altro.
Nessuno dei due ha ancora il coraggio di parlare.
Ma mi aspettavo di peggio da lei.
Ha saputo ponderare le sue emozioni.

***

"Aspetta!" La vedo scendere di corsa le scale, mentre sto per abbandonare quel luogo pieno di segreti.

Fossi stato un altro me ne sarei andato, ma resto lì e mi giro a guardarla negli occhi, con tutto il coraggio rimasto.

"Cosa c'è?"

Nemmeno il tempo di lasciarmi parlare che me la ritrovo tra le braccia, con il viso pieno di lacrime.
Sento il suo cuoricino - ormai rotto - che batte molto vicino al mio e le sue lacrime pervadermi le orecchie con quel suono così brutto. Sta a significare che sta soffrendo, sta soffrendo per me.

"Ti prego, un ultimo abbraccio." Fa disperata, mentre mi stringe a sé, come se non volesse lasciarmi andare più.

Glielo concedo.
È l'ultimo abbraccio, il più struggente.
Mi scollo, le do le spalle e me ne vado lasciando che si noti tutta la mia indifferenza nei suoi confronti.

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora