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Un altro giorno di scuola è alle porte e io sto morendo di sonno. Stanotte non ho dormito per niente, troppi pensieri nella mia testa che non mi permettevano di prendere sonno.

"Giselle, mi stai ascoltando?" mi chiede la mia migliore amica, al mio fianco. Sì, abbiamo deciso di sederci nel banco insieme, non voglio stare nel banco con Cameron.

"Sì, Helene." rispondo vaga.

"E allora cosa ho detto?" si avvicina a me e serra le labbra.

"Che gli ippopotami sono blu." rispondo ironica. Faccio fatica anche a parlare, vorrei solo dormire.

"Stupida!" si mette a ridere. Beata lei che ha tutta questa voglia di vivere "Stavo dicendo... Giselle, perché ieri hai lasciato la mia festa all'improvviso?"

In un attimo mi risveglio e la mia vista si incupisce. Proprio in questo momento Cameron fa il suo ingresso nella classe e si accorge con stupore che io ho deciso di cambiare posto. Lo guardo con atteggiamento di sfida, voglio farlo pentire di ciò che ha fatto. Non so quale sarà il nostro futuro tra di noi.

Helene legge il mio sguardo manco fosse una sensitiva "Hai litigato con Cameron?"

Sorrido fintamente "Ieri sera ha baciato la piccola Madison."

"Ma... Sembra così un bravo ragazzo. Non ci credo!"

"Non so se rovinargli la reputazione oppure no. Cosa faccio con lui?"

"Lo perdoni. Si vede lontano un miglio che muori dalla voglia di andare lì e baciarlo!" mi dà una gomitata.

Deglutisco "Ma sei pazza?!" spero solo che Cameron non ci stia sentendo. Nel casino generale della classe non credo che riesca a sentire proprio noi "Lui bacia la sua ex all'improvviso e io dovrei far finta di niente?!"

"E se fosse stata lei a farlo?"

"È stata lei ma lui non si è staccato."

"Sai com'è fatto Cameron... Non avrebbe il coraggio di staccarsi e di dirle di andare a quel paese." mi fa notare.

"Non m'interessa. Chiamasi uomo senza palle."

Helene scoppia a ridere sguaiatamente "Non ti contieni mai! Zitta un po'."

"Comunque sia, io non sto con quelli come lui."

"Quindi non farai pace? Lo ignorerai? Giselle tu lo ami!" si ferma un attimo "E anche lui ti ama." si avvicina al mio orecchio "Ti sta osservando."

Incontro il suo sguardo intenso per una seconda volta.
Devo ignorarlo.
Tutto ciò è ridicolo.
Ma mi mancano le sue labbra, la sua dolcezza, i suoi saluti...
Devo ignorarlo.
La lezione di matematica non riesce sicuramente a distogliermi dai miei pensieri, anzi, mi fa andare in tilt il cervello ancora di più.

"Giselle, all'interrogazione."

Ci mancava solo questa.

"Professoressa in realtà volevo andare in bagno." ghigno e metà della classe scoppia a ridere. Non mi vergogno di rispondere così, per niente.

"Ma guardala... Giusto ora che ti voglio interrogare."

"Non decido mica io quando la mia vescica deve espellere! Prof, devo pisciare."

Altre risate.

"La finezza in persona." sussurra qualcuno ironicamente, ma ovviamente non mi interessa.

"Vuoi andare dal preside?"

"Sì, almeno esco da questa classe!" sbotto, guardando Cameron, e lui guarda me.

Mi alzo e, tutta tranquilla, esco dalla classe.
Non me ne frega se ho preso un quattro.
Non me ne frega se qualcuno mi crederà una cattiva ragazza.
Non me ne frega di niente e di nessuno.

Seriamente devo andare nell'ufficio del preside? Uh, che paura. Spero che almeno mi offra un caffè.

"Salve!" dico tutta contenta. L'odore di quella stanza mi mancava e mi ritorna familiare per l'ennesima volta.
Eccomi qua come prima, la cattiva ragazza che non ha paura di niente e di nessuno.

Forse Cameron mi aveva davvero cambiata. Aveva.

"Carissima, da quanto tempo." il preside congiunge le mani e appoggia i gomiti sul grande tavolo in legno.

"Sì, certo. Fate caffè in questa stanza?" chiedo con nonchalance, guardandomi intorno.

"Non sei spiritosa. Veniamo al dunque. Che hai combinato stavolta?"

"Solita routine." alzo le spalle e faccio un sorriso angelico più falso dei capelli di questo vecchio babbione pelato che mi ritrovo di fronte. Chissà che soddisfazione sarebbe andare lì e staccargli quel bel parrucchino... "Ho risposto male alla prof." e mi viene da ridere pensando alla sua faccia.

"Pensavo ti stessi comportando bene in quest'ultimo periodo. Cosa devo fare con te?" alza gli occhi al cielo.

"Che me lo chiedete a fare se poi decidete voi la punizione da darmi?"

Mentre la nostra conversazione continua una presenza varca la soglia... E che palle, mi stavo divertendo a conversare con Mr. Parrucchino!

Che ci fa Dana nell'ufficio del preside?!

Fredda come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora